Tutta questione di etimologia: l’origine dei nomi nella moda
Conosciamo il nome di ogni capo d’abbigliamento, il taglio sartoriale di ciascuna veste, le tendenze delle case di moda, le peculiarità merceologiche dei filati ecc… Ma vi siete mai chiesti l’origine del significato della parola attribuita ad un abito, come ad esempio “pantalone”, “copricapo”, “tunica”?
Lo sapevate che…
- La parola indumenta veniva utilizzata in epoca romana per indicare, per l’appunto, gli indumenti che venivano indossati infilandoli dalla testa; diversamente amictus erano quelli che avvolgevano il corpo, quindi: la tunica, la tunica interior, le bracae, la toga, la lucerna o paenula.
- La cintura, elemento ancor oggi utilizzato nell’abbigliamento come accessorio nacque in epoche remote. Il termine deriva dal latino cingulum, ornamento con accezione civile realizzato in cuoioo in fibra tessile a seconda degli usi e delle possibilità.
Nelle culture antiche coloro che non portavano la tunica cinta erano oggetto di scandalo o derisione; l’essere discinto, infatti, era prerogativa di prostitute o disgraziati.
In ambito militare il cingulum era detto specificatamente cingulum militare o più propriamente balteus per via del fatto che veniva impiegato per sostenere oggetti quali il gladio (letteralmente “spada”) o il pugio (coltello-pugnale).
Per quanto riguardava, invece, la moda femminile la presenza della cintura indossata al di sopra della tunica e della stola e posta sotto il seno, indicava lo status di donna sposata e veniva tolta solo durante la gravidanza per essere donata alle dee che acconsentissero ad un buon parto. “Incinta” deriva, infatti, dal latino incincta, ovvero non cincta allusione al fatto di non portare la cintura. - Sotto le vesti domestiche e durante lo svolgimento di attività sportive le donne dell’antica Roma indossavano una fascia di tessuto rettangolare passante in mezzo alle gambe e fermata con lacci sui fianchi. Stiamo parlando delle “mutande”, capo di abbigliamento sia femminile che maschile, il cui significato deriva dal gerundio latino mutandae, ovvero “cambiare”.
Ritratto di Luigi XIV di Hyacinthe Rigaud, 1702, Museo del Luovre, Parigi. Di Hyacinthe Rigaud – wartburg.edu[collegamento interrotto], Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=482613
Tra le attività che possono considerarsi “universali” e distintive dell’essere umano vi è quella relativa il vestire. Il termine correlato al modo di abbigliarsi e quindi al concetto di moda e di costume nasce solo in parte dalla necessità di proteggere il corpo per sopravvivenza. Generalmente, gli storici del settore individuano ulteriori funzioni legate a questo comportamento, ciascuno definito da differenti criteri; l’abito, infatti, possiede anche un valore spirituale ed estetico. Da qui l’uso dell’abbigliamento come indice di status e ruolo sociale, nonché di prestigio personale. In quest’ottica possono essere incluse anche le decorazioni temporanee o permanenti del corpo come, ad esempio, gli accessori, i gioielli e i tatuaggi, la cui concettualizzazione approda nel bisogno di apparire e nella necessità di distinguersi.
In origine il termine “abbigliamento” indicava semplicemente il “modo” di vestire e indossare; con il tempo, il significato principale si è andato evolvendo fino ad indicare “l’insieme di ciò che serve per vestirsi”.
Soffermiamoci sul significato culturale e sociale di alcune parti dell’abbigliamento, partendo dagli esordi, dalle funzioni tramandate e condensate all’interno della foggia di una veste.
La cravatta nella storia: a destra un particolare della scena cinematografica tratta dal film “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini (1964)
Lo sapevate che…
- L’antesignano dell’odierno pantalone, detto calzabraca, nasce in epoca medievale; si trattava di un indumento esclusivamente maschile, sostenuta mediante lacci ad un gonnellino che pendeva dalla cintura, era composta da due elementi (uno per gamba) divisi nel mezzo. Le calzebraghe potevano essere indossate con le scarpe oppure possedere una suola incorporata nel tessuto.
- La cravatta, accessorio caratteristico dell’abbigliamento maschile e di alcune declinazioni di quello femminile, nacque nel 1700 in Francia durante il regno di Luigi XIV, meglio conosciuto come Re Sole, grazie all’impulso che diede all’economia della moda. Nello specifico, l’evoluzione del colletto della camicia, imposta dall’uso di portare i capelli lunghi portò alla definizione della cravatta che consisteva in una striscia di tessuto annodata intorno al collo la cui l’estremità più lunga pendeva sul torace.
La parola deriva dal francese cravate, adottata dal croato hrvat che significa appunto “croato”. Infatti, i cavalieri croati assoldati da Luigi XIV portavano al collo una sciarpa inizialmente denominata “sciarpa croatta”.
Nel 1661, Re Sole istituì addirittura la carica di cravattaio del re, gentiluomo a cui era assegnato il compito di aiutare il sovrano ad annodare ed abbellire il nodo della cravatta. - La giacca, inizialmente denominata giustacuore e poi marsina (dal nome del conte belga Jean de Marsin, comandante delle truppe spagnole nelle Fiandre) in origine fu – nella Francia del Settecento – appannaggio esclusivo della moda maschile. La marsina si caratterizzava per grandi tasche con apertura profilata da alette sagomate e decorate con bottoni (dapprima funzionali e successivamente solo decorativi). Le maniche lunghe ma dai polsini di varia ampiezza erano agli inizi del secolo esageratamente grandi, in seguito le loro dimensioni diminuirono, fino a scomparire del tutto negli anni ’80 del XVIII secolo. I tre bottoni impiegati per fissare il risvolto delle maniche si trasformarono in elemento decorativo come evidenziato dalla foggia delle giacche moderne.
Bibliografia:
- Piccolo Paci, Parliamo di Moda, voll. 3, Cappelli editore, Bologna, 2004
- Fukai, Dalla Collezione di Kyoto Costume Institute. La moda. Storia dal XVIII al XX secolo, Taschen, Colonia, 2003.
Grande Enciclopedia De Agostini, vol. 1, Novara, 1992
Sitografia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Abbigliamento
https://it.wikipedia.org/wiki/Moda
https://totapulchra.news/spiritualita-film/
https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_XIV_di_Francia
https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_romana_del_Casale
Si ringrazia le Dott.ssa Barbara D’Attoma per gli interessanti spunti forniti durante il Corso di Storia della Moda e del Costume presso Scuola Regionale per la Valorizzazione dei Beni Culturali, Fondazione Enaip Lombardia di Botticino (Bs).