Interviste

Intervista con Paola Zanda

Paola ci racconta la sua storia di artista, come ha iniziato, quando ha scoperto il quilt e tutte le grandi soddisfazioni che la sua arte le sta regalando.

Ho avuto la fortuna di crescere in un ambiente legato al tessile, la nonna modista e la mamma ispettrice per il lavoro femminile nelle scuole elementari.

Praticamente sono nata con l’ago in mano. Già in tenera età ho imparato a cucire, ricamare, fare maglia, lavorare all’ uncinetto e usare la macchina da cucire.

Per la gioia delle mie bambole ho creato e realizzato un guardaroba da far invidia a una regina.

Ero molto attratta dai colori ed ho sempre affermato che avrei scelto la fiorista o la sarta come professione.

Dopo aver svolto il normale iter delle scuole, ho dovuto scegliere, e la sarta ha prevalso sulla fioraia.

Ho svolto tre anni di sartoria ed ho ottenuto il diploma a pieni voti.

Grazie a questo risultato ho potuto accedere alla Scuola Superiore e diventare Maestra di cucito abilitata all’ insegnamento nelle scuole elementari.

Professione che ho svolto per 35 anni e con piene soddisfazioni. Da un anno sono pre-pensionata.

Sono riuscita a coinvolgere e trasmettere la mia passione a tantissimi bambini e la mia più grande soddisfazione è vedere che tanti di loro hanno scelto una professione nell’ ambito tessile o nell’ insegnamento.

La gioia di vedere mie due ex-allieve prendere il mio posto di docente ha alleviato la difficile scelta di lasciare la scuola.

Il mio avvicinamento al Patchwork deriva dalla mia professione.

Da lì, la mia curiosità e la voglia di apprendere mi ha portato a seguire numerosi corsi: feltro, creazione di carta, lavorazione della cera, calligrafia e tanti altri.

Nel 2002 ho iniziato con il country che con il suo lato naif e feerico, appassionava molto i bambini.

Nel 2005 ho conosciuto Ramona Conconi che ai tempi aveva un negozio e dava corsi.

E qui inizia la mia storia con il patchwork, da lei ho imparato le varie tecniche di base ed ho iniziato a realizzare i miei primi quilts che non erano legati a nessuna creatività artistica ma piuttosto all’idea di come utilizzare le tecniche per i miei lavori con i bambini. Tutto era sempre elaborato in funzione della scuola e non avevo mai pensato che si potesse creare arte in questo ambito.

“ArbreMaculé”, 135X194 cm, foto della mostra, Copyright Paola Zanda

Paola Zanda ha esposto i suoi lavori in molte mostre collettive in Europa, Messico e Cina,  i suoi lavori hanno ricevuto premi e il plauso della critica.

Di seguito il link al sitoweb dell’artista:

https://www.paolazanda.com/

Copyright Paola Zanda

Come hai iniziato e perché hai scelto proprio l’arte tessile?

Il tessile era inevitabilmente parte di me stessa, dall’ambito familiare alla professione scelta era parte integrante della mia vita. Ciò che non appariva ancora era lo spirito artistico. La scintilla doveva ancora scoccare. Nell’ambito scolastico creavo lavoretti molto ammirati ma sempre legati al mondo naif e feerico. Mai avrei pensato di poter un giorno creare Arte con il tessile. Le mie conoscenze erano legate alle immagini del patchwork tradizionale, che, pur ammirando la finezza e qualità dei lavori, non mi attirava.

Nel 2007 visitando Quilt Art Lugano e MiniArtTextil a Como scopro l’arte Tessile ma è al Festival del Patchwork di Briançon che scocca la scintilla. Conosco Sylvie Ladame et Sophie Furbeyre  e l’attrazione diventa sempre più forte. Grazie a mio marito Paolo inizio a visitare i Festival più importanti:

“Patch Montagne” à Morzine, “Aigu’Illes en Luberon” e   in Alsazia al “Carrefour Européen du Patchwork”.

Scopro materiali, tessuti, pitture, tecniche di transfert. Si apre un mondo incredibile, finora nascosto e che mi invoglia a creare e sperimentare.

