La Rubrica di Tullia

Uomini che praticano il Quilting

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Lui, Joe Cunningham, è uno di questi. Ne ha scritto anche un libro analizzando il lavoro e intervistando colleghi appassionati che come è scritto nel titolo lo praticano da prima di lui.

Joe, l’abbiamo incontrato a Verona, al Festival Tessile, una kermesse di cui si parlerà ancora e a lungo, ed è come i suoi quadri, pardon, quilt! Grande!

Ospite di riguardo: la sua mostra era allestita al piano nobile nel Palazzo della Gran Guardia che si affaccia sul giardino che circonda l’Arena.

In realtà lo conoscevamo, per una bella e esauriente intervista* realizzata da Maria Rosaria Roseo per questa rivista ed è stato interessante vederlo generosamente all’opera nello spiegare le sue tecniche e le sue idee.

Ma andiamo per gradi. Joe si è impadronito della tradizione storica, anche lontana nel tempo, del quilting, l’ha studiato con passione e interesse per la libertà creativa, la modernità che aveva scoperto in questo lavoro delle donne quilter attraverso il passato. E’ stato alunno, davvero bravo e diligente, affiancando maestre, esperte ha trovato una sua strada.

Il suo lavoro elabora e rende il nuovo, fornisce un’immagine del quilting davvero personale. Il suo trapunto è pittorico e immaginifico, mi ricorda un po’ Rauschenberg, lo sa anche lui, come altri autori di tendenza ‘astratta’. Interessanti i suoi volti, ironici e ispirati un poco al ‘fumetto’, l’uso dell’appliqué, le stoffe colorate e quel bianco e nero intenso e struggente.

a destra: “Some Dumb Old Painting” a sinistra: “Luke Haynes in His American Context ”                                      

“Autoworld”

Quella grande stanza dagli alti soffitti tutta bianca era perfetta per le sue grandi coperte colorate e che dire della simpatia, tutta musicale:non lascia mai la chitarra perché è un fine musicista. Non ho avuto la fortuna di ascoltarlo a lungo e quindi apprezzarlo anche in questo, nella giusta maniera. A questo proposito chissà se conosce la “Ballata per Joe the quilter”**, di lontana memoria, per quel povero Joe, itinerante  quilter della fine dell’800 nel North Cumberland, nord dell’Inghilterra, passato alla storia per il suo brutale assassinio, ricordato da una ballata e in mostra dentro il Museo Bowes di Barnard Castle.

Credo che si parlerà ancora a lungo di questo lungo weekend veronese, così affollato e ospitale e delle mostre di lavoro tessile in infinite forme, dentro luoghi e palazzi di questa splendida città, organizzate così bene dalla amiche di “Ad Maiora”.

*Intervista con Joe Cunningham
**Joe the Quilter

Sleeping Protesters

a sinistra: “Up the Stream of Good Intentions”      a destra: “Michigan Winter”

“Michigan Winter” detail

“The Creek Dreams it’s a River”

“The Creek Dreams it’s a River” detail

“Untitled”

Joe ci ha spiegato cosa sono i segni in nero al centro del quilt: durante l’inverno dalle sue parti, l’asfalto si crepa per il ghiaccio. In primavera gli addetti alla manutenzione delle strade, riempiono queste crepe con un macchinario. Joe ha fotografato per mesi i disegni che si sono formati e li ha riprodotti con il filo nero

Joe ci fa vedere il retro del suo “Crazy City Flint”: la quiltatura, che sul davanti è poco visibile, rappresenta un paesaggio cittadino molto fitto e complesso

“Crazy City Flint”