Interviste

Il tappeto come metafora culturale: intervista con Faig Ahmed

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Traduzione a cura di Chiara Cordoni

Faig Ahmed

Faig Ahmed è un artista azero di fama internazionale, originario di Sumqayit, Azerbaigian, conosciuto per le sue installazioni, le sculture e soprattutto per le opere concettuali in cui egli rielabora e attualizza il significato totemico, religioso, sociale, politico ed estetico del tappeto orientale, un modello dalla simbologia complessa da cui l’artista estrae una nuova forma e un nuovo contenuto.

Facendo uso allo stesso tempo della tecnologia digitale, e dei telai tradizionali, Ahmed reinterpreta uno dei mezzi più immutabili e antichi della tradizione popolare mantenendo inalterato il valore culturale della tessitura, le tecniche secolari e i materiali. I cambiamenti che egli apporta al tappeto tradizionale svelano un nuovo volto e un nuovo significato per questo simbolo universale: i tappeti di Faig non sono più oggetti decorativi di alto artigianato, ma trasfigurati, si sollevano dal pavimento e diventano oggetti d’arte, strumenti che raccontano storie che l’artista reimmagina e riscrive.

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“Gautama”, 2017,Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

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Secondo Tair Bayramov (PHD in Arts), i tappeti di Faig Ahmed possono essere considerati come testi multilivello: il primo livello è rappresentato dal tradizionale disegno di un tappeto, il secondo livello è rappresentato dalla trasformazione del tappeto, il cambiamento della forma, del disegno e del contesto. E il terzo strato è costituito dalle connotazioni filosofiche e ideologiche dell’autore e dello spettatore.

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“Singularity”, 2016, Handmade woolen carpet, natural colors, 130 × 305 cm, image courtesy to the Artist

[/vc_column_text][vc_column_text]Ahmed ha esposto le sue opere in tutto il mondo, tra cui mostre collettive e personali a New York, Parigi, Londra, Berlino, Roma, Dubai, Mosca e negli Emirati Arabi. Nel 2013, l’artista è stato nominato per il JameelPrize 3 al Victoria and Albert Museum di Londra. Le sue opere sono presenti in prestigiose collezioni pubbliche tra cui il Los Angeles County Museum e il Seattle Art Museum, e in collezioni private come la West Collection di Philadelphia, la collezione di Beth RudinDeWoody a New York City, la Galila’ Collection di Bruxelles, la Collezione Ranza, a Roma, Jameel Foundation, a Londra e HH ShZayed bin Sultan bin Khalifa Al Nahyan negli Emirati Arabi Uniti. 

Ahmed ha inoltre rappresentato l’Azerbaigian alla Biennale di Venezia del 2007.

Di seguito il link al sito web dell’artista:

https://www.faigahmed.com/[/vc_column_text][vc_single_image image=”15477″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][vc_column_text]

“Wave”, 2016. Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio.Ph. Giovanni De Angelis (Museo Macro, Rome)

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Il tuo processo creativo mostra una innovativa reinterpretazione di un antico e immutabile simbolo della cultura tradizionale azerbaigiana: il tappeto. Ce ne puoi parlare?

Secondo un antico detto orientale l’artista è la persona che ha scelto la perfezione interiore e che la riflette nella sua opera.
Sono cresciuto al crocevia di diverse culture e al centro di conflitti etnici. La cultura azera è piuttosto diversificata e in secoli di grandi cambiamenti ha seguito le tendenze globali. La tradizione al contrario, che è una parte più stabile della cultura, non è cambiata per migliaia di anni e ha codificato l’individualità dell’intera cultura. Questa combinazione crea una cultura in cui la tradizione è il centro e l’arte è ai margini. Il tappeto, che viene tessuto già da migliaia di anni e ha in sé la flessibilità necessaria per mostrare qualsiasi immagine sulla sua superficie, ne è un esempio perfetto. Il tappeto è anche l’oggetto più antico che viene utilizzato ancora oggi nelle case moderne, e il suo processo di produzione è sempre lo stesso. Invece tutte le altre cose e con esse la loro produzione sono in via di cambiamento giorno dopo giorno alla velocità della luce. Trovo che il tappeto sia una metafora ideale per la cultura. Considero la cultura stessa una metafora insita negli oggetti e nel loro comportamento. Ad esempio, lo stile di un tappeto è il confine perfetto di etnie e persone in una regione, sebbene non vi sia ancora una sistematizzazione e categorizzazione scientifica precisa del tappeto per etnia o persino per appartenenza geografica. Attraverso gli occhi dello scienziato, questi confini sono sfocati e mutevoli, mentre ogni nazione traccerà con precisione il proprio schema indicando così i propri confini.
Un altro esempio è l’atteggiamento simbolico nei confronti del tappeto: ad esempio, in Azerbaigian esiste una tradizione funeraria in cui il corpo del defunto viene avvolto in un tappeto e poi sepolto, in alcune regioni vengono ancora tessuti tappeti speciali senza motivo al centro proprio per questa cerimonia.