Grazie a ciò le mie conoscenze nell’ambito del Quilt Art mondiale aumentano e inizio ad affinare la mia educazione visiva.

Nel 2008 Paolo mi regala un corso con Sophie Furbeyre à Morzine.

In seguito frequento numerosi corsi con Artiste di fama Internazionale all’estero o a Lugano grazie alla Tex Art Academy di Marlis Egger.

Ramona Conconi chiude il negozio e decide, per mantenere i contatti, di creare un gruppo con le sue ex allieve e mi chiede di farne parte. Nasce così il gruppo “Happy Fingers”.

Si lavora in modo indipendente su un tema scelto in comune. L’unica regola erala dimensione di 50×70.

E’ stata una scuola di disciplina in quanto s’impara a rispettare i termini, sviluppare idee, confrontarsi e condividere.

Dopo due esposizioni collettive nel 2013 e 2016 si decide, di comune accordo, di sciogliere il gruppo per poter sviluppare le proprie idee e prendere le proprie strade.

“Il Libro del Giudizio”, 50×70 cm, copyright Paola Zanda

“Shibaraku”, 50×70 cm, copyright Paola Zanda

Come è cambiato il tuo stile a partire dai primi lavori fino ad oggi?

All’ inizio i miei lavori erano piuttosto sul figurativo abbinandola trasformazione del materiale e inserendo diverse tecniche. Amavo anche il rilievo.  I miei lavori erano molto apprezzati, seppur ben realizzati non mi discostavo dalle creazioni di routine. Sentivo che non era la mia strada mi mancava qualcosa.

Grazie alla Tex Art Academy, ho potuto frequentare un Master di un anno con Linda Colsh.

Ho imparato tantissimo, quello che mi mancava era l’approccio artistico e l’insegnamento è stato molto proficuo. Linda apprezzava molto il mio lavoro figurativo e lamia tecnica ma mi ha consigliato di orientarmi verso l’astratto.

All’inizio ero un po’ persa e non sapevo che strada prendere.

La mia passione per l’Artista Giuseppe Penone e il suo lavoro sugli alberi mi ha dato lo spunto.

Ho incominciato a studiare le cortecce degli alberi, sviluppare forme astratte e minimaliste che abbinavo ai colori e lavorando in serie.

Per valorizzare il lavoro di composizione e mettere in evidenza la mia tecnica di cucitura ho deciso di passare a dimensioni più grandi.

Oltre al mio lavoro personale faccio parte del gruppo internazionale “Fifteen by Fifteen”.  Un gruppo di quindici Artiste. Ogni due mesi abbiamo una sfida su un tema, unica regola la dimensione di 15X15 inch. Qui posso usare e praticare tutte le tecniche che voglio https://fifteenquilts.com/

“SainteMarthe”, 50X70 cm, copyright Paola Zanda

“Omaggio a Giuseppe Penone”, 50×70 cm, copyright Paola Zanda

“Taxus Bark”, 108×143 cm, copyright Paola Zanda

 

Come nasce un nuovo lavoro?

L’ispirazione sono sempre le cortecce, osservando cerco un dettaglio che poi fotografo e da lì creo uno schizzo. Usando gli acquerelli inizio a studiare l’abbinamento e l’equilibrio dei colori. Ingrandisco il disegno alla dimensione voluta e creo un modello. Inizio a provare le stoffe sulla superficie e durante la lavorazione il progetto può cambiare. Non uso mezzi informatici perché dal lato tecnico sono nulla. Mi piacerebbe lavorare con il sketch book ma sono troppo istintiva e non riesco a lavorare in questo modo. Lavoro direttamente sull’opera.

“Eucaliptus”, 50×70 cm, copyright Paola Zanda

“Arizona”, 100×100, Menzione Highly Commennded Festival Of Quilt Birmingham 2016, copyright Paola Zanda

Ci sono Artisti Tessili che hanno avuto un ruolo determinante nella evoluzione del tuo processo creativo?

Come accennato sopra, Linda Colsh mi ha fatto capire senza impormi nessun stile dove indirizzarmi per evolvere nell’ambito artistico. Grazie a un corso con Uta Lenk ho riscoperto l’arte della sartoria che ho riportato nella mia tecnica di assemblaggio.

