IntervisteTessuto Etico

THE RHINOCEROS PROJECT: un’intervista a Anne Beck and Michelle Wilson

English (Inglese)

*Foto in evidenza: Il ricamo del rinoceronte, finito nel Giugno 2018. Ph. credit: The Rhinoceros Project

Anne Beck e Michelle Wilson sono le ideatrici di “The rhinoceros project”; le artiste hanno portato l’immagine ricamata del rinoceronte di Durer in svariate comunità, riunendo attorno a sé numerosi circoli di ricamo. Una versione a grandezza naturale dell’opera è stata usata come matrice per creare delicate carte filigranate fatte a mano. Con il loro aspetto fragile, questi disegni di luce, ci portano a riflettere sull’imminente scomparsa del rinoceronte, creando un dialogo attorno alle tematiche della perdita e mettendo in discussione i sistemi di valore nelle nostre società. Il ricamo, atto intimo e meditativo, diviene collettivo creando legami fra i partecipanti; il tema dell’estinzione del rinoceronte apre le porte a riflessioni più ampie sulla globalizzazione, e sull’urgenza di modificare le nostre priorità.
“Insieme, attraverso un cerchio di cucito condiviso, si costruisce una comunità”.

Il “Rhinoceros Project” è un Progetto artistico collaborativo e partecipativo iniziato da Anne Beck and Michelle Wilson. Potreste dirci qualcosa in più sulla vostra pratica artistica?

Siamo entrambe pensatrici interdisciplinari che condividono un interesse per la storia dell’arte, la lavorazione della carta, e per come le problematiche ambientali si intrecciano con quelle socio-economiche e politiche.

La pratica creativa di Anne nasce da una profonda curiosità e dal desiderio di comprensione. Lei considera l’arte come uno strumento per assimilare e meditare sulle esperienze – tanto personali quanto collettive, locali e universali. Il suo lavoro si concretizza in dipinti, tessuti, libri, installazioni collaborative e ricerche in ambito sociale – che presentano un vivo interesse per la ricerca materiale e la narrazione. Con il fratello gestisce una fattoria nella California settentrionale, dove si occupa della cura e della raccolta di piante commestibili, erbe officinali, piante per le fibre e le tinture naturali.

Il lavoro di Michelle Wilson si concentra su narrazioni intersecanti, che invitano gli spettatori a riflettere al crocevia di discipline differenti: politica e ambiente, colonialismo e storia naturale, il linguaggio e come questo informa il pensiero, la perdita della biodiversità.  Queste narrazioni non si limitano solo al suo immaginario; i materiali, il paesaggio e il luogo informano il suo lavoro. Recentemente ha cominciato a pensare alla sua pratica come ad un acceleratore di particelle – dove fasci di idee collidono tra loro per scoprire e far emergere nuovi punti di vista e direzioni.

Joya il Rinoceronte indiano con un corno, in presenza del quale abbiamo condiviso un cerchio di cucito, Salina Kansas, giugno 2017. Ph. credit: The Rhinoceros Project

Come e perché è nata la vostra collaborazione?

La nostra collaborazione è iniziata nel 2014 con uno scambio di messaggi sui social media che è andato più o così: Anne aveva invitato degli amici a una mostra di opere di studenti intitolata “Come ti ispira il tuo rinoceronte?” e Michelle aveva commentato: “Riferimento a Durer?”.

Da lì è iniziata una lunga conversazione sull’estinzione del rinoceronte nero occidentale, sullo stato precario del rinoceronte bianco settentrionale e sulle cause sistemiche di quella che viene definita come la sesta estinzione. Volevamo unirci a un dibattito più ampio per tentare di cambiare i valori che tengono in piedi questi sistemi distruttivi.

The Rhinoceros Reading Room and Ephemera Collection, Ramons Tailor, San Francisco, CA, October 2016 Ph. Credit: The Rhinoceros Project

Potete spiegarci il perché avete scelto il rinoceronte di Durer come soggetto del vostro lavoro?

Come artiste con un percorso di formazione nella stampa e nella fabbricazione della carta, conoscevamo bene la xilografia di Albrecht Durer “Il rinoceronte”, un’opera significativa e riconosciuta dalla storia dell’arte.  Quando abbiamo iniziato a discutere dell’estinzione del rinoceronte nero occidentale e del drammatico declino del rinoceronte bianco settentrionale, la stampa di Durer ci è sembrata un riferimento ovvio. Ci sono due aspetti veramente provocatori di questa stampa – il fatto che Durer non vide mai un rinoceronte dal vivo, e il racconto premonitore legato al particolare rinoceronte raffigurato.