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“You Have Wings”,94×154 cm, 2016, handmade woolen carpet. Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

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“Coherence”,200×230, 2016, Handmade wool carpet.Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text css=”.vc_custom_1573554376051{margin-bottom: 0px !important;border-bottom-width: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;}”]Le tue opere non rappresentano un esempio di arte decorativa ma sono l’espressione di un processo di ricerca artistico/filosofica. Qual è lo scopo di questa ricerca e in che modo l’arte ti aiuta a esplorare la realtà? Perché hai avvertito il bisogno di trasformare e dare nuova identità ad un simbolo così potente della cultura universale?

Attraverso l’arte io mi libero dalle paure e dai processi inconsci collettivi, e lo spettatore sperimenta la stessa intima esperienza di liberazione. L’artista moderno è lo sciamano che ha guarito se stesso e le persone attorno a lui, liberandole dalle malattie. Nel mondo odierno sempre più complesso, l’informazione e i suoi contenuti hanno lo stesso potere che la malattia aveva nel mondo antico. Il valore di un tappeto per l’arte è il fatto che questo oggetto raggruppa strati di storie millenarie che potrebbero essere immediatamente tradotte nel linguaggio moderno. Il quesito che il mio lavoro esprime è: dove sono i confini fra artigianato e arte? E il tappeto stesso suscita domande sui confini culturali. Come artista, ero in cerca di un linguaggio artistico moderno per parlare del futuro, ma ne ho trovato uno antico e ho iniziato invece a parlare del presente.
E nel presente non esiste valore più importante della vita stessa.

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Talish”, 2018. Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio.

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“Coherence”,200×230, 2016, Handmade wool carpet.Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text]I tuoi lavori sembrano mettere in discussione i principi tecnici e concettuali tradizionali su cui si basa l’antico mestiere della tessitura. E’ stato difficile comunicare e far capire le tue intenzioni artistiche ai tessitori con cui lavori?

 Nel corso dei millenni non sono cambiati né il processo né la tecnologia della tessitura dei tappeti. È sempre difficile lavorare con persone di tradizione se non c’è disciplina, ma un artista motivato non può essere fermato.[/vc_column_text][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1/2″][vc_single_image image=”15485″ img_size=”full”][vc_column_text]

“DNA”,238×125 cm, 2016, handmade wool carpet. Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio“

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“Fuel”, 2016.Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text]Puoi raccontarci di un tuo lavoro a cui sei particolarmente legato o che è stato un punto di svolta per la tua carriera artistica?

 Il mio lavoro appartiene alle persone. Il mio corpo alla terra.[/vc_column_text][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1/2″][vc_single_image image=”15459″ img_size=”full”][vc_column_text]

“Dragon Path”, 2017, Handmade woolen carpet, 148 × 210 cm. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

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“Shift”, 2014, 170x110x100 cm, woolen handmade rug and stainless steel. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text css=”.vc_custom_1573554390785{margin-bottom: 0px !important;border-bottom-width: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;}”]Quali sono, secondo te, i limiti espressivi dell’arte tessile?

L’immaginazione.[/vc_column_text][vc_single_image image=”15495″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][vc_column_text]

“Liquid”, 466×266 cm, 2014, handmade woolend carpet. Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio. Photo by SarvanGadirov

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A cosa stai lavorando in questo momento? Puoi parlarci dei tuoi progetti attuali?

