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VIRGINIA RYAN – Personal Diffractions #2

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MAD Umbria Museum – Museo Arte Design, S.S. Flaminia Km 138, Campello sul Clitunno (PG)
fino al 1 settembre 2021
dal lunedì al sabato, con orario 9.00 – 13.00 e 15.30 – 19.30.
Email: ryanprojects@yahoo.com – info@madumbriamuseum.it Tel: 0743 521105

A cura di Davide Silvioli

MAD Umbria Museum – Museo Arte Design a pochi minuti dal celebre Tempietto sul Clitunno (patrimonio dell’UNESCO), fondato nel 2012 per approfondire il dialogo fra arte e design, contenente progetti dei più rilevanti designer internazionali, dopo aver ospitato, negli anni addietro, le esposizioni di Sol LeWitt e di Auro&Celso Ceccobelli, presenta “Personal Diffractions #2”, mostra personale di Virginia Ryan, con testo critico di Davide Silvioli.

La mostra giunge al MAD Umbria Museum come il naturale approdo dell’attuale percorso di ricerca artistica di Virginia Ryan, focalizzandosi, nello specifico, sui suoi ultimi risultati, ponendo in relazione serie di opere che vanno dal 2016 al 2020, nell’unità di un medesimo spazio.

Il titolo della mostra, come è evidente, si riallaccia a “Personal Diffractions”, esposizione tenuta dall’artista a Todi, con l’intento di costruirne un secondo atto, nonché un collegamento, utile a verificare le proprietà del lavoro recente dell’autrice in ambienti diversi, selezionando determinati cicli di lavori, all’interno di un contesto che ne permette coniugazioni finora mai praticate.

«Il progetto “Personal Diffractions #2” – scrive Davide Silvioli – consente di entrare negli esiti recenti del lavoro di Virginia Ryan, attraverso un’angolazione in grado di fornire un punto di vista esauriente ma conciso al tempo stesso. Mediante la scelta di porre in simmetria opere appartenenti a cicli differenti e realizzate negli ultimi anni di attività, la mostra mira a sottolinearne, prevalentemente, quelle analogie stilistiche che permettono di ricostruirne la genealogia comune. Difatti, pur nella diversità dei mezzi espressivi adottati, le opere manifestano una significativa e condivisa attitudine all’enfasi cromatica, alla predilezione per materie diversificate, al dialogo con lo spazio circostante e, in alcuni casi, al pattern e all’horror vacui. Il tutto è caratterizzato dal senso caldo derivante dalla scelta dei materiali e dal modo di interpretarli dell’artista, costituendo il filo conduttore estetico di un’unica narrazione».

Self Portrait with Pagne’ 2013

Virginia Ryan australiana di nascita e italiana d’adozione, ha vissuto numerosi anni in Egitto, Brasile, Gran Bretagna e Ex-Yugoslavia. Dal 2000 ha stabilito uno studio in Umbria, presso Trevi, e ad Accra, in Ghana. È cofondatrice della Foundation For Contemporary Art in Ghana e dell’associazione Make art not walls. Ha sperimentato, negli anni, la pittura, la fotografia, la scultura e l’installazione, a volte realizzando progetti in collaborazione con artisti, designer, antropologi e musicisti. Virginia Ryan impronta, da sempre, il proprio lavoro su ciò che giace sotto la superficie “liquida” del sapere globalizzato, individua e unisce culture e storie geograficamente lontane sul principio di simboli ancestrali universalmente condivisi. Hanno scritto sul suo lavoro – fra i molti – Achille Bonito Oliva, Ivan Bargna, Osei Bonsu, Maurizio Coccia, Anna Cochetti, Martina Corgnati, Massimo Duranti, Emidio De Albentiis, Manuela De Leonardis, Steven Feld, Laura Lacan, Gianluca Marziani, Enrico Mascelloni, Cecilia Metelli, Stefania Petrillo, Mara Predicatori, Vittorio Sgarbi, Italo Tomssoni, Bruno Toscano. Ha esposto alla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, Demarco Art Foundation di Edimburgo, The view gallery di Liverpool, Palazzo Lucarini di Trevi, Atelierart International di New York, Tempio di Adriano a Roma, Tacit Galleries di Melbourne, Mattatoio di Roma, Kunsthaus Tacheles di Berlino, Museo MACRO di Roma, Galerie Fakhoury di Londra, Palazzo Collicola di Spoleto, Sherman Galleries di Sydney, Galleria Pio Monti di Roma.