Il rinoceronte che ha ispirato la stampa di Durer era originariamente un regalo del sultano Muzaffar Shah II, governatore del Gujarat, ai rappresentanti di Alfonso du Albuquerque, governatore dell’India portoghese, che era stato inviato a nord per negoziare ulteriori accordi coloniali.  Albuquerque, a sua volta, regalò il rinoceronte al suo re: Manuel I del Portogallo. Il rinoceronte fu caricato su una nave e fece il viaggio intorno al continente africano fino a Lisbona, seguendo la rotta marittima recentemente tracciata da Vasco da Gama.

Essendo il primo rinoceronte arrivato in Europa dai tempi dei Romani, la notizia della sua venuta fece il giro del mondo diventando virale. Con l’intento di ottenere il favore di Papa Leone X, per continuare la sua espansione coloniale in Asia, Re Manuel decise di inviare il rinoceronte al serraglio del Papa, sempre in cerca di nuove acquisizioni. E così, il rinoceronte fu caricato su un’altra nave e iniziò un viaggio verso Roma. La nave incontrò una tempesta e si capovolse al largo della costa della Spezia. Incatenato sotto coperta, il rinoceronte purtroppo annegò.

Albrecht Durer, dal suo studio di Norimberga, sfruttò questo momento pubblicando l’immagine di questa creatura spettacolare che divenne una sorta di souvenir distribuito in migliaia di esemplari. Durer non vide mai il rinoceronte di persona. Basò il suo lavoro su una descrizione, uno schizzo e la sua conoscenza basata sull’osservazione di altre creature. Nonostante le imprecisioni dell’immagine (il rinoceronte sembra indossare un’armatura e ha un corno sulle spalle) la sua opera divenne emblematica dell’aspetto di un rinoceronte. Molte più persone videro la stampa che il rinoceronte vero e proprio e quest’immagine fu inclusa nei volumi di storia naturale nel corso dei secoli a venire.

Come simbolo del dislocamento coloniale, il Rinoceronte di Durer apre la conversazione su una miriade di argomenti importanti: dalla costruzione di un impero, al commercio, alle forze cosmiche e degli elementi naturali, alla navigazione celeste, alle proprietà della terra e del mare, e così via.

The Rhinoceros Reading Room and Ephemera Collection, Ramons Tailor, San Francisco, CA, October 2016 Ph. Credit: The Rhinoceros Project

Il processo di creazione di questo lavoro è complesso e si estende nel tempo, implica una varietà di mezzi (dalla stampa di Durer, al ricamo, alla filigrana su carta), e si apre al coinvolgimento del pubblico. Potete spiegare i passaggi tecnici e come questi elementi contribuiscono alla realizzazione dell’opera finale?

Il nostro piano originale era semplicemente quello di realizzare una filigrana basata sul Rinoceronte di Durer. Come creatrici di carta artigianale, consideriamo le filigrane come immagini luminose e magiche. Una filigrana ispirata al Rinoceronte di Durer avrebbe suggerito che la figura stampata dell’animale fosse scomparsa dalla carta, lasciando solo un’immagine spettrale dietro di sé.

Man mano che la nostra idea di collaborazione cresceva, abbiamo deciso di realizzare un’edizione di sei fogli con filigrane a dimensioni reali in onore di ogni esemplare di rinoceronte bianco settentrionale ancora superstite. Da qui iniziarono le vere problematiche tecniche.

Rinoceronte, ricamo e filigrana, Mendocino Art Center, Novembre 2019 Ph. Credit: The Rhinoceros Project

La filigrana, nella carta fatta a mano, è ottenuta spostando la cellulosa in modo che le linee del disegno risultino meno cariche di polpa rispetto al resto della carta. Quando il foglio viene messo in controluce, appare l’immagine. Storicamente, le filigrane venivano eseguite con un disegno di filo sottile saldato sulla superficie rigida di uno stampo in legno e metallo. Per il nostro progetto, avevamo bisogno di trovare un modo leggero e facile da trasportare per fare una filigrana delle dimensioni di un rinoceronte.

