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Silva Bruschini: chapeau!

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*Foto in evidenza: Silva Bruschini indossa Silva Bruschini. Copyright Cristina Ghergo per Manner Vogue

La porta della casa-studio di Silva Bruschini si apre su un sorriso che mi attende oltre la soglia. I capelli corvini dal taglio spettinato, un rossetto rossissimo e due occhi sottolineati dall’ombretto azzurro: se anche non la conoscessi non potrei dubitare che altri non fosse che lei. Mi riceve in una miniera di idee accumulate e stratificate cui le sue mani hanno dato forma, uno spazio – o quel che ne rimane – fitto di costumi, cappelli, accessori, abiti e libri – tanti, tantissimi – testi, cataloghi, volumi che hanno informato la sua ricerca e la sua pratica nel corso degli anni ma anche testimonianze e documentazione dei molti successi che ha raccolto nella sua lunga carriera.

Silva Bruschini indossa Silva Bruschini

Silva è nata a Rieti, un paio d’anni dopo la fine della guerra, in una famiglia semplice – dice lei – ma illuminata, aggiungo io. È il padre ad accorgersi precocemente del suo talento artistico, ma è tutta la famiglia che sostiene e incoraggia il suo trasferimento a Roma per frequentare dapprima il Liceo Artistico di Via Ripetta e successivamente l’Accademia di Belle Arti. È un passaggio coraggioso per una ragazzina di provincia della prima generazione di donne nate con il diritto di voto. Ma tant’è, il suo talento è il suo destino: carattere e determinazione faranno il resto. All’Accademia studia e si diploma in Pittura e Incisione con maestri del calibro di Guttuso. E intanto frequenta l’atmosfera magica della capitale degli anni ’60, partecipa al fermento culturale ed artistico ma anche alle serate nelle sale da ballo e nei locali della Dolce Vita frequentati da star, produttori e stilisti internazionali dove inizia a realizzare – un po’ per necessità e un po’ per una creatività debordante – accessori ed abiti che disegna, confeziona e indossa, diventando lei stessa la prima modella e testimonial del suo lavoro.

Silva Bruschini indossa Silva Bruschini

La sperimentazione è la cifra di tutta la sua pratica artistica: già dai primi anni ’70 per le sue creazioni utilizza materiali alternativi, di scarto, di riuso – un upcycling ante litteram che trasforma addobbi natalizi in accessori moda, pezzi di ricambio delle auto in cappelli-scultura in cui l’eccesso ha anche un valore assertivo. È allora, infatti, che iniziano finalmente ad uscire dall’anonimato le mani silenziose delle donne che avevano creato la moda fino alla prima metà del secolo e che, superando la dimensione di semplici esecutrici, ora potevano e volevano sviluppare le proprie idee e intestarsi il frutto del proprio talento.

Da questi esordi, Bruschini costruisce una carriera di stilista e creatrice di accessori e, a lungo, è attiva anche come disegnatrice di tessuti di moda presso lo studio di Charlie Farkas.

Silva Bruschini indossa Silva Bruschini

In un solido equilibrio tra il rigore della professionalità e la leggerezza del gioco, non raramente ha indossato le sue stesse creazioni in occasione di defilé e performance in Italia ed all’estero – a New York, Vienna, Parigi, Roma.

La sua indole eclettica l’ha portata a lavorare in diversi ambiti. Per il teatro, ad esempio, con innumerevoli collaborazioni che accompagneranno tutta la sua carriera, alimentate da una passione per i costumi che coniuga una vasta conoscenza storica con una visione innovativa. Nel 1982 è a Parigi dove li realizza per una pièce teatrale che parteciperà al Festival di Linz e, nel tempo, lavorerà per spettacoli in scena al Teatro Argentina a Roma, al PalaFenice di Venezia, a Orvieto, Latina, Narni. Nel 1996 è la volta delle maschere per l’Ernani di G.Verdi al Teatro dell’Opera di Bilbao (Spagna) cui fanno seguito lorgnettes e maschere per “Romeo e Giulietta” di Gounò per il Teatro dell’Opera di Bonn in scena anche al J. F. Kennedy di Washington e al Teatro dell’Opera di Nizza (Francia). I suoi cappelli, acconciature, accessori saranno anche al XXXIV Festival Internazionale dell’operetta musicale di Trieste in “La Duchessa di Chicago” per la regia di Marco Carniti.

