Interviste

A proposito di Maria Carmela Milano

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di Romina Guidelli*

Per comprendere il lavoro di Maria Carmela Milano è necessario andare a fondo. Guardare dentro. Contemplare con attenzione ogni suo contenitore tattile dell’essenza: la sua opera ospita umana poesia e umano tormento, protetti da maglie strette. Il suo stesso corpo è strumento, medium che la accompagna nella creazione e involucro a cui cucire addosso anima e identità personale ogni giorno, per poi restituire medesima essenza all’esterno da sé, in opere che siano ritratto, frammento e traccia, del suo stesso battito vitale.
Una cura speciale per il particolare, per l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, per l’evidente e per il nascosto. Vene sottili e grandi arterie, capillari e capelli, organi e pelle sono contenuti e contenitori astratti da un corpo ideale che diventano prolungamento del corpo stesso dell’artista e, attraverso la liturgia dei movimenti del cucito e dell’intrecciato, si fanno corpo d’opera per abbracciare lo spazio. Un processo che accade naturalmente e onora quel sentimento d’accoglienza e d’inclusione che riconosce perfettamente chi la conosce.

“Da cosa nasce cosa”, particolare installazione , BOCS Art, 2017

L’arte di Maria Carmela Milano cinge il tempo in cui accade la vita.

 

Corde sottili edificano architetture nate da percorsi di filo nuovo in spazi antichi.

Così Maria Carmela installa.

Oppure s’attorcigliano su sé stesse alla ricerca dell’intimità massima e della forma pura.

Così Maria Carmela scolpisce.

Ogni nodo, ogni filo per Maria Carmela è parte del tutto e merita infinita cura e mani capaci per restituire immagine e forma di ritratti interiori, nel più profondo e segreto senso del termine.

Così Maria Carmela assembla.

Maria Carmela Milano indossa il suo lavoro sulla pelle. Il calore evocato da ogni sua opera raggiunge intenso chi l’osserva. In questo stato di coinvolgente piacere, l’osservatore si lascia osservare dentro. La artista racconterà questo ravvicinato incontro nella sua prossima opera.

Arte Pollino, 2011, workshop , “La rete di Indra”

Arte Pollino, 2011, “La rete di Indra”, fili intrecciati

Maria Carmela, da dove parte la tua ricerca?

Nella mia ricerca il corpo ha un ruolo centralissimo e con esso il suo rapporto con lo spazio. Il corpo nel mio lavoro non solo è il fulcro da cui sono sempre partita, diventa altresì unità di misura degli ambienti che lo ospitano. Non solo come misura spaziale, ma anche come misura emozionale. Un corpo che attraversa lo spazio, percorrendolo, camminandolo, correndolo, lo misura come geometria, lo disegna come forma. Un corpo nello spazio incontra altri corpi, incontra luoghi densi di sentimenti e di vissuti, un corpo in questo stato si emoziona e produce azioni ricche di significato. Un corpo in questo stato diventa MAPPA, una geometria di tessuti, una geografia di emozioni. Gioco su questo dualismo Il Corpo e La Geografia, e cerco di approfondire il legame che il corpo ha con il paesaggio, vivendo lo spazio.

Da quando ho iniziato a lavorare sul mio corpo ho necessariamente interagito con l’altro osservandolo e sezionandolo, come si fa in un laboratorio. Ho sperimentato diversi materiali e diverse forme espressive fino ad arrivare ad utilizzare quasi e solo esclusivamente le fibre tessili. Il corpo nella mia ricerca si fa tessuto e il tessuto si fa pelle, la pelle diventa trama e intrecci, gli intrecci diventano organi. È stato semplice trovare nel tessuto il corpo che cercavo.

A cosa stai lavorando o su cosa vuoi lavorare adesso?

In questo momento sono impegnata con Silvia Adiutori, arteterapeuta e psicologa gestaltista, in un progetto di arteterapia tessile. Questo percorso si svolge con modalità di formazione esperienziale sull’utilizzo delle tecniche di arteterapia tessile per il lavoro nell’ambito dell’educazione, della riabilitazione, dell’integrazione, della clinica, del sociale inteso come spazio di intervento trasversale e multivariato che si sviluppa intorno alla pratica della relazione d’aiuto. Lo abbiamo proposto presso un centro diurno frequentato da adulti con gravi disabilità.