Dopo alcune prove, abbiamo scoperto che il filo da ricamo cucito su mussola e teso su uno stampo avrebbe spostato la polpa, e quindi, creato una filigrana. Questo ci ha dato l’idea di ricamare il rinoceronte su un tessuto facilmente trasportabile, e di invitare la gente ad aiutarci partecipando ai nostri circoli di cucito. Con questo in mente, abbiamo steso un foglio di mussola di circa 2.75×3,35 m su una parete e vi abbiamo proiettato la stampa di Durer. Usando dei pennarelli per stoffa, abbiamo tracciato l’intero rinoceronte sulla mussola da usare come guida per il ricamo.

Il Rinoceronte proiettato e tracciato sul tessuto di mussola, con gli assistenti, agosto 2016 Credito fotografico: The Rhinoceros Project
Colata di carta fatta a mano alla Shotwell Papermill, San Francisco California, agosto 2019: la polpa è appena stata versata e sta drenando sopra il ricamo all'interno della scatola di deckle Ph. Credit: The Rhinoceros Project

Durante queste prove iniziali, abbiamo discusso su come procedere per cucire un’immagine così grande e complicata. Inizialmente, abbiamo immaginato il progetto come qualcosa di adatto a una residenza d’artista con l’intento di cucire e realizzare i fogli di carta fatti a mano con una comunità, e abbiamo applicato per varie opportunità. Ogni singola residenza a cui abbiamo fatto domanda ci ha rifiutato.

Dopo circa cinquanta rifiuti, abbiamo deciso di riconsiderare la nostra idea. Ci siamo chieste: e se il progetto viaggiasse? E così abbiamo iniziato a cercare siti partner che fossero interessati a una programmazione pubblica, a breve termine. Nel settembre del 2016, abbiamo proposto il nostro primo circolo di cucito pubblico all’evento annuale Roadworks del San Francisco Center for the Book.

Così iniziò la fase di ricamo del progetto. Entrambe abbiamo imparato a cucire e a ricamare dalle nostre madri, e per il nostro progetto iniziale, ci siamo attenute a semplici punti a giorno, di profilo e punto indietro per creare linee solide sul fronte e sul retro del tessuto, per garantire una filigrana chiara. Le persone che si univano a noi per i nostri gruppi di cucito potevano selezionare la sezione dell’immagine che volevano cucire così come i colori e gli stili dei loro punti. Se non sapevano cucire, offrivamo loro una semplice lezione.

Il ricamo del rinoceronte, processo, March 2017 Ph. Credit: The Rhinoceros Project

Ci siamo accorte abbastanza presto, durante questo processo fatto di viaggi nelle comunità e di cucito collettivo, che gli incontri e le conversazioni attorno al ricamo, erano tanto importanti quanto la realizzazione della filigrana; non sentivamo il bisogno di affrettare le cose.

Il ricamo del rinoceronte ha richiesto due anni di lavoro per essere completato. Abbiamo visitato sedici luoghi diversi. Nella maggior parte dei casi ci siamo fermate solo per un giorno o due, solo alcuni incontri hanno avuto una durata più lunga. Al momento del suo completamento, quasi seicento persone avevano contribuito al ricamo.

Le ricamatrici di Rhinoceros - elencate con il nome e il luogo del gruppo di cucito a cui hanno partecipato Ph. Credit: The Rhinoceros Project

Dopo che il ricamo è stato completato, ci è voluto un anno per realizzare il primo foglio. Abbiamo dovuto prima raccogliere dei fondi per poter passare alla fase successiva. Abbiamo usato una piattaforma di raccolta fondi crowd-sourced attraverso Fractured Atlas, mediante la quale possiamo ancora ricevere donazioni a favore del progetto.

Per fare un foglio di carta delle dimensioni di un rinoceronte, era necessario costruire quello che i cartai chiamano uno stampo di colata o una deckle box. Nella fabbricazione della carta in stile occidentale, lo strumento che viene usato per estrarre i fogli di carta dalla vasca di cellulosa si chiama stampo e deckle. In genere, viene immerso in un recipiente di acqua e polpa, per raccogliere la polpa sulla superficie della rete e permettere all’acqua di defluire. Tuttavia, per le dimensioni in cui avremmo lavorato, questo non era fattibile. Così abbiamo adattato una tecnica asiatica, in cui la polpa di carta viene versata su una superficie e lasciata asciugare in loco.

