Interviste

HANNAH GARTSIDE

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*Foto in evidenza: Illusion Quilt, 2016-17, (detail), found wool crepe and plain-weave wool fabrics (gift of the Ridolfi family), wool wadding, thread, 115 x 95 x 13cm, photo Chris Bowes

Hannah Gartside (Londra, 1987) si è laureata con lode in Belle Arti, Design della Moda, alla Queensland University of Technology lavorando successivamente come costumista per il Queensland Ballet per alcuni anni prima di trasferirsi a Melbourne per studiare scultura al Victorian College of the Arts. Esperienze formative e professionali che hanno condotto la sua ricerca all’utilizzo del medium tessile, privilegiando tessuti e abiti usati in cui trova la poesia della memoria di storie vissute. I suoi lavori – sculture, video, installazioni – sono state esposte in mostre e sedi istituzionali tra le quali l’Institute of Modern Art e il QUT Art Museum di Brisbane. Le sue opera sono attualmente esposte al Museum of Contemporary Art di Sydney nella mostra annuale dedicato ai giovani artisti australiani.

Illusion Quilt, 2016-17, found wool crepe and plain-weave wool fabrics (gift of the Ridolfi family), wool wadding, thread, 115 x 95 x 13cm, photo Chris Bowes.

Il tessile è il materiale d’elezione della tua ricerca. Materiali con cui sperimenti tecniche differenti per opere che spaziano dalle piccole sculture di guanti della serie BUNNIES IN LOVE fino alle grandi installazioni come THE SLEEPOVER. Quanto è importante la sperimentazione nella tua pratica artistica?

Passo molto tempo nel mio studio sperimentando le possibilità e testando il potenziale dei materiali. Lo considero un processo di ascolto. In realtà si tratta di tagliare, cucire, allungare, annodare, raccogliere, rattoppare, unire, infilare, avvolgere o cucire a zig-zag sul filo da modista. Dopo l’anno scorso, potrei aggiungere anche la “filatura” a questa lista.

Ho trascorso molti mesi durante il 2021 osservando il modo in cui vari tessuti si muovevano se ruotati in senso orario o antiorario su di un’armatura prototipo (Il mio assistente tecnico ha preparato una base sulla quale attaccare un’asta d’acciaio, che gira alimentata da un trapano). Ho lavorato con diversi tessuti, tagliati in modi diversi e appesi a diversi tipi di strutture per ottenere effetti particolari. Lavorare in questo modo è stato folle e ignoto, come se immaginassi di trovarmi in uno spazio grande, vuoto e buio, procedendo a tentoni, ascoltando i cambiamenti di suono del mio passo o la direzione di una folata di vento.

O, 2021, 320cm H x 229cm W x 211cm D, found tulle, found 1930s dress and ribbon, silk fabrics, leather offcuts, thread, brass rod, timber dowel rod, photo Chris Bowes.

Il tessuto è materiale che appartiene alla vita di ognuno: entriamo in contatto con esso continuamente e nel corso dell’intera esistenza, sovente in un contatto fisico ed intimo con il corpo di cui conserva traccia e per questo, ad esso attribuiamo spesso una sorta di ‘memoria’. Quali sono le ragioni all’origine della scelta di questo medium per la tua pratica artistica?

Mi sembra che le ragioni siano innumerevoli! Mia nonna mi ha insegnato a cucire quando avevo sette anni, e fin’ora ho dedicato la mia vita al lavoro con il tessile. Per le stesse ragioni che hai citato in questa domanda, io adoro I tessuti: per la loro intimità e la loro quotidiana, prosaica e tenera connessione con i corpi umani. Penso che sia stato dopo la morte di mio padre, quando avevo 21 anni, (nel realizzare le opera per la mia tesi di laurea, un paio d’anni dopo, ho usato, tra le altre cose, le sue camicie e cravatte), che ho veramente iniziato a comprendere 1) ciò che è conservato nella stoffa e 2) quanto influente e potenzialmente trasformativo fosse per me, a livello personale, lavorare con questi materiali. Mi sono resa conto che se questo era vero per me, forse lo sarebbe stato anche per altre persone.

Brunswick Studio, detail, 2021. Courtesy Hannah Gartside
O, 2021, detail, photo Chris Bowes.

