Interviste

ANGELICA BERGAMINI

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Tra le artiste che esporranno nell’ambito di Follow the thread, un progetto diffuso di fiber art contemporanea articolato in diversi appuntamenti nella città di New York promosso da ArteMorbida a novembre, c’è anche Angelica Bergamini, artista visiva e terapista del colore di origine italiana ma che ormai da anni vive e lavora nella metropoli statunitense.

Dopo aver trascorso gli anni accademici in Spagna presso la Facoltà di Belle Arti dell’Università di Granada e al Museo Nazionale Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, Bergamini si è diplomata con lode in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze (Italia). Con il recente conseguimento del Master in Studi di Partnership e Sciamanesimo presso l’Università degli Studi di Udine (Italia), ha approfondito il suo interesse per l’opera della storica culturale Riane Eisler esplorando i fondamenti psicologici, sociologici e antropologici della Sciamanesimo tradizionale.

I suoi lavori sono stati esposti negli Stati Uniti, in Europa e in Cina: C24 Gallery, Tanja Grunert, Lehman College Art Gallery, Ivy Brown, White Box, BRIC Arts Media (NYC), Torrance Art Museum (Los Angeles), Chelsea Space (Londra), Galerie Arnaud Lefebvre (Parigi), Färgfabriken (Stoccolma), Pari&Dispari (Milano e Reggio Emilia) e presso Kwai Galleria d’arte Fung Hin (Hong Kong). Si è da poco conclusa la sua mostra personale al MuSA, Museo di Scultura e Architettura di Pietrasanta, Italia.

Elixir of Life. 2008. fishing line, glass beads

Cosa significa per te essere artista?

Fare arte è cercare di dare forma a qualcosa che ancora non si conosce, rappresentare nel senso di rendere visibile qualcosa. L’artista è un mediatore tra i mondi, un traduttore che siede dove il mondo interiore e quello esteriore si incontrano.

Il mio lavoro esprime il modo in cui vivo il mondo dentro e intorno a me, con la sua bellezza e i suoi squilibri. Come dice Joseph Campbell, è necessario andare in profondità nell’inconscio personale per incontrare l’inconscio di tutta la società e passare attraverso il personale per raggiungere il transpersonale.

Per me lo studio dell’artista è uno spazio-tempo che racchiude un ambiente sacro dal flusso dell’esperienza della vita quotidiana, in cui la dimensione dell’aldilà può essere colta e vissuta.

Sassi – Stones. 1999. Iron wire, steel wire

Quali sono gli ambiti di indagine della tua ricerca artistica?

Gli studi interculturali e l’interesse per la filosofia e la psicologia guidano la mia ricerca artistica, incrociando valori estetici ed etici. Considerando il mio lavoro come una poesia visiva, concepisco l’arte come un ponte tra la contemplazione e l’azione e il mio lavoro come una meditazione sulla ricerca dell’equilibrio tra il mondo interiore ed esteriore.

Sono interessata al mondo dell’archetipo e all’energia che da esso si sprigiona, interrogandomi su ciò che si trova al di là della mente cosciente, vivendo la mia ricerca artistica come un’esplorazione del serbatoio di conoscenza che l’inconscio rappresenta e ricercando il rapporto tra inconscio personale e collettivo. Mi affido all’immaginario e alla pratica, piuttosto che alla teoria, per creare un ponte tra l’inconscio e la mente cosciente, alla ricerca di una visione olistica del sé e del mondo.

Sospiri – Sighs. 2009. Cotton thread

Artista visiva, cromoterapeuta, interessata allo sciamanesimo: come si combinano queste tue diverse anime nella tua ricerca?

Incuriosita dalle religioni orientali fin da giovanissima, ho iniziato a studiare yoga alla fine degli anni ’90, subito dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Qualche anno dopo, affascinata dalla psicologia e dalla simbologia dei colori, ho iniziato a formarmi come cromoterapeuta. Poi, avendo formato una consapevolezza dei corpi sottili attraverso il pranayama e la meditazione, ho continuato a imparare diventando Usui Reiki Master, sempre interessata alla consapevolezza sensoriale sottile.

L’interesse per lo sciamanesimo è stata una conseguenza ovvia. La cultura occidentale, attraverso le sue prospettive individualistiche, percepisce l’essere umano e il cosmo come due entità distinte, rafforzando un sistema di credenze in cui il soggetto umano opera su un mondo oggetto, a differenza di quelle culture orientate da un sistema in cui l’essere umano è sempre parte di un tutto.

Questa visione, che ci vede come parte di un essere vivo e pulsante in cui siamo costