Industries for Art

CONNESSIONI SUL FILO DI RAME: LUCIA BROLLO E PATRIZIA POLESE

*Featured photo: Patrizia Polese, portrait in studio

Due donne, un’imprenditrice e un’artista, da anni rendono possibile coniugare un’azienda che produce trasformatori con la fiber art contemporanea dando vita a opere d’arte esposte in manifestazioni nazionali ed internazionali ed entrate in collezioni pubbliche e private.

Patrizia Polese, dettaglio opera

They are Lucia Brollo, managing director of Brollo Siet S.r.l. in Caerano di San Marco, and Patrizia Polese who, after a long experience in the field of restoration between Milan and Venice, specialised in Weaving at the School of Applied Art at Castello Sforzesco and is now an established artist and lecturer in Fabric Design at the IUAV University of Venice. It was precisely from her experimentation that their collaboration was born: the search for alternative materials for works made with textile techniques led her, somewhat by chance, to this company that uses copper wire for its industrial production. Born from the merger of the family’s industrial activities, active in the Triveneto region since 1947, Brollo is a company that has treasured a decades-long legacy of experience while being young and dynamic. “Copper is a precious material and therefore even failed coils or scraps have their own market,’ Lucia Brollo explains, ‘but when we were offered the opportunity to use some of these materials to give shape to works of art, we got curious and started this exclusive collaboration, the genesis, development and transformation of which we have appreciated over the years. Some of the works are now part of our collection and are on display in the company’s offices and meeting rooms.”

Patrizia Polese, dettaglio opera

Polese “sees weaving as a natural, ancestral instinct that belongs to everyone, like the spontaneous action of weaving blades of grass when stretching out in a beautiful meadow. Touch becomes a desire for construction, a search for a connection, a dialogue with us and a possible interweaving with the outside world.” Her recent experimentation with copper wire has given shape to the Paesaggi Alchemici, a series of sculptures made by weaving them on a loom in a composition where the warps themselves become wefts, distorting the traditional fabric construction.

Patrizia Polese. Paesaggio Alchemico, scraping

The artist chooses copper because it is a material that comes from the earth and on encountering water and air is transformed, triggering constant change and mutations that cannot be fully controlled; “subverting the beliefs and certainties of one’s own experience to solicit an inner and outer change is the task of alchemy and nature to which I willingly leave the task of welcoming these unconventional tangles,” he adds.

Continuously searching for a common language between all things in an interweaving of space, time, human, animal and vegetable elements, Polese gives his artistic practice the objective of awakening consciences to the truth of the continuity between the self and the environment, “of how everything is governed by individual perception through which everything is composed, decomposed and connected.”

Patrizia Polese

Her artworks have been exhibited at the XXI Triennale in Milan, the Central Textile Museum in Lodz (Poland), Miniartextil Como, and galleries in the United Arab Emirates, among others.

Patrizia Polese, dettaglio opera
Imprese per l'Arte

CONNESSIONI SUL FILO DI RAME: LUCIA BROLLO E PATRIZIA POLESE

*Foto in evidenza: Patrizia Polese, portrait in studio

Due donne, un’imprenditrice e un’artista, da anni rendono possibile coniugare un’azienda che produce trasformatori con la fiber art contemporanea dando vita a opere d’arte esposte in manifestazioni nazionali ed internazionali ed entrate in collezioni pubbliche e private.

Patrizia Polese, dettaglio opera

Sono Lucia Brollo, amministratore della Brollo Siet S.r.l. di Caerano di San Marco, e Patrizia Polese che, dopo una lunga esperienza nel campo del restauro tra Milano e Venezia, si è specializzata in Tessitura presso la Scuola d’Arte Applicata del Castello Sforzesco ed è oggi artista affermata nonché docente di Design del tessuto presso l’Università IUAV di Venezia. Proprio dalla sua sperimentazione è nata la loro collaborazione: la ricerca di materiali alternativi per opere realizzate con tecniche tessili l’ha condotta infatti, un po’ per caso, fino a questa azienda che impiega il filo di rame per la propria produzione industriale. Nata dalla fusione delle attività industriali di famiglia, attive nel Triveneto sin dal 1947, la Brollo è un’azienda che ha tesaurizzato un’eredità decennale di esperienza pur essendo giovane e dinamica. ”Il rame è un materiale prezioso e dunque anche le bobine fallate o gli scarti hanno un loro mercato – mi spiega Lucia Brollo – ma quando ci è stato proposto di destinare una parte di queste materie per dar forma ad opere d’arte, ci siamo incuriositi ed abbiamo dato inizio  questa collaborazione esclusiva di cui negli anni abbiamo apprezzato genesi, sviluppo e trasformazione. Alcuni lavori sono oggi parte della nostra collezione e sono esposti negli uffici e nelle sale riunioni in azienda”

Patrizia Polese, dettaglio opera

Polese “considera l’intreccio come un istinto naturale e ancestrale che appartiene a tutti, come per esempio l’azione spontanea di intrecciare i fili d’erba quando ci si distende in un bel prato. Il tatto diventa desiderio di costruzione, ricerca di una connessione, dialogo con noi e un possibile intreccio con il mondo esterno.” La sua recente sperimentazione con il filo di rame ha dato forma ai Paesaggi alchemici, una serie di sculture realizzate attraverso la loro tessitura a telaio in una composizione dove gli orditi diventano essi stessi trame stravolgendo la tradizionale costruzione del tessuto.

Patrizia Polese. Paesaggio Alchemico, scraping

L’artista sceglie il rame perché è una materia che viene dalla terra e incontrando l’acqua e l’aria si trasforma innescando un costante cambiamento e mutazioni non pienamente controllabili; “sovvertire le credenze e le certezze del proprio vissuto per sollecitare un cambiamento interiore ed esteriore è compito dell’alchimia e della natura cui volentieri lascio il compito di accogliere questi grovigli fuori dagli schemi” aggiunge.

Alla continua ricerca di un linguaggio comune tra tutte le cose in un intreccio tra spazio, tempo, elementi umani, animali e vegetali, Polese consegna alla pratica artistica l’obiettivo di risvegliare le coscienze alla verità della continuità tra l’io e l’ambiente, “di come tutto sia governato dalla percezione individuale attraverso la quale tutto si compone, si scompone e si collega.”

Patrizia Polese

Le sue opere sono state esposte, tra gli altri, alla XXI Triennale di Milano, al Museo centrale del tessuto di Lodz (Polonia), a Miniartextil Como, in gallerie degli Emirati Arabi Uniti.

Patrizia Polese, dettaglio opera

Barbara Pavan

English version Sono nata a Monza nel 1969 ma cresciuta in provincia di Biella, terra di filati e tessuti. Mi sono occupata lungamente di arte contemporanea, dopo aver trasformato una passione in una professione. Ho curato mostre, progetti espositivi, manifestazioni culturali, cataloghi e blog tematici, collaborando con associazioni, gallerie, istituzioni pubbliche e private. Da qualche anno la mia attenzione è rivolta prevalentemente verso l’arte tessile e la fiber art, linguaggi contemporanei che assecondano un antico e mai sopito interesse per i tappeti ed i tessuti antichi. Su ARTEMORBIDA voglio raccontare la fiber art italiana, con interviste alle artiste ed agli artisti e recensioni degli eventi e delle mostre legate all’arte tessile sul territorio nazionale.