Ho ricominciato, da poco anche a concentrarmi su un progetto che avevo iniziato circa 3 anni fa, “Da cosa nasce cosa”, iniziato con una residenza artistica presso BOCS ART a Cosenza, concentrandomi soprattutto sulla relazione tra me e gli altri. Questo percorso è iniziato con la nascita di mia figlia, da questo momento la mia vita è cambiata e si è modificata. Sono nate, con lei, una nuova me e tantissime altre cose.

Per esempio da quando è nata mia figlia Carlotta è nato anche Pupazze a Pezzi, un piccolo marchio di produzione pupazzi di pezza e dei progetti di laboratorio di micro cucito e di attività creative per i bambini.

BOCS ART, work in progress, 2017

“Da cosa nasce cosa”, carta lavorata all’uncinetto, BOCS ART, 2017

Da cosa nasce cosa”, carta lavorata all’uncinetto, BOCS ART, 2017, particolare

Ci racconti il tuo ultimo lavoro?

Il lavoro che ho presentato alla Galleria Up di Roma, nella mostra curata da Marta Di Meglio, ho realizzato delle opere che riproducono un organo umano a cui sono molto affezionata, “Il cuore”.

Ho mescolato diverse tecniche, la stampa diretta su tessuto, il ricamo e il cucito, per realizzare delle piccole installazioni che riproducevano il cuore sotto forma di pupazzo. Ho cercato di tradurre la parola amore con delle immagini che sento molto mie. L’amore non vive banalmente nel cuore, l’amore il cuore lo perfora e lo attraversa, lo gonfia e lo fa camminare. L’amore non l’ho interpretato solo come l’amore per l’altro, ma l’ho inteso come il motore che ci muove a vivere la vita con passione; l’amore e il cuore diventano una mappa anatomica da percorrere.

“Extrasistole”, ricamo su stoffa, Galleria UP, Roma, 2021

“Extrasistole”, tecnica mista su stoffa, Galleria UP, Roma, 2021

“Extrasistole”, tecnica mista su stoffa, Galleria UP, Roma, 2021

Progetti futuri?

Nel mese di luglio sono  presente con altre artiste a TERRAPROMESSA, un progetto di mostra diffusa inserito nel Festival delle Arti Contemporanee IlluminAmatrice, nella natura dei Monti della Laga, ad Amatrice, appunto; per me è stata la prima occasione di riprendere in mano progetti ed idee lasciate nel cassetto da un po’ di tempo. Inoltre c’è l’idea di una personale a Roma intorno al mese di novembre, ma questo potrebbe essere solo l’inizio…o un nuovo inizio…

Maria Carmela Milano, DA COSA NASCE COSA, Terrapromessa, Amatrice, Ph.credit Marzio Mozzetti

Maria Carmela Milano, DA COSA NASCE COSA, Terrapromessa, Amatrice, Ph.credit Marzio Mozzetti

Maria Carmela Milano (Polla, 1976), è un artista interdisciplinare. La passione per la lavorazione del metallo la porta prima al laboratorio di Ferruccio Maierna dove inizia a lavorare il ferro costruendo sculture meccaniche autonome e, successivamente, alla Scuola di Incisione San Giacomo di Roma, dove si specializza come incisore e stampatore.

Da sempre affascinata dal lavoro sul proprio corpo e sulle infinite possibilità di interazione attraverso esso, canalizza la sua ricerca attraverso differenti modalità espressive fino ad arrivare alla ricerca attuale concentrata soprattutto sull’uso di fibre tessili utilizzando diverse tecniche, tutte apprese durante l’infanzia nella casa materna dove lavoravano i tessuti le donne di tutta la famiglia. Nel 2001 fonda, insieme ad altri artisti e performer il collettivo Santasangre, compagnia di teatro sperimentale di fama internazionale. Ha partecipato a numerosi progetti, mostre personali e collettive.

*Romina Guidelli, curatrice di Arte Contemporanea
Da anni organizza eventi presso gallerie, spazi pubblici e privati, e festival di Arte Contemporanea. Tra i progetti istituzionali le mostre curate presso: il Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini, Roma; Raccolta Manzù, Ardea, Roma; il Complesso Museale delle Case Romane del Celio, Roma; il Castello di Santa Severa, Santa Marinella, Roma; SERMIG, Arsenale della Pace, Torino; Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo dell’Isola di Lampedusa.