Events

HISTORY OF THE HUMANITY

The Flat – Massimo Carasi
via Paolo Frisi, 3 (MM Porta Venezia)
Milano 20129 – ITALY
Anthony Coleman – Peter Frederiksen – Antonio Riello – Guadalupe Salgado
Opening Thursday, Nov. 23 from 6 to 9 p.m.

The history of mankind is made up of “weirdos.”

Leaders and adventurers, guards and thieves, builders and saboteurs, dictators and guerrillas but there is no shortage of philosophers and self-styled healers, clowns and acrobats, scientists and artists….

It is peppered with myths, beliefs and religions in which inexplicably, at every latitude, ancestral tales of floods, great achievements, insulting deeds, and momentous battles between good and evil are handed down.

Human history is full of dichotomies where opposites clash, warring leaving victims in the path.

It is the repeated wrong actions that accumulate year after year, century after century, millennium after millennium. In the intimacy of a domestic hearth as in primitive caves, between the Tigris and the Euphrates as between Tikal and Calakmul, with technological weapons as well as with an axe or an arrow.

Four international artists touch on atavistic topics, which have unfortunately returned tragically to the present day, using borderline aesthetics, at times disturbing and provocative, partly because of the same irony or playfulness that is inherent in their favorite materials and techniques.

They express themselves by mixing styles and techniques, drawing comic strips or pop icons with cotton thread or with crayons and pencils, sculpting wool as if it were ceramic, decontextualizing objects or producing sarcastic ready-made.

ANTHONY COLEMAN (1969, lives and works in Philadelphia, USA), a self-taught artist, draws exaggerated portraits of the aforementioned “Strangers” on paper with graffiti and colored pencils: public or television personalities, clowns, singers or dancers are transfigured by hyperbole that becomes the artist’s hallmark, such as noses often more like beaks. The mostly monochrome, brightly colored backgrounds enhance the sublimation of reality. (These subjects are the -transfiguring- characters that fill the days of “Tony Coleman” )

PETER FREDERIKSEN (1987, lives and works in Chicago, USA) draws with a sewing machine, with colored cotton threads, scenes that could be taken from the cartoons of the golden years of American comics. He portrays and ridicules the unhealthy attitudes, insecurities and shallowness of the individual man as well as of “community” life, which is often made up of bullying and broken promises.

ANTONIO RIELLO (1958, lives and works between Bassano del Grappa and London) eclectically stages the contradictions and paradoxes of Western society. In a continuous anthropological research, he feeds and returns reflections on the difficult human coexistence through sarcasm and irony. Ready-made compositions, sculpture, and large ballpoint pen drawings outline only a small part of the artist’s vast and varied exploration.

GUADALUPE SALGADO (1991, lives and works in Mexico City) through varied and articulate textile art, displays imagery and iconography derived from a collective baggage that shows us satire in tragedy. It so happens that the work “Sacrificios” is composed with cartoonish strokes by a large pink bow that could be Minnie’s towering over a copious pile of bones. Of a different make, however, is the iconic bison skull (impossible not to think of Georgia O’Keeffe paintings), sculpturally made of powder-pink wool.

Eventi

HISTORY OF THE HUMANITY

The Flat – Massimo Carasi
via Paolo Frisi, 3 (MM Porta Venezia)
Milano 20129 – ITALY
Anthony Coleman – Peter Frederiksen – Antonio Riello – Guadalupe Salgado
Inaugurazione giovedì 23 Novembre dalle 18:00 alle 21:00

La storia dell’umanità è fatta di “tipi strani”.

Condottieri e avventurieri, guardie e ladri, costruttori e sabotatori, dittatori e guerriglieri ma non mancano i filosofi e sedicenti guaritori, clown e acrobati, scienziati ed artisti….

È costellata di miti, credenze e religioni in cui inspiegabilmente, ad ogni latitudine, si tramandano racconti ancestrali di inondazioni, di grandi conquiste, di azioni ingiuriose, di battaglie epocali tra il bene e il male.

La storia dell’umanità è ricca di dicotomie dove gli opposti si scontrano, guerreggiano lasciando vittime sul percorso.

Sono le azioni sbagliate reiterate ripetutamente che si accumulano anno dopo anno, secolo dopo secolo, millennio dopo millennio. Nell’intimità di un focolare domestico come nelle grotte primitive, tra il Tigri e l’Eufrate come tra Tikal e Calakmul, con armi tecnologiche così come con un ascia o una freccia.

Quattro artisti internazionali sfiorano argomenti atavici, purtroppo ritornati tragicamente attuali, utilizzando estetiche borderline, a volte disturbanti e provocatorie, anche a causa della stessa ironia o giocosità che è insita nei materiali e tecniche da loro prediletti.

Si esprimono mescolando stili e tecniche, disegnando fumetti o icone pop con filo di cotone o con pastelli e matite, scolpendo la lana come fosse ceramica, decontestualizzando oggetti o producendo ready made sarcastici.

ANTHONY COLEMAN (1969, vive e lavora a Philadelphia, USA), artista autodidatta, disegna su carta con graffite e matite colorate ritratti esagerati degli “Strangers” sopra citati: personaggi pubblici o televisivi, clown, cantanti o ballerine sono trasfigurati da iperboli che diventano il tratto distintivo dell’artista, come i nasi spesso più simili a becchi. Gli sfondi, perlopiù monocromi, dai colori accesi aumentano la sublimazione della realtà. (questi soggetti sono i caratteri -trasfiguranti- che riempiono le giornate di “Tony Coleman” )

PETER FREDERIKSEN (1987, vive e lavora a Chicago, USA) disegna con una macchina da cucire, con fili di cotone colorati, scene che potrebbero essere tratte dai cartoni animati degli anni d’oro del fumetto americano. Ritrae e ridicolizza le attitudini malsane, le insicurezze e bassezze del singolo uomo così come della vita “comunitaria”, fatta spesso di sopraffazioni e di promesse non mantenute.

ANTONIO RIELLO (1958, vive e lavora tra Bassano del Grappa e Londra) ecletticamente mette in scena le contraddizioni e i paradossi della società occidentale. In una continua ricerca antropologica, si nutre e restituisce riflessioni sulla difficile coesistenza umana tramite il sarcasmo e l’ironia. Composizioni ready-made, scultura, grandi disegni a biro tratteggiano solo una piccola parte della vasta e varia esplorazione dell’artista.

GUADALUPE SALGADO (1991, vive e lavora a Mexico City) tramite un’arte tessile varia e articolata, mostra un immaginario e iconografia derivanti da un bagaglio collettivo che ci mostra la satira nella tragedia. Avviene così che l’opera “Sacrificios” sia composta con tratti fumettistici da un grande fiocco rosa che potrebbe essere quello di Minnie che sovrasta un copioso mucchio di ossa. Di diversa fattura è invece l’iconico teschio di bisonte (impossibile non pensare a dipinti Georgia O’Keeffe), realizzato scultoreamente in lana color rosa cipria.