Nella poesia che permea tutti i tuoi lavori, che ruolo hanno le caratteristiche concettuali del medium tessile?

Sono alla base di tutto ciò che faccio, ma non ho bisogno che questo sia evidente allo spettatore. Per portare la domanda in una direzione differente: penso che le opere possano essere lette intuitivamente, formalmente, attraverso le loro caratteristiche visive o attraverso la conoscenza data dall’avere un’esperienza diretta dei materiali di cui sono fatte (un guanto, una camicia da notte). Non c’è bisogno di capire cosa sta succedendo ‘concettualmente’ per sentirlo. Questo è il mio obiettivo, comunque, che il lavoro sia sentito. Voglio che il mio lavoro sia per tutti coloro che sono interessati e non solo per le persone con una formazione in arte contemporanea. Una macchia di sangue su una vecchia camicia da notte consumata, l’odore persistente del profumo 4711, una piega del gomito, un orlo svolazzante di seta rosa tagliata di sbieco, queste cose si possono sentire.

The Sleepover, 2018-19, (detail) found nighties and slips, found synthetic fabric and cotton ribbon, millinery wire, thread, wood, 540 x 280 x 210cm, (made with assistance; M Holgar, L Meuwissen, M Ward, K Woodcroft), photo Louis Lim.
Dissolved Nightie in Lilac, 2018, (detail)
Dissolved Nightie in Lilac, 2018, silk fabric, found nightie (gift of L Meuwissen), thread, acrylic, steel, paint, 220 x 89 x 5cm, courtesy the artist, photo Louis Lim, Wangaratta Art Gallery collection.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Musica, libri, arte, esperienze vissute e cose di tutti I giorni. Anni fa stavo stendendo il bucato e ho notato che il modo in cui un vestitino a balze anni ’70 pendeva sul filo cambiava se ne appendevo anche le spalle, sembrava che ci fosse un corpo dentro, che sollevava il suo lato posteriore verso di me. Era divertente e sconcertante. Cinque anni dopo, ho tradotto quell’esperienza in un’opera d’arte: O (2020).

* Un giorno, mentre ero seduta vicino al fiume a casa del mio ex-compagno, ho notato il modo in cui una foglia cade quando si stacca da un albero: svolazza e si avvolge a spirale verso il suolo in anelli che si espandono, girando e rigirando.

*Camminando lungo le strade dove vivo mi piace notare i disegni e le forme nei mattoni o nei vecchi pavimenti di piastrelle: Amo i patterns e la ripetizione, è la quilter che è in me, mi fa sentire calma e anche sostenuta/impegnata.

*Trovo che le musiciste siano di grande ispirazione – donne feroci e selvagge sul palco. Mi sento liberata dal loro dinamismo e dalla loro inesorabilità.

*A volte anche un particolare romanzo o un saggio mi può coinvolgere. Le persone che scrivono di esperienze di vita epiche, in particolare in relazione a vestiti/abiti/pupazzi/oggetti fabbricati, o storie di realismo magico che attribuiscono agli oggetti un aspetto senziente al di là di ciò che generalmente facciamo è molto interessante per me perché mi piace considerare i miei materiali come agenti, aventi potere e vitalità.

The artist with Ascension I (Angels), 2019, found nighties, millinery wire, thread, magnets, steel, paint, 313 x 350 x 390cm, photo Louis Lim.

E qual è il processo che trasforma l’idea in opera d’arte?

Spesso, mi capita di disegnare più volte con la matita un’installazione o un’idea per una scultura, a volte anche per anni, ispirata da un materiale, un motivo, una sensazione o un’esperienza di vita.

Spesso metto per terra un metro o lo skotch di carta per visualizzare le dimensioni di un lavoro, così mi rendo conto di quale tecnica utilizzare per realizzarlo. Talvolta comincio con il filo di ferro da giardino, il più delle volte però comincio con un tessuto o un indumento da tagliare. Se necessario, faccio dei modelli con un cartoncino spesso (come si farebbe per realizzare un modello di sartoria). Poi spillo, taglio e cucio, e spillo, taglio e cucio. Se sto usando un vecchio capo, che è raro e prezioso per me, lavorerò prima con un altro tessuto di peso simile, testando le procedure prima di passare al materiale “reale”.

