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Art and Textile. A selection by Lottozero

English (Inglese)

Vijion Art Gallery, Pontives 26, Ortisei (BZ)
a cura di Alessandra Tempesti
Artisti: Roland Barth, Marie Ilse Bourlanges, Darius Dolatyari-Dolatdoust, Stefanie Kägi, Elena Khurtova, Claudia Losi, Anna M. Rose,
Farkhondeh Shahroudi, Luca Vanello, Virginie Rebetez (Svizzera 1979. Vive e lavora a Losanna)
Fino al 04/08/2021 
Orari da lunedì a sabato ore 16.00 – 19.00 (o su appuntamento)

Art and Textile. A selection by Lottozero è una mostra collettiva che raccoglie un nucleo di artisti che in questi anni sono stati sostenuti e rappresentati da Lottozero textile laboratories, centro di ricerca per l’arte, il design e la cultura tessile, fondato a Prato nel 2016 dalle bolzanine Arianna e Tessa Moroder. La mostra presenta un ampio ventaglio di possibilità di operare con la materia tessile, attraverso i linguaggi della scultura, la fotografia, la ceramica, l’installazione e la pittura, portando avanti la ricognizione operata da Lottozero sulle molteplici relazioni tra tessile e arte contemporanea.
Tra questi spicca la ricerca del duo Khurtova & Bourlanges (composto da Marie Ilse Bourlanges e Elena Khurtova, rispettivamente di origini russe e francesi ma entrambe residenti in Olanda), che espone una collezione di “tessuti a maglia” fatti interamente di porcellana e terracotta; realizzate manualmente attraverso la lavorazione di un filo di pasta di ceramica con dei grossi “ferri” in legno (simili ai ferri da uncinetto), le opere sono caratterizzate dalla presenza di intrecci allentati e difettati, espressione della vulnerabilità del corpo umano.

Khurtova & Bourlanges, Disrupted Systems, knitted porcelain, black glaze, 2011

Khurtova & Bourlanges, Disrupted Systems, knitted porcelain, knitted earthenware, 2011

Le anti-bandiere e le sculture cucite e imbottite di Farkhondeh Shahroudi (artista iraniana residente a Berlino dagli anni ’90) sono invece i tramiti di una narrazione poetica che si nutre del vissuto storico dell’artista, in una dimensione sociale e personale, intima e politica.

Farkhondeh Shahroudi, Antiflags, woven fabrics, iron, 2017

Farkhondeh Shahroudi, Flower, stitched fabrics, 2017

Il linguaggio della fotografia è presente in mostra attraverso diversi approcci e interpretazioni: Anna M. Rose (artista americana trapiantata a Firenze) se ne serve per immortalare una serie di atti performativi privati agiti all’interno di spazi dismessi e disabitati, indossando un involucro antropomorfico fatto di capelli sintetici, corpo-chioma con una vulnerabilità primordiale e quasi mostruosa.

Anna M. Rose, Sospeso, digital inkjet print on cotton fiber paper, 70 x 46 cm, 2015

Under Cover della svizzera Virginie Rebetez è una serie che documenta un rituale funebre praticato in Sud Africa: oltre l’apparente oggettività delle inquadrature, le pieghe delle stoffe e coperte ritratte nello scatto suggeriscono un altrove, di memoria surrealista.

Un confronto serrato con la pittura è rappresentato in primis dalle opere di Roland Barth, artista originario di Berlino, che dal 2016 ha intrapreso una ricerca che lo ha portato a definire, con il termine screen-painting, un personale linguaggio pittorico che si avvale degli strumenti propri della stampa serigrafica, come la racla e il telaio serigrafico, usati anche per la stampa su tessuto.

Roland Barth, untitled, screenprinting in seven layers on heavy cardboard, 70 x 100 cm, 2020

Darius Dolatyari-Dolatdoust (artista, performer e designer francese residente a Bruxelles) fonde nei suoi quadri tessili espressione pittorica e matericità tessile, con un segno grafico inconfondibile che unisce al gioco decostruttivo delle forme di matrice picassiana la sinuosità e l’eleganza della linea di Matisse.

Darius Dolatyari-Dolatdoust, The Fighters (detail), patchwork on fabrics, 105 x 145 cm, 2019. Photo by Margaux Minodier

Darius Dolatyari-Dolatdoust, The Fighters Lovers, patchwork on fabrics, 190 x 190 cm, 2019.

Darius Dolatyari-Dolatdoust, Love is in the air, patchwork on fabrics, 220 x 220 cm, 2019. Photo by Émile Orengo

Darius Dolatyari-Dolatdoust, The Fighters, patchwork on fabrics, 105 x 145 cm, 2019. Photo by Émile Orengo

È ancora la propensione alla pittura a tenere insieme il corpus di lavori multiforme di Stefanie Kägi, artista svizzera residente a Berlino. L’artista intreccia materiali e lavorazioni tessili con processi di elaborazione digitale dell’immagine; tecniche analogiche e digitali si compenetrano, trovando nell’errore e nell’imperfezione nuove soluzioni formali che estendono i confini dell’indagine pittorica.

Stefanie Kägi, Needlework, yarn on inkjet print, 85 x 65 cm, 2018

Stefanie Kägi, with Selina Reiterer, Solid Solution / Soft Skills (detail), inkjet print on fabric, 800 x 145 cm, 2019

Stefanie Kägi, with Selina Reiterer, Solid Solution / Soft Skills (detail), inkjet print on fabric, 800 x 145 cm, 2019

Stefanie Kägi, with Selina Reiterer, Solid Solution / Soft Skills (detail), inkjet print on fabric, 570 x 145 cm, 2019

Si aggiungono alla schiera degli artisti internazionali anche due nomi italiani: Claudia Losi, una delle artiste italiane ad aver maggiormente incorporato il medium tessile all’interno del proprio lavoro, a partire dagli anni ’90, e Luca Vanello, di cui è presente in mostra un’opera in edizione limitata, parte del progetto Tired Eyes Dislike the Young, che l’artista ha sviluppato e prodotto a Lottozero tra il 2017 e il 2019.

Claudia Losi, Untitled_animals, screenprinting on silk, 6 pieces 68 x 103 cm each, 2016

Lottozero è infatti luogo di ricerca e produzione per gli artisti: la sua posizione strategica all’interno del distretto tessile di Prato, unitamente al fatto di avere un proprio laboratorio interno attrezzato con macchinari tessili, uno spazio espositivo e la possibilità di ospitare designer e artisti in residenza, ne fanno una realtà unica nel suo genere in Italia, luogo ideale per tutti quegli artisti che vogliono indagare materiali, tecniche, significati e implicazioni concettuali del tessile all’interno del proprio lavoro.
Dal 2016 Lottozero ha sviluppato numerosi progetti espositivi in collaborazione con musei e istituzioni culturali, tra cui il Museo del Tessuto di Prato, Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, Villa Romana di Firenze e il Museion di Bolzano.