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TINA MARAIS

Profile_Tina Marais_2022

TEXTILE ART

BIO

Tina Marais è un’artista tessile e visiva canadese che vive e lavora nella regione di Montreal. È nata nel 1977 a Città del Capo, in Sudafrica. Crea astrazioni tessili su larga scala e opere scultoree che cercano di mappare l’imprevedibilità dell’esperienza umana e l’impatto del cambiamento ambientale.
Il suo lavoro è stato esposto a livello regionale, nazionale e internazionale in mostre personali e collettive. È stata inoltre selezionata per diverse biennali internazionali di arte tessile, in particolare per la 16a Triennale Internazionale di Arazzi di Lotz, in Polonia.
Material Thinking 1st international, Contemporary Material Art biennale, Tsinghua University, Beijing, China, e come artista invitata alla BIEN Biennial, in Slovenia. Inoltre, ha partecipato alla “World Textile art Biennale of contemporary Textile art”, a Montevideo, in Uruguay, a Madrid, in Spagna, e a Miami, negli Stati Uniti. Le sue opere sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private, in Canada e a livello internazionale.
Le sue pratiche artistiche includono progetti di mediazione culturale presentati nella regione di Montreal. Struthers ha continuato a contribuire a questa iniziativa con la creazione e la realizzazione di progetti di arte pubblica su commissione. Negli ultimi 10 anni ha sviluppato e realizzato oltre 70 progetti di impegno sociale. Rappresenta Fine Craft nei consigli amministrativi di Culture Monteregie e del Conseil des Arts et de la culture de Vaudreuil- Soulanges.

Marais ha ricevuto borse di studio dal Canada Council for the Arts e dal Conseil des Arts et lettres du Quebec e vari premi e menzioni. Ha ricevuto la Dora and Avi Morrow Fellowship for Excellent Achievement in Visual Arts, dall’università Concordia nel 2019, e la Joyce Melville Memorial Scholarship, nel 2021. È stata una dei tre finalisti del Prix Charles-Biddle-2019 e ha vinto il prestigioso premio Artiste in the community, nel 2021, per il progetto Rassemblement del Conseil des arts et lettres du Québec. Si è diplomata all’Open Window Art Institute di Pretoria, in Sudafrica, dove ha studiato Comunicazione visiva con specializzazione in Belle arti, dopodiché l’attenzione del suo lavoro si è spostata sull’uso del tessuto come mezzo principale, completando un master in Fibre e pratiche materiali presso la Concordia university di Montreal nel 2022.

Unfold, my skin, 2022.

Cucito a mano e a macchina Materiale: Lino e canapa. Montreal, credito fotografico: Paul Litherland, Studio LuxQuebec

Una fragile pelle cicatrizzata copre i ricordi di fatti intrecciati. Corpi che sono diventati vasi per narrazioni intrecciate, dipanate, rivelate.

C’è una tensione inesauribile tra la trama e il grano, tra l’umano e il non umano, un intreccio di elasticità emotiva mentre mappo le memorie aggrovigliate dei territori e della materia. La trama delle situazioni può essere strappata, la pelle delle storie può essere tesa troppo sottile.

La pelle è l’organo più esteso del corpo umano, è elastica, ha un’incredibile capacità di rinnovarsi, è la prima difesa e il principale recettore dell’ambiente. La pelle tiene insieme i nostri corpi, è dotata di sensori tattili e dolorifici molto sensibili, è parte integrante della nostra identità e della nostra fragilità come specie umana.

Sleep in the bed that you made, 2021
Residenze artistiche Contextile 2022 . CONVENTO SANTO ANTÓNIO DOS CAPUCHOS, Guimarães, Portogallo. Cucito a macchina e a mano. Lino portoghese. Credito fotografico: Johanna Rogalla

Considerando il legame intrinseco tra l’industrializzazione dell’industria tessile e l’impronta che questa lascia sulla cultura contemporanea. È anche un filo che collega la storia del luogo, il suo passato, il presente e il futuro, impigliati nei fili della produzione tessile. È questo flusso sovrapposto di tempo e la sua impronta sul territorio che sto esplorando, in particolare per quanto riguarda Guimarães. Visualizzare il tessuto come pelle, tracce del corpo sulle lenzuola, un luogo di guarigione che si collega all’ospedale in cui sono ospitate le residenze.

Queste realtà inseparabili e intrecciate, di corpi, strutture sociali e preoccupazioni ecologiche, portano con sé una fragilità, e un filo debole può danneggiare un’intera sezione del “tessuto” causando il disfacimento e il collasso di più sistemi. Indagando sui punti di vista dell’interconnettività e delle agenzie della materialità, possiamo rielaborare e infine rispondere con soluzioni più sostenibili?

Under Currents, 2022
Ricamo a macchina e a mano. Bustine di tè, gusci di pistacchio, filo da ricamo, su supporto di cotone. Crediti fotografici: Paul Litherland, Studio Lux. Luogo della mostra: “Material Thinking” 1a Biennale Internazionale di Arte Materiale Contemporanea (Città Proibita) 2022/2023 presso il Museo Nanchizi di Pechino.

Il potenziale trasformativo della materia mi attrae. La scelta di quali assemblaggi molecolari sono collegati al mio ambiente personale è un processo curioso.

I percorsi dei materiali derivanti dall’uso post-umano mi affascinano e mi inquietano. Utilizzo oggetti monouso (bustine da tè) creando linee che tracciano la loro traiettoria attraverso una forma che ricorda il Sudafrica, un punto critico nel passaggio da est a ovest. All’interno delle bustine di tè ci sono gusci di pistacchi scartati, un elemento organico, ma anche un simbolo forte in alcune culture. Sto riflettendo sulle correnti sotterranee che spostano i materiali attraverso il mondo.