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VALERIA PATRIZI E GIULIA SPERNAZZA: Tra il Visibile e l’Interiore

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*Foto in evidenza: Giulia Spernazza, Bacheca affettiva. dettaglio. Ph Manuela Giusto

a cura di Marta Bandini e Elettra Bottazzi

MUSEO DIOCESANO DI CALTAGIRONE
In mostra dal 16 dicembre 2022 al 4 giugno 2023
Inaugurazione 15 dicembre 2022 ore 18.00

La casa, le relazioni, gli spazi che viviamo, la natura, sono parte di ciò che, quotidianamente, ci circonda. Negli ultimi anni tutto ciò ha avuto maggiore rilievo nelle nostre vite, prendendo maggiore consapevolezza della nostra intimità e del valore del tempo, così come della sua infinita mutevolezza e fugacità. Ogni cosa è soggetta al mutamento e allo scorrere del tempo. Ritrovarsi significa vivere i nostri legami come momento unico, individuale ed intimo. È proprio per questo che ci evolviamo nel corso della vita attraverso connessioni che si rafforzano e consolidano, si perdono o si sgretolano, portandoci, di conseguenza, a realizzarne delle altre. Ci leghiamo a qualcosa o a qualcuno, ci uniamo e ci separiamo, alimentiamo e creiamo nuove relazioni: un intreccio infinito.

“Due artiste che, pur nella diversità stilistica e dell’utilizzo dei materiali, si cimentano in una rete di relazioni comunicative date dall’intreccio delle esperienze professionali e umane, mettendo in connessione progetto e manufatto, spirito e materia. Attraverso il canale dell’arte la narrazione riesce così a restituire all’osservatore un’opportunità di riflessione sull’importanza delle relazioni personali.” (F. Raimondi)

In “Tra il Visibile e l’Interiore”, mostra di Valeria Patrizi e Giulia Spernazza a cura di Marta Bandini ed Elettra Bottazzi, le artiste indagano il concetto di legame, entrambe con il proprio linguaggio artistico e la propria interpretazione. Creano opere a8raverso una molteplicità di materiali grezzi e sensoriali per rievocare il costituirsi di unioni materiche, per ricordare e ritrovare ricordi ed emozioni.

Giulia Spernazza affida la sua ricerca all’utilizzo di materiali della realtà domestica: il cemento bianco, scelto simbolicamente dall’artista, come elemento di costruzione della casa che abitiamo e, quindi, sinonimo di solidità e stabilità; feltri, ova8a e frammenti di indumenti o panni ricamati che, usurati, cristallizzano il tempo e la storia degli affetti che li ha attraversati. Questi elementi fusi in un unico legame, in una unica opera, ci riportano alle corde più intime e familiari del nostro vivere. Le opere della Spernazza immergono lo spe8atore nella dimensione degli affetti e della realtà casalinga entrando in stre8o dialogo con la memoria e con i nostri ricordi.

Valeria Patrizi, lavorando sulla condizione degli opposti, affronta la ricucitura del legame perso, ferito, che scaturisce nell’incontro tra due parti: l’io e l’altro, il noi e la natura. L’artista rifle8e sul tema ricucendo con il filo e colla pezzi di tele in cotone, e segna, con una matita, la linea sottile tra le opere come congiunzione tra le parti. Come ricordi che emergono e vengono legati l’uno all’altro, rievocano un prezioso spazio di incontro tra essi e la natura. La Patrizi, a8raverso il gesto della sutura richiama l’antica tradizione del cucito, elemento cara8erisEco della vita domestica di un tempo e momento imprescindibile di interazione tra generazioni.
Un continuo processo di risanamento e di rammendo unisce il fare delle due artiste per curare e creare nuovi legami e intrecci tra individui, oggetti e natura, per sancire l’inizio di nuove storie da raccontare.