Preferisco che la mia mano non sia visibile nel lavoro. Mi piacerebbe che le opere vengano percepite come se fossero sempre esistite nella loro forma attuale, anche se l’elenco dei materiali e la evidente consunzione possono svelare la realtà di una loro vita precedente.

Ascension I (Angels), 2019, (detail)
New Terrain, 2016, (detail), found petticoat lace trim and garter-belt clips, tulle fabric, thread, 360 x 161 x 264cm, courtesy the artist and The Johnston Collection, photo Louis Lim.

Il movimento è un aspetto che indaghi attraverso il tuo lavoro. Che ruolo e che significato ha nella tua ricerca e nelle tue opere?

Prima di passare propriamente all’arte, ho studiato fashion design, ho lavorato come costumista per la danza contemporanea e poi come costumista e sarta per il balletto classico. Attraverso queste esperienze, ho capito che il tessuto in movimento è un modo per trasmettere emozioni e stati d’animo, per spiegare i personaggi e, di fatto, per raccontare storie. Sono stata a lungo incuriosita da ciò che avrei potuto fare con il tessuto in movimento in un contesto espositivo (come avrei potuto farlo parlare, cosa avrebbe potuto dire, il suo potenziale nell’ incantare gli spettatori).

'Primavera 2021: Young Australian Artists', installation view L to R: Loie, Artemisia, Sarah, Pixie, Lilith, all 2021. photo Anna Kucera.
Sarah 2021, found black silk satin mourning skirt with taffeta ribbon c. 1890, found black silk satin dress c. 1990s, found black silk mourning dress with beading c. 1920 and satin-backed silk crêpe fabric c. 1930 (gifts of Helen), silk tassels from found Liberty piano shawl c. 1900s (gift of Judy), thread, fusing, steel cable, oxidised silver-plated jewellery fixtures, aluminium, stainless steel, electromechanical components, microcontroller, 190 x 140 x 140 cm (irreg.) Metal fabrication, and mechanical design and fabrication: Laundromat MFG, Programming: Dan Parkinson, Assistance: Meagan Streader, photo Anna Kurcera
Pixie, 2021, (detail), found silk gauntlet glove, found silk, cotton and synthetic fabrics, fusing, thread, wire, aluminium, stainless steel, electromechanical components, microcontroller, 320 x 150 x 150 cm (irreg.) Metal fabrication, and mechanical design and fabrication: Laundromat MFG, Programming: Dan Parkinson, photo Anna Kurcera

A questo proposito, ci racconti l’installazione che hai realizzato per PRIMAVERA in corso fino a giugno al MCA?

La mia più recente serie di sculture, realizzata per Primavera, anima abiti e vestiti antichi e vintage in sculture cinetiche, astratte, che rendono omaggio a cinque donne della storia che hanno vissuto una vita indipendente, volitiva, queer, spirituale. L’anno scorso, sono stata profondamente scossa nel sentire delle accuse di aggressione sessuale da parte di un membro dello staff di un ufficio federale di Canberra. Per me e i miei amici è stato un momento in cui abbiamo fatto i conti con il nostro passato, e ci siamo resi conto che l’insicurezza per le donne è a livelli estremi nel paese. Negli ultimi due anni, ho letto di molteplici casi di abuso sessuale o di aggressione in cui l’abbigliamento della vittima è stato menzionato e usato come scusa.  Ho voluto realizzare delle opere in cui i vestiti si ribellano: sono stanchi di essere incolpati, di avere più peso di un colpevole in carne e ossa. Le mie sculture sono grandi, pulsanti e sensuali, sono implacabili preghiere per il cambiamento.

For Tim family tree embroidery, installation view. Courtesy Hannah GartsideFor Tim (1955-2008), 2019-2020, found paper bags, glue, found curtain and dining chair, wood, hessian, foam, wood stain, varnish, found tapestry wool, tapestry canvas, silk organza fabric, found fabrics (wool, cotton, silk, synthetic), thread, curtain heading tape, framed photograph of the artist's parents c. 1990, 660cm W x 630cm D x 307cm H, installed as part of A Family Album at Town Hall Gallery, Victoria, 2020, photo Christian Capurro

Un’altra tua opera, FALL-WINTER 2018, è attualmente in mostra al Perc Tucker Regional Gallery. Mi racconti genesi ed evoluzione di questo lavoro?

