Eventi

TRASFIGURAZIONI. Tele del futuro

English (Inglese)

8 settembre-8 ottobre 2023
Inaugurazione: 8 settembre 2023 ore 18.00
Sede: Gubbio, MUAM Museo delle Arti e Mestieri
A cura di: Paolo Cortese
Artisti: Toni Bellucci, Vito Capone, Federica Luzzi, Francesca Nicchi, Oscar Piattella, Marilena Scavizzi, Greta Schödl, Maria Jole Serreli, Franca Sonnino
Patrocini: Comune di Gubbio – Assessorato alla Cultura
Partner: Università dei Sarti di Gubbio; Gramma_Epsilon Gallery, Atene; Amici di Mirella, Gubbio

Dall’8 settembre all’8 ottobre si terrà presso il MUAM, Museo delle Arti e dei Mestieri di Gubbio, la mostra Trasfigurazioni. Tele del futuro, a cura di Paolo Cortese.

Artigianato e arte contemporanea, il talento del passato che incontra passione e soluzioni del presente. La donazione da parte di Fernando Sebastiani di preziosi teli originali di lino e cotone realizzati da sua nonna Elvira tra il 1920 e il 1950 con un telaio domestico prende la forma di un incontro culturale unico nel suo genere.

La storia di Elvira Sollevanti in Sebastiani, nata a Gubbio alla fine del XIX secolo, si intreccia con la storia di un’Italia che attraversa nel giro di pochi decenni due conflitti mondiali. Come molte altre donne, Elvira non si rassegna alla notizia che suo marito non tornerà mai più a casa e continua a lavorare al suo telaio, come una moderna Penelope, tessendo lenzuola, federe e asciugamani, fiduciosa che un giorno la porta di casa si aprirà per farla ricongiungere con l’amato marito scampato alla guerra. Storie da romanzo, la vita è più dura, soprattutto quella di quei giorni. E il lieto fine non è parte del racconto. Al dolore e alla storia, resistono però questi manufatti, splendidi nella loro semplicità. Che oggi, grazie all’intervento degli artisti invitati, possono continuare a raccontare ai visitatori una storia d’amore unica nel suo genere con lo straordinario scenario di Gubbio a fare da raccordo tra i due secoli.

Gli artisti invitati hanno interpretato, ognuno secondo la specificità del suo linguaggio, questa storia d’amore che è stata però solo l’incipit per un racconto tutto da scrivere. La totale libertà con la quale hanno lavato i teli, ha permesso loro infatti di creare opere originalissime dove la memoria del passato è composta in una visione nuova, materializzata attraverso un percorso creativo individuale. In tal senso va anche compresa l’intenzionale eterogeneità con la quale sono stati selezionati gli artisti.

Si potrebbe dire che l’elemento femminile in questa mostra sia prevalente non solo per il collegamento con Elvira Sollevanti ma anche perché dei nove invitati, sei sono artiste donne. Vito Capone e Toni Bellucci sono accomunati da una significativa amicizia con Mirella Bentivoglio, curatrice e artista tra i massimi rappresentanti del settore verbo-visuale e del libro oggetto. E fu proprio a Gubbio che Bentivoglio realizzò nel 1976 il primo intervento sul territorio dedicato al femminile: la “Lapide all’adultera lapidata”, più noto come “Ovo di Gubbio”, recentemente restituito alla città dopo un lungo restauro.

Di generazioni diverse le artiste coinvolte hanno in comune l’elemento Fiber, declinato attraverso codici e poetiche molto differenti.

Un particolare omaggio, curato da Alberto Mazzacchera, è stato dedicato ad Oscar Piattella, recentemente venuto a mancare. L’artista è presente virtualmente grazie al prezioso contributo dell’archivio Oscar Piattella rappresentato dal suo presidente Fernando Barbetti.

Toni Bellucci Telaio, 2023

Toni Bellucci nasce a Gubbio nel 1953. Molto giovane viene invitato da Enrico Crispolti alla Biennale di Gubbio del 76, durante la quale conosce Mirella Bentivoglio. Subito si manifesta in lui la predisposizione alla ricerca e alla sperimentazione che sarà una costante del suo lavoro. Come scultore Bellucci si muove con disinvoltura utilizzando i materiali più disparati: dal ferro al legno, alla pietra ma ama mettersi alla prova sperimentando resine e ossidi e utilizzando pigmenti naturali per realizzare opere che seppur fortemente contemporanee possano esprimere le radici antiche della sua terra, la cultura mistica medioevale, la rivoluzione rinascimentale e il sapere alchemico.