Al momento sto lavorando sul completamento di tutti i vecchi processi della vita e dato che la vita stessa è il mio lavoro sono ad uno degli stadi finali del mio approccio all’arte. Mi sto anche preparando per la transizione ad una nuova forma di arte.

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Interview

The carpet as a cultural metaphor: interview with Faig Ahmed

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Faig Ahmed

Faig Ahmed is an internationally recognized Azeris artist, originally from Sumqayit, Azerbaigian, well known for his installations, his sculptures and mostly for conceptual art works in which he reprocesses in contemporary key the totemic, religious, social, political and aesthetic meaning of the Oriental carpets, a model with a complex symbology from which the artist extracts new form and  content.

Through the contemporary use of digital technology and traditional looms, Ahmed reinterprets one of the most immutable and ancient means of popular tradition while maintaining intact the cultural value of weaving, centuries-old techniques and materials. The changes that he operates on the traditional carpet reveal a new appearance and meaning for this universal symbol: Faig’s carpets are no longer decorative objects of high craftsmanship, but, transfigured, rise from their place on the floor and become art objects, instruments that tell stories reimagined and rewritten by the artist.[/vc_column_text][vc_single_image image=”15458″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][vc_column_text]

“Gautama”, 2017,Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

[/vc_column_text][vc_column_text]According to Tair Bayramov (PHD in Arts), the carpets of Faig Ahmed can be considered as multileveled texts: the first level is the traditional pattern of a rug, the second layer is the transformation of the rug, the change of the form, pattern and context. And the third layer consists of philosophical and ideological connotations of the author and the viewer.[/vc_column_text][vc_single_image image=”15456″ img_size=”800×800″ alignment=”center” onclick=”link_image”][vc_column_text]

“Singularity”, 2016, Handmade woolen carpet, natural colors, 130 × 305 cm, image courtesy to the Artist

[/vc_column_text][vc_column_text]Ahmed has exhibited his art worldwide including group and solo exhibitions in New York, Paris, London, Berlin, Rome, Dubai, Moscow and the UAE. In 2013, the artist was nominated for the Jameel Prize 3 at the Victoria and Albert Museum in London. His works can be found in prestigious public collections including Los Angeles County Museum and Seattle Art Museum, and in private collections such as West Collection, Philadelphia, the collection of Beth Rudin DeWoody, New York City, Galila’ Collection, Brussels, Ranza collection, Rome, Jameel Foundation, London and H.H. Sh Zayed bin Sultan bin Khalifa Al Nahyan, UAE.

Ahmed also represented Azerbaigianat the Biennale di Venezia in 2007.

Here is the link to the artist’s website:

https://www.faigahmed.com/[/vc_column_text][vc_single_image image=”15478″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][vc_column_text]

“Wave”, 2016. Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio.Ph. Giovanni De Angelis (Museo Macro, Rome)

[/vc_column_text][vc_column_text css=”.vc_custom_1573471665264{margin-bottom: 0px !important;border-bottom-width: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;}”]Your creative process shows a unique and original reinterpretation of an ancient and immutable symbol of traditional Azerbaijani culture: the carpet. Can you talk about it?

There is an ancient saying in the East: the artist is the person who has chosen perfection inside reflected in the work beyond.

I grew up at the crossroads of different cultures with ethnic conflicts. Azerbaijani culture is quite diverse and therefore through all the centuries of changes it has followed global trends. While the tradition, which is a more stable part of the culture, has not changed for thousands of years and has encoded the whole culture’s individuality. This combination creates a culture where tradition is the center and art is a periphery. One of such examples is carpet, which is being woven for thousands of years already and includes the flexibility to execute any image on its surface. The carpet is also the oldest object that is still used in modern houses while its production process is still the same. Meanwhile all other things and their production is changing at a tremendous speed every day. I found the carpet as an ideal metaphor for culture. I also consider culture itself as a metaphor included in the objects and behavior. For example, carpet style is the exact boundary of ethnic groups and people in the region. Though there is still no precise scientific systematization and categorization of the carpet by ethnicity and even geographical affiliation. Through the eyes of the scientist, these boundaries are blurred and changeable, while each nation will precisely point out its own pattern thereby indicating its borders.