Primo montaggio dello stampo di colata, maggio 2019, Pacific Textile Arts, Fort Bragg, CA Ph. Credit: The Rhinoceros Project

Per il nostro progetto, avevamo bisogno di uno stampo di colata personalizzato e così abbiamo commissionato il lavoro a Nathan Anderson, proprietario di Anderson’s Alternatives, che è sia un rivenditore di legno rigenerato, di provenienza locale, che uno studio di lavorazione del legno con sede a Mendocino, CA. Nathan e il suo team hanno progettato e fresato uno stampo che può essere (in qualche modo) facilmente montato e smontato. In questo stampo, un sistema di doghe è posizionato in un telaio. Sopra di esso, è posata una rete di bambù, poi il ricamo, e poi, in cima, un altro telaio che crea la scatola di deckle. Quando lo stampo è completamente assemblato, la polpa di carta viene versata sul ricamo, l’acqua viene scaricata sul pavimento e la carta viene lasciata ad asciugare sul posto. Quando la polpa è completamente asciutta, il foglio viene accuratamente staccato dal ricamo – creando un’immagine spettrale negativa del ricamo nella carta.

.

Il ricamo viene staccato dallo strato di carta, Shotwell Papermill, Agosto 2019 Ph. Credit: The Rhinoceros Project
Il primo tentativo di versamento, maggio 2019, Pacific Textile Arts, Fort Bragg, CA : Abbiamo usato troppa pasta, e la carta risultante era scultorea piuttosto che sottile, il che è necessario perché la filigrana funzioni. Ph. Credit: The Rhinoceros Project
Colata di carta artigianale alla cartiera Shotwell, agosto 2019 - abbiamo versato la pasta diluita su tre lati dello stampo per creare il movimento necessario per ottenere un foglio consistente. Ph. Credit: Javier Briones

Questo progetto usa il ricamo per creare uno spazio di conversazione durante gruppi di cucito itineranti e partecipativi; perché il ricamo è uno strumento efficace per veicolare la discussione?

Il ricamo è un’attività meditativa e rilassante che può suscitare una sensazione di radicamento. L’energia collettiva del cucire insieme tende a creare uno spazio empatico adatto all’ascolto e alla condivisione. Il ricamo è una forma d’arte accessibile; una persona senza esperienza può prendere un ago e iniziare a fare punti con poche istruzioni. Alcune persone si rendono conto che i loro punti non sono “perfetti ” come quelli di un ricamatore esperto, ma c’è bellezza anche nei punti fatti da qualcuno che è nuovo del mestiere. Quando i nostri partecipanti si liberano della convinzione di dover essere ” abbastanza bravi ” per poter contribuire, accettano più facilmente se stessi e le persone a loro vicine. Una conversazione onesta può facilmente scaturire da questo lasciarsi andare.

Gruppo di cucito attorno al tavolo di Ruths, San Francisco, CA, Settembre 2017 Ph. Credit: The Rhinoceros Project
Gruppo di cucito per The 1524 Map of Tenochtitlan in Abruzzo, Luglio 2021 "Fontecchio". Ph. Credit: The Rhinoceros Project
Gruppo di cucito per The 1524 Map of Tenochtitlan in Abruzzo, Luglio 2021 "Petogna". Ph. Credit: The Rhinoceros Project
Gruppo di cucito per The 1524 Map of Tenochtitlan in Abruzzo, Luglio 2021 "Barisciano". Ph. Credit: The Rhinoceros Project
Gruppo di cucito per The 1524 Map of Tenochtitlan in Abruzzo, Luglio 2021 "Barisciano". Ph. Credit: The Rhinoceros Project
Gruppo di cucito per The 1524 Map of Tenochtitlan in Abruzzo, Luglio 2021 "Barisciano". Ph. Credit: The Rhinoceros Project
Gruppo di cucito per The 1524 Map of Tenochtitlan in Abruzzo, Luglio 2021 "Acciano". Ph. Credit: The Rhinoceros Project

Dopo The Rhinoceros Project, un nuovo progetto sulle mappe vi ha portato in Italia. Potete dirci di più su questo sviluppo e sulla vostra esperienza?

Nel nostro secondo ricamo su larga scala, abbiamo continuato a fare riferimento a Durer, questa volta basandoci su una mappa di Tenochtitlan (Città del Messico pre-ispanica). Attraverso la ricerca su Durer e il suo rinoceronte, abbiamo scoperto che aveva realizzato una xilografia della mappa di Tenochtitlan che fu pubblicata in un’edizione del 1524 delle lettere di Hernan Cortes al Sacro Romano Imperatore Carlo V, celebrando la sua conquista dell’Impero Azteco. Come il suo rinoceronte, Albrecht Durer non vide mai Tenochtitlan, né mai visitò il Nuovo Mondo.