Vito Capone Grande libro, 2023

Vito Capone, artista romano, pugliese d’adozione, classe 1935, dopo un inizio pittorico si è dedicato dai primi anni ‘80 alla ricerca sulla materia in tutte le sue possibilità espressive e sulla capacità di essere trasformata in altro. La sua attenzione da ormai quasi 50 anni si è rivolta alla carta sulla quale sapientemente interviene con un taglierino opportunamente modificato, praticando micro tagli, incisioni, abrasioni, sollevando lembi, e inserendo tessere così da originare un universo che, ad un’attenta lettura, si rivela come straordinario e fantasioso seppur nella semplicità del supporto unico e della monocromia quasi prevalente. Dagli anni ‘60 espone regolarmente in `Italia e all’estero in gallerie e sedi istituzionale partecipando tra l’altro nel 2011 alla Biennale di Venezia. Ha insegnato per oltre un trentennio

Federica Luzzi_Black Shell, dedicato a mio padre Mario, 2023

Federica Luzzi, nasce a Roma nel 1970. Laureata in Lettere con indirizzo storico artistico si specializza in tecniche sia tradizionali che sperimentali dell’annodatura e dell’arazzo a telaio verticale in Polonia, Ungheria, Belgio, Romania. Negli ultimi 10 anni ha realizzato un ampio ciclo di lavori il cui titolo “Shell” già annuncia come denso di significati e possibilità. Infatti questa parola, che in inglese ha una accezione molto più ampia della traduzione italiana “conchiglia”, rimanda a una ricerca che spazia dal rapporto tra interno/esterno, al vuoto/pieno, vita/morte, permanente/momentaneo e via dicendo. Questi lavori, realizzati con filo e colori monocromi, hanno un fascino minimale e discreto e nella loro apparente semplicità rimandano a un’estetica tipica del Giappone, paese con il quale l’artista ha forti legami.

Francesca Nicchi. Quaderni sospesi, 2023

Francesca Nicchi, eugubina nata a Cosenza nel 1967, predilige l’elemento tessile in tutte le sue declinazioni. Per i suoi lavori utilizza materiali e tecniche che evocano in qualche modo l’universo femminile; tessuti, bottoni, fili e grovigli che unisce per realizzare opere tridimensionali spesso antropomorfe. Le sue creazioni, anche quando sono di dimensioni ridotte, emanano un forte impatto comunicativo, quasi a sollecitare l’attenzione alla necessità del racconto sia orale che scritto. Accanto alla produzione artistica in senso stretto, Nicchi porta avanti progetti legati all’artigianato, all’illustrazione e si occupa di Arteterapia.

Marilena Scavizzi. L'attesa, 2023

Marilena Scavizzi, è un’artista eugubina poliedrica, il cui lavoro spazia dalla Fiberart alla ceramica, all’incisione, materia della quale è stata docente per molti anni all’Accademia di Belle Arti Piero Vannucci a Perugia. Ed è proprio dallo sperimentare l’utilizzo delle matrici in legno e linoleum nate per stampare su carta, che parte il suo percorso. La ricerca di effetti di morbidezza, apparentemente in contrasto con la rigidità delle lastre, è stata la sfida in cui l’artista si è cimentata per “eliminare qualcosa di troppo rigido e scolastico”. Scavizzi negli anni ha sperimentato differenti tecniche, strumenti e supporti ottenendo risultati sorprendenti; particolarmente interessanti i suoi arazzi che interpretano in chiave contemporanea e originale uno strumento così antico come il telaio.

Greta Schödl. Omaggio a Elvira, 2023

Greta Schödl nata a Hollabrunn, Austria, nel 1929, vive e lavora a Bologna da oltre 60 anni. Considerata una delle più importanti artiste di poesia visiva, utilizza supporti cartacei o tessili dove letteralmente tesse le sue parole. L’accento del suo lavoro però non è limitato all’elemento verbale ma piuttosto alla sua sistemazione all’interno di uno spazio da lei ben definito, e al rapporto che crea con il supporto utilizzato. La composizione fa da sfondo a un ritmo che Schödl imprime, attraverso piccoli interventi segnici in oro, che danno all’insieme una forte tensione emozionale.