Giulia Spernazza, La Cura. dettaglio. Ph Manuela Giusto

Valeria Patrizi (Roma,1979), la sua formazione è strettamente legata al mondo del restauro. Nel 2016, infatti, ottiene la qualifica di collaboratrice restauratrice di Beni Culturali e nel 2009 conclude il corso triennale di restauro del dipinto e dell’affresco presso la Scuola di Arti Ornamentali “San Giacomo” di Roma. In seguito ad un primo approccio accademico alla pittura, risultato di studi approfonditi presso l’Accademia di Belle Arti della Capitale, Valeria Patrizi ricerca una dimensione pittorica innovativa e personale: una combinazione tra l’essenzialità delle forme unita alla matericità delle grandi tele che vengono lavorate senza telaio e con l’utilizzo di caffè, thè e bitume. Ciò che ne scaturisce è un’attenzione costante alla figura umana, in particolare a quella femminile, portatrice di una verità profonda, in grado di mutare costantemente tra desiderio e concretezza. Oltre alle numerose partecipazioni a mostre collettive e fiere, tra le esposizioni personali si ricordano: nel 2016 Souvenir alla galleria Amaneï di Salina; nel 2017 Una stanza tutta per sé alla Galleria Nardi di Roma; nel 2018 Plenitudo al Museo Diocesano di Caltagirone, Amor mi mosse nel Palazzo del Pegaso sede della Regione Toscana a Firenze e Se fioriscono i melograni presso la Fondazione Marco Besso di Roma; nel 2020 M’è dolce naufragar al Faro di punta Lingua a Salina e Demetra in fiore in Palazzo Ferretti a Cortona. Nel 2022 realizza la personale Baja California presso la galleria Amaneï di Salina e Donne di Mare, presso VivereArteGallery di Wiesloch (Germania).

Giulia Spernazza, (Roma, 1979) nel 2008 si laurea in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Collabora ed espone in modo permanente presso diverse gallerie, tra le quali la Galleria d’Arte Faber (Roma), la Galleria Artistica (Forlì), AM Studio Art Gallery (Napoli), la Galleria Lazzaro (Genova) e SCD Textile & Art (Perugia). Numerose sono le partecipazioni a premi e mostre collettive e tra le principali nel 2012 si ricordano il Premio Adrenalina 2.0 presso il Macro Testaccio la Pelanda di Roma e la Mostra Collettiva L’Intimo mistico dell’Opera al Museo Centrale Montemartini sempre a Roma. Nel 2013 viene invitata al 64° Premio Michetti La bellezza necessaria, Museo Michetti (Francavilla al Mare) e nel 2014 partecipa ad un’altra edizione del Premio Adrenalina 3.0 presso il Macro Testaccio la Pelanda (Roma). Rilevanti anche le partecipazioni nel 2019 alla mostra collettiva Ex Voto per arte ricevuta presso il Museo Marino Marini (Firenze), al Premio Arteam Cup, Villa Nobel (Sanremo) e alla IV Biennale del libro d’Artista presso la Fondazione Monti uniti di Foggia. Realizza alcune bipersonali, come Il coraggio dell’abbandono alla Galleria d’Arte Faber (2015) e Cosimo presso la Galleria RvB Arts di Roma (2018). Le esposizioni personali invece, annoverano nel 2018 “Natura pura” alla Galleria d’Arte Faber; nel 2020 Strati d’animo, a cura di Anna Lisa Ghirardi, presso il MuSa (Museo di Salò) e Memories to preserve, a cura di Barbara Pavan e Susanna Cati, alla Galleria d’Arte SCD Textile & Art (Perugia); nel 2021 Vulnerabile, a cura di Cristian Porretta, presso la Galleria d’Arte Faber. Nel 2021 realizza un’installazione site-specific per la mostra Terrapromessa, a cura di Barbara Pavan, nell’ambito del Festival IlluminAmatrice. Nel 2022 partecipa alla Mostra The Soft Revolution”, 25WTA World Textile Art, a cura di Barbara Pavan, presso il Museo del Tessile di Busto Arsizio ed espone alla personale “MUTEVOLE”, a cura di Barbara Pavan, presso F’Art spazio arte contemporanea a L’Aquila. Le sue Opere sono state acquisite dal Museo Michetti (Francavilla al Mare) e dalla Civica Raccolta del Disegno di Salò (MuSa).

Giulia Spernazza, Soft wall. dettaglio. Ph Manuela Giusto