La mappa è un’interpretazione europea di una cosmologia indigena americana, basata sui resoconti di Cortes. L’immagine stessa è orientata con il sud in alto, la parte sinistra della mappa rappresenta, in una scala diversa da quella della città, il Golfo del Messico e il sud-est degli Stati Uniti, compresa la Florida. Sulla destra si trova la città di Tenochtitlan, sotto la bandiera asburgica, circondata dal lago Texcoco, con le strade rialzate che collegavano la città isola alla terraferma. Al centro della città c’è il recinto del tempio, nel suo cuore appaiono i templi gemelli che erano dedicati alle divinità Tlaloc e Huitzilopochtli, rispettivamente divinità dell’acqua e della guerra.

Nell’estate del 2021, siamo state invitate in Abruzzo dall’associazione Lab 8 per partecipare a un programma chiamato Riabitare con L’Arte. In questo programma, i quattro comuni di Fontecchio, Panfilo di Ocre, Fossa, Barisciano (il nostro ospite), hanno accolto degli artisti per realizzare progetti nelle loro comunità. Abbiamo anche visitato i comuni di Acciano e Petogna.

L’Abruzzo è stato devastato da un terremoto nel 2009, e da successivi terremoti nel 2015 e nel 2018. La maggior parte delle persone che abbiamo incontrato vivono ancora in alloggi provvisori forniti dall’Unione Europea. Nonostante questo, l’Abruzzo è una regione ricca di senso di comunità, creatività, bellezza e persone che apprezzano e rispettano la terra.

Durante il nostro periodo in Abruzzo, abbiamo lavorato al nostro secondo ricamo monumentale, la Mappa di Tenochtitlan del 1524.

Nel 1524, l’anno in cui questa mappa fu pubblicata a Norimberga, Cortes chiese ai frati francescani e domenicani di convertire la popolazione indigena. Questi frati instaurarono le così dette “Chiese Missionarie” in tutto il Messico centrale e lungo la costa della Baja California. Queste costituirono anche il primo insediamento europeo in Alta California, che oggi è lo stato americano in cui viviamo.

Inizialmente pensavamo che l’Italia fosse lontana dal percorso della nostra mappa e per questo poco rilevante. Ci siamo presto rese conto che i missionari spagnoli che colonizzarono il Messico e la California avevano le loro origini poco lontano da dove eravamo alloggiate. Assisi era la patria di San Francesco (padre dell’ordine francescano, e omonimo di San Francisco), e Capestrano, 15 km più in là, aveva visto nascere San Giovanni (o San Juan Capestrano) che fondò una delle celebri “Mission Churches” in California.

Valeria Gallese ci insegna a tingere la lana con il Montepulciano d’Abruzzo, Santo Stefano, Abruzzo, Italy, Luglio 2021 Ph. Credit: The Rhinoceros Project

In che direzione si muoverà il vostro progetto? Quali sono i vostri piani per il futuro?

Molti dei nostri libri d’artista realizzati in collaborazione sono stati esposti nella mostra Finding Common Ground: Sowing the Seeds of Community and Collaboration, al San Francisco Center for the Book, a San Francisco, CA. Qui avremmo voluto realizzare il nostro primo gruppo di cucito post-Covid, come evento di chiusura della mostra. Purtroppo l’evento è stato cancellato perché Anne ha contratto il Covid e quindi verrà realizzato in un futuro non troppo lontano.

Il ricamo di Rhinoceros e il primo foglio di carta filigranata sono inclusi nella 45th Anniversary Exhibition: New Directions al San Jose Museum of Textiles, a San Jose, CA, dove speriamo anche di poter offrire un incontro di cucito nel marzo 2022.

Al di là di questo è una bella domanda. Abbiamo oscillato tra il seguire totalmente il flusso e l’avere un piano strategico preciso. Quando avevamo concepito il progetto della mappa e stavamo facendo domanda di finanziamento, pensavamo che sarebbe stato interessante far viaggiare i nostri gruppi di cucito lungo il percorso dei missionari francescani e di Hernan Cortes; avremmo viaggiato al contrario però, partendo dalla California del Nord, attraverso il Messico, fino alla Spagna. Ancora una volta, i finanziamenti sono stati elusivi, e anche il Covid ha presentato delle problematiche; così abbiamo ceduto all’adattabilità e ora siamo entusiaste di espandere la nostra comunità ovunque il vento ci porti.