Sono molto interessato a ciò che l’abbigliamento può fare. Come gli abiti possono far sentire qualcuno (e come questo influisce sul modo in cui agiscono nel mondo), o come influiscono su come viene percepito. Mi sono particolarmente interessata al glamour come una forma di potere sociale o una specie di incantesimo. Questa riflessione è iniziata perché ho cominciato a notare quante camicette e sciarpe leopardate ci fossero nel locale negozio dell’usato. Ne ho comprate a dozzine in un periodo di circa 6 mesi. Cercavo un modo per ravvivare le camicette, per immaginare i corpi o le energie dei corpi del passato ancora trattenuti al loro interno. Pensavo a quegli strani pupazzi tubolari che si trovano fuori dagli autosaloni, come si agitano dappertutto. Volevo che le mie camicette richiamassero l’attenzione e allo stesso tempo mettessero in guardia.

For Tim (1955-2008), 2019-2020, (detail)

Come sta evolvendo la tua ricerca?

Tendo a lavorare su diversi filoni di ricerca contemporaneamente; sia che si tratti di esperimenti pratici fino a risultati scultorei, sia che si tratti di idee disegnate sul mio taccuino. Tendo a dare un impulso a certi aspetti della mia pratica su cui forse, per qualche anno, mi sono seduta (per esempio, moving cloth), e poi torno indietro e cerco di individuare un’altra idea irrisolta, oppure individuo qualcosa che ho già iniziato che ha un forte potenziale e non è stato ancora realizzato, lo riprendo e lo porto avanti. Per esempio, quest’anno ho intenzione di continuare a lavorare con gli scarti di fabbrica della pelle di dimensione da 1 a 3 mm. Ho iniziato a farlo all’inizio del 2021 ed è diventato un pavimento patchwork per l’installazione ‘O’ al Sawtooth ARI in Tasmania. Ho tagliato la pelle in piccole forme e poi le ho unite usando il punto a zig zag della macchina da cucire. Ora voglio vedere cosa posso fare con la pelle dal punto di vista scultoreo (e cinetico) e capire se posso applicarvi le tecniche di quilting strip-piecing che usavo, nel 2016, con i tessuti di lana. Credo che siano tutte spirali sovrapposte di connessioni, materiali, tecniche ed emozioni.

A cosa stai lavorando e quali progetti hai per il futuro prossimo?

Ho appena iniziato a lavorare a una collaborazione con Anthea Kemp, pittrice, collega di studio e amica. L’anno scorso ho notato che stava realizzando, nel suo studio, delle favolose sperimentazioni gestuali, molto sciolte su piccoli quadrati di tela, preludio di un grande dipinto. Sono stata invitata a partecipare a una mostra nell’ambito della Melbourne Design week, curata da Josephine Briginshaw e Eliza Teirnan. Loro avrebbero voluto uno dei miei quilt. Così ho proposto: che ne dite se io e Anthea lavoriamo insieme per fare un quilt partendo dai suoi ritagli e vediamo cosa succede? Dopo Primavera volevo qualcosa di generativo, giocoso e leggero su cui lavorare.

Successivamente, per la mostra di inaugurazione del premio Ellen Jose alla Bayside Gallery, che aprirà all’inizio di luglio 2022, farò un’installazione usando gli scarti di pelle che ho menzionato sopra.

For Tim (1955-2008), 2019-2020, (detail)

Barbara Pavan

English version Sono nata a Monza nel 1969 ma cresciuta in provincia di Biella, terra di filati e tessuti. Mi sono occupata lungamente di arte contemporanea, dopo aver trasformato una passione in una professione. Ho curato mostre, progetti espositivi, manifestazioni culturali, cataloghi e blog tematici, collaborando con associazioni, gallerie, istituzioni pubbliche e private. Da qualche anno la mia attenzione è rivolta prevalentemente verso l’arte tessile e la fiber art, linguaggi contemporanei che assecondano un antico e mai sopito interesse per i tappeti ed i tessuti antichi. Su ARTEMORBIDA voglio raccontare la fiber art italiana, con interviste alle artiste ed agli artisti e recensioni degli eventi e delle mostre legate all’arte tessile sul territorio nazionale.