Silva Bruschini indossa Silva Bruschini

Ma anche per la televisione realizza costumi e accessori a più riprese. In RAI Radio Televisione Italiana ha esordito con Quelli della notte di Renzo Arbore e nel corso degli anni ha collaborato e partecipato a diverse trasmissioni (Paperissima, Uno mattina, Domenica in, Ballando con le stelle, tra le altre)

Parallelamente, è stata designer pubblicitaria per grandi aziende (da Buffetti ad Air France, solo per citare un esempio) con incursioni nel mondo dell’animazione come collaboratrice artistica per il film francese di cartoni animati di Peynet “Il giro del mondo degli innamorati Valentino e Valentina” ed altri.

Ma è nella realizzazione di cappelli ed accessori per la moda che Silva Bruschini ha espresso tutto il suo talento. Con collezioni per Raniero Gattinoni, Fendi, Lancetti, Giovanni Torlonia, Egon Fürstenberg, Raphael Salato, Gianluca Gabrielli, Miss Sixty, Alviero Martini, Sergio Valente, per molti anni le sue creazioni hanno sfilato nelle passerelle internazionali. Nel 2011 ad AltaModa Roma all’Auditorium Parco della Musica ha partecipato con una propria performance.

Silva Bruschini indossa Silva Bruschini. Ph credit Cristina Ghergo. Courtesy dell'artista

È tutto questo, e molto altro ancora, che mi racconta in più di tre ore di chiacchierata. Un fiume in piena di episodi, aneddoti, ricordi. Alcuni divertenti, altri velati della malinconia che sempre accompagna le assenze. Le chiedo di sintetizzarmi con una parola la sua carriera, ma non è davvero possibile. Da quel patrimonio di esperienze ogni tanto spuntano balli in maschera tra nobili decaduti e parvenu sulla scena romana, ma anche tante notti piegata sulla macchina da cucire incalzata dalle scadenze di consegna in una gavetta che, mi dice, è stata davvero lunga, e tanto, tanto faticosa. Mi racconta i pianti per la stanchezza nel rush finale di 350 accessori per un’opera lirica e, con orgoglio, della sala che il Museo Automobilistico e della Moda di Malaga (Spagna) ha dedicato ai suoi lavori. Sfogliamo insieme un book immenso, pagina dopo pagina viaggiamo da Parigi a Roma e poi a New York attraverso mani che spuntano da copricapi ispirati al flamenco e modelle che indossano rastrelli da giardinaggio.

Silva Bruschini. Vogue Fashion Night. Roma

Come nascono le sue creazioni? È indispensabile – spiega – trovare un punto di equilibrio tra la creativa e la committenza, occorre capire – a volte immaginare – chi indosserà cosa. Per questo predilige cappelli ed accessori, perché più liberi dai canoni stringenti di vestibilità e taglia lasciano maggiore spazio alla fantasia, alla possibilità di un infinito numero di combinazioni di elementi di essere indossati.

Rifarebbe tutto, mi dice. Rimpianti? Nessuno. I suoi cappelli pubblicati in riviste e pubblicazioni specializzate. sono la prova provata del suo successo. È stato davvero un lungo viaggio pieno di emozioni per una ragazza partita da una piccola cittadina di provincia in tempi in cui ancora per troppe la prospettiva non andava oltre la famiglia ed un impiego sicuro e non troppo ambizioso.

Silva Bruschini indossa Silva Bruschini

Barbara Pavan

English version Sono nata a Monza nel 1969 ma cresciuta in provincia di Biella, terra di filati e tessuti. Mi sono occupata lungamente di arte contemporanea, dopo aver trasformato una passione in una professione. Ho curato mostre, progetti espositivi, manifestazioni culturali, cataloghi e blog tematici, collaborando con associazioni, gallerie, istituzioni pubbliche e private. Da qualche anno la mia attenzione è rivolta prevalentemente verso l’arte tessile e la fiber art, linguaggi contemporanei che assecondano un antico e mai sopito interesse per i tappeti ed i tessuti antichi. Su ARTEMORBIDA voglio raccontare la fiber art italiana, con interviste alle artiste ed agli artisti e recensioni degli eventi e delle mostre legate all’arte tessile sul territorio nazionale.