Maria Jole Serreli. Dell'attesa, la sua tela, 2023

Maria Jole Serreli (Roma 1975) è un’artista multidisciplinare che esprime la sua visione artistica anche in poesia e in arte performativa. Vivendo e lavorando in Sardegna, si è spesso ispirata al patrimonio arcaico e tradizionale del suo territorio. L’intento di Serreli è quello di rivalutare e omaggiare il concetto della vita domestica dando valore ai semplici oggetti legati alla quotidianità, risvegliando le memorie che ci uniscono ai nostri affetti più cari. È una delle maggiori giovani esponenti della Fiber art. Interessanti i suoi lavori in ceramica dove la sperimentazione di tecniche e materiali di origine orientale è supportata da una struttura formale ben precisa che le permette di ottenere risultati armonici e bilanciati.

Franca Sonnino. Pagine disperse, 2023

Franca Sonnino (Roma 1932) inizia nei primi anni ’70, il suo percorso artistico dedicandosi alla pittura sotto la guida di Maria Lai. I lavori di quegli anni sono dei fitti reticoli, moltitudini di linee dipinte, il cui impulso profondo nasce da intimi teoremi poetici piuttosto che da modelli euclidei. Il filo, già presente come soggetto dei suoi quadri, diventerà presto medium privilegiato nell’arte della Sonnino sostituendo definitivamente, dalla fine degli anni ‘70, il pennello. L’artista, con filo di cotone attorto intorno a filo di ferro, delinea nello spazio contorni di oggetti, simulando la terza dimensione. Ha profilato così fantomatiche librerie provocatoriamente sistemate su pareti, con giochi cadenzati di ombre su libri d’aria. Realizza in maglia anche volumi sfogliabili e fogli staccati, alludendo cripticamente col filo alla scrittura.

Oscar Piattella (Pesaro 1932-Urbino 2023) è stato tra i protagonisti del rinnovamento artistico italiano degli anni ’50, insieme ad Arnaldo e Giò Pomodoro, Giuliano Vangi, Loreno Sguanci, Nanni Valentini. Dopo un esordio figurativo, la sua attenzione si orientò verso la ricerca informale. Dalla seconda metà degli anni ’50 iniziò a esporre regolarmente in Italia e all’estero in gallerie e sedi istituzionali, entrando in contatto con artisti come Alberto Burri, Lucio Fontana, Enrico Castellani. Nel 1958, Franco Russoli, direttore della Pinacoteca di Brera, curò una sua personale alla Galleria L’Ariete di Milano. Il suo lavoro si snodò, nel corso dei decenni successivi, in modo autonomo e solitario ma sempre attento alla ricerca contemporanea europea alla quale Piattella guardava con estremo interesse.

Situato nello storico Palazzo Beni il Museo Arti e Mestieri di Gubbio, MUAM, rappresenta un luogo in cui sono custodite le radici eugubine, attraverso la narrazione delle più antiche tradizioni legate alle arti e ai mestieri che, nel corso dei secoli, hanno caratterizzato la città e il suo territorio.
L’Università dei Sarti di Gubbio, partner dell’evento, ha origini nel XIV sec° con la nascita delle Corporazioni delle arti e dei mestieri. Infatti lo “Statutum” del Comune di Gubbio del 1338, annovera tra le arti regolate da specifici Statuti anche l’“Ars Sartorum”.

Al contrario molto giovane è la galleria Gramma_Epsilon di Atene, altro partner dell’evento, che si dedica esclusivamente alle donne artiste portando avanti il lavoro iniziato da Mirella Bentivoglio nei primi anni ’70 di promozione dell’arte al femminile, con una particolare attenzione a quella collegata al settore verbo-visuale, al libro oggetto, alla Fiberart e più in generale alle sperimentazioni oggettuali.

Gli Amici di Mirella sono un gruppo di amici legati alla figura di Mirella Bentivoglio che nel 2022 hanno contribuito al ricollocamento dell’Ovo di Gubbio nella sua sede originale.


INFO

Gubbio, MUAM Museo delle Arti e dei Mestieri
Via Cavour, 7 06024 Gubbio (PG)
tel. +39 3930574248
Orari: 10/12,15 – 15,30/18,30 (si consiglia di consultare il sito)
Biglietti: 3 € ingresso ridotto Temporary Exhibition (mostra “Trasfigurazioni. Tele del futuro”) – 5 € ingresso intero Temporary Exhibition + MUAM esposizione permanente.
info@muam.it
muam.it