Another example is the symbolic attitude to the carpet: for example, in Azerbaijan there is funeral tradition when body is wrapped in a carpet and then buried, in some regions special carpets are still woven without any patterns in the center for the ceremony.[/vc_column_text][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1/2″][vc_single_image image=”15476″ img_size=”full”][vc_column_text]

“You Have Wings”,94×154 cm, 2016, handmade woolen carpet. Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

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“Coherence”,200×230, 2016, Handmade wool carpet.Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text css=”.vc_custom_1573471685533{margin-bottom: 0px !important;border-bottom-width: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;}”]Your works do not represent an example of decorative art but are the expression of a process of artistic/philosophical research. What is the purpose of this research and how does art help you to explore reality? Why did you feel the need to transform and give new identity to such a powerful symbol of universal culture?

I am freeing myself from collective unconscious processes and fears through the practice of art, and the viewer experiences the same concentrated experience of liberation. The modern artist is the Shaman who healed himself and people around, releasing them from diseases. In today’s increasingly complex world, information and its content have the same power of disease as in the ancient world. The value of the Carpet for art is the fact that this object included layers of millennial stories that could be instantly translated into modern language. Through my work I am asking, where are the boundaries of craft and art? And carpet itself creates questions on cultural boundaries. As an artist, I was looking for a modern language of art to talk about the future, but I found an ancient one and started talking about the present. And in the present there is no value more important than life itself.[/vc_column_text][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1/2″][vc_single_image image=”15488″ img_size=”full”][vc_column_text]

Talish”, 2018. Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio.

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“Coherence”,200×230, 2016, Handmade wool carpet.Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text]Your work seems to be challenging the traditional technical and conceptual principles on which the ancient craft of weaving is based. Was it difficult to communicate and make your artistic intentions understood by the weavers you work with?

The process and technology of carpet weaving has not changed over the millennia. It is always difficult to work with people of tradition if there is no discipline, but you can’t stop a motivated artist.[/vc_column_text][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1/2″][vc_single_image image=”15486″ img_size=”full”][vc_column_text]

“DNA”,238×125 cm, 2016, handmade wool carpet. Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio“

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“Fuel”, 2016.Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text]Can you tell us about a work of yours to which you are particularly attached or which has been a turning point for your artistic career?

My work belongs to people. My body to earth.[/vc_column_text][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1/2″][vc_single_image image=”15460″ img_size=”full”][vc_column_text]

“Dragon Path”, 2017, Handmade woolen carpet, 148 × 210 cm. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

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“Shift”, 2014, 170x110x100 cm, woolen handmade rug and stainless steel. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio

[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text css=”.vc_custom_1573471748374{margin-bottom: 0px !important;border-bottom-width: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;}”]In your opinion, what are the expressive limits of textile art?

Imagination[/vc_column_text][vc_single_image image=”15496″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”link_image”][vc_column_text]

“Liquid”, 466×266 cm, 2014, handmade woolend carpet. Faig Ahmed. Image Courtesy of Faig Ahmed Studio. Photo by SarvanGadirov

[/vc_column_text][vc_column_text]What are you working on right now? Would you like to tell us about your current projects?

Now I am working on the completion of all the old processes of life and since my life is my work I am at one of the final stages of my approach to art. I am also preparing for the transition to a new form of art.[/vc_column_text][vc_gallery type=”nivo” interval=”10″ images=”15464,15466,15468,15470,15472,15474,15480,15482,15494″ img_size=”800×800″][/vc_column][/vc_row]

Maria Rosaria Roseo

English version Dopo una laurea in giurisprudenza e un’esperienza come coautrice di testi giuridici, ho scelto di dedicarmi all’attività di famiglia, che mi ha permesso di conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari di mamma. Nel 2013, per caso, ho conosciuto il quilting frequentando un corso. La passione per l’arte, soprattutto l’arte contemporanea, mi ha avvicinato sempre di più al settore dell’arte tessile che negli anni è diventata una vera e propria passione. Oggi dedico con entusiasmo parte del mio tempo al progetto di Emanuela D’Amico: ArteMorbida, grazie al quale, posso unire il piacere della scrittura al desiderio di contribuire, insieme a preziose collaborazioni, alla diffusione della conoscenza delle arti tessili e di raccontarne passato e presente attraverso gli occhi di alcuni dei più noti artisti tessili del panorama italiano e internazionale.