Durante il nostro periodo in Abruzzo, abbiamo messo alla prova un’idea avuta durante la quarantena. Mentre il rinoceronte è stato cucito con filo da ricamo disponibile in commercio; volevamo, nella mappa, incorporare materiali, fibre e tinture locali. L’Abruzzo ha una ricca storia di pastorizia, commercio di lana e artigiani che lavorano con fibre e tinture naturali. Abbiamo acquistato della lana Gentile di Puglia, tinta con zafferano. Ne abbiamo tinta un po’ noi con del Montepulciano d’Abruzzo, con la camomilla e l’elicriso che abbiamo raccolto con parsimonia durante le nostre escursioni.  Andando avanti, volevamo che la Mappa diventasse una documentazione materiale delle comunità e dei luoghi con cui abbiamo collaborato.

Filo di lana in tintura naturale di elicriso, Barisciano, Abruzzo, Luglio 2021 Ph. Credit: The Rhinoceros Project

Dal vostro sito si può accedere a una campagna di supporto, come si può aiutare il vostro progetto?

Grazie mille per averlo chiesto!

Il nostro progetto è stato in gran parte autofinanziato, quindi siamo entusiasti di qualsiasi offerta di sostegno finanziario. Siamo fiscalmente sponsorizzati da Fractured Atlas, il che significa che tutte le donazioni che riceviamo attraverso la loro piattaforma sono deducibili dalle tasse:

https://fundraising.fracturedatlas.org/the-rhinoceros-project/general_support

Un’altra forma di supporto che cerchiamo sono le collaborazioni con persone, comunità, luoghi e organizzazioni, che potrebbero essere interessate ad ospitare o sostenere in altro modo i nostri progetti – sia per completare le colate di carta dei rinoceronti che per continuare a cucire la Mappa.

Quando abbiamo iniziato il rinoceronte, il nostro obiettivo era quello di realizzare sei filigrane di rinoceronte, per onorare i sei rinoceronti bianchi settentrionali ancora in vita, a quel tempo. Con il progredire del progetto, un numero maggiore di rinoceronti bianchi settentrionali è morto, lasciando solo due femmine sterili sul pianeta. Abbiamo discusso, lungo la strada, se l’edizione dovesse diminuire come la specie è diminuita, e abbiamo deciso di no – che è importante commemorare ciascuna di queste 6 creature che ci hanno fatto iniziare questo viaggio e le cui morti hanno segnato la fine di una specie.

Stiamo cercando nuovi gruppi con cui condividere la realizzazione delle restanti 5 filigrane. Nel nostro mondo ideale, immaginiamo che questo avvenga in luoghi che facciano eco alla storia del Rinoceronte di Durer – luoghi come Goa, India, Lisbona, Portogallo, Norimberga, Germania, e Roma.

E, infine, stiamo cercando delle comunità con cui condividere il nostro lavoro “The 1524 Map of Tenochtitlan”, per raccogliere fibre e tingere insieme, cucire insieme, e condividere storie. Non è necessario che si tratti di gruppi di artisti o di persone che lavorano nel mondo dell’arte. Speriamo di ricamare con persone che siano disposte a sedersi con noi e condividere le loro esperienze, sia che ci possano insegnare cose nuove sul ricamo o che prendano in mano un ago per la prima volta.

Elena Redaelli

English version Dal 2010 mi occupo di arte contemporanea realizzando progetti fra scultura tessile, arte ambientale e social practices. Negli ultimi anni il mio lavoro mi ha portato a vivere viaggiando con progetti e residenze artistiche nel mondo. Esploro processi di generazione e trasformazione della materia, applicando diversi livelli di controllo e indagando i limiti tra autorialità e partecipazione.Talvolta il materiale prende il sopravvento, altre volte sono i partecipanti di un progetto o l’ambiente stesso a farlo, risultando in un dinamico e continuo scambio. Il fare manuale è per me un processo d’interrogazione dell’ambiente e uno strumento per entrare in contatto con nuove persone e culture. Nei miei progetti applico una commistione di tecniche differenti prese dalla scultura, dall’artigianato, dal disegno e dall’ estetica relazionale. Ricerco e utilizzo tecniche antiche: tessitura a telaio, arazzo, crochet, feltro, ricamo, annodature e carta fatta a mano. Nelle mie installazioni, che si sviluppano su larga scala, unisco metodi di lavorazione lenta a nuove tecnologie. Tutto ciò che riguarda il tessile è sempre stato estremamente affascinante per me. Mi piace imparare e condividere idee e conoscenze sul vasto mondo delle fibre ed e’ quello che ho fatto durante i miei viaggi di ricerca tra Europa, Asia, USA e Africa.