Che tipi di stoffe prediligi?

Uso principalmente cotone satin per la sua lucentezza. Quando ho tempo tingo le mie stoffe con i colori Procion MX.

Altrimenti ho due Artiste affidabili a cui rivolgermi per avere le giuste gamme di colori.

In alcuni casi ho usato stoffe commerciali ma sempre tinta unita o falsi uniti.

“Falling Shapes”, 122×171 cm, copyright Paola Zanda

Ci puoi parlare delle tecniche che utilizzi per realizzare le tue opere

Tutti i miei lavori sono piecés. Non c’è appliqué. E una sfida per me gestire la stoffa e in certi casi le curve sono molto impegnative, per alcuni pezzi ci devo lavorare molto tempo. Sono molto esigente e se il lavoro non mi soddisfa piuttosto lo rifaccio anche se è un’impresa titanica. E un lavoro da certosino ma una volta terminato,l’incredulità, l’entusiasmo e i complimenti che ricevo dalle persone per la precisione delle mie curve mi appaga della fatica.

Ci vuole molta pratica per eseguire questa tecnica e i miei sei anni di sartoria mi sono serviti tantissimo.

Una volta assemblato il top, trapunto tutto a macchina con un semplice disegno verticale per mettere in evidenza le forme astratte e minimaliste e dare loro profondità e movimento. In alcuni casi uso fili variegati per creare anche un gioco di contrasto.

“Deep Blue”, 121×174 cm, 2° Premio  Festival  of Quilts  Birmingham 2018  Art Quilt Category, copyright Paola Zanda

“Deep Blue-detail”, 121×174 cm, 2° Premio  Festival  of Quilts  Birmingham 2018  Art Quilt Category, copyright Paola Zanda

Paola che consigli daresti ad un artista tessile agli inizi?

Io sono ancora della vecchia scuola. Per poter lavorare bene devi assolutamente conoscere le tecniche.

Poi si potrà sperimentare e creare.  Se si ha la possibilità, seguire una scuola d’Arte aiuta molto.  Vedo che tantissime Artiste vengono dal mondo delle Scuole d’Arte e son passate poi al Tessile. Se avete il tempo e la possibilità visitate qualsiasi mostra. L’importante è affinare il proprio gusto e crearsi una base culturale.

Lasciate libera la vostra creatività e non fate l’errore di copiare il trend.

“Champs Energétiques”, 60×60 cm, Prix du Public  Aiguilles enLuberon 2015, copyright Paola Zanda

“Champs Energétiques-detail”, 60×60 cm, Prix du Public  Aiguilles enLuberon 2015, copyright Paola Zanda

Come vedi il tuo lavoro nel prossimo futuro?

Per il momento lo studio sulle cortecce è ancora grande e la teoria dei colori è molto ampia.

Probabilmente cercherò di studiare i dettagli in modo più mirato a un tema, ma son ancora in fase di studio.

Ora che sono in pensione ho tanto tempo a disposizione e posso produrre di più.

Nel prossimo anno ho già un paio di mostre previste e siccome, per rispetto verso i visitatori, non mi piace presentarmi con gli stessi quilts sono al lavoro su diverse opere. Quindi vi aspetterò con molto piacere per mostrarvele e ascoltare le vostre impressioni.

Maria Rosaria Roseo

English version Dopo una laurea in giurisprudenza e un’esperienza come coautrice di testi giuridici, ho scelto di dedicarmi all’attività di famiglia, che mi ha permesso di conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari di mamma. Nel 2013, per caso, ho conosciuto il quilting frequentando un corso. La passione per l’arte, soprattutto l’arte contemporanea, mi ha avvicinato sempre di più al settore dell’arte tessile che negli anni è diventata una vera e propria passione. Oggi dedico con entusiasmo parte del mio tempo al progetto di Emanuela D’Amico: ArteMorbida, grazie al quale, posso unire il piacere della scrittura al desiderio di contribuire, insieme a preziose collaborazioni, alla diffusione della conoscenza delle arti tessili e di raccontarne passato e presente attraverso gli occhi di alcuni dei più noti artisti tessili del panorama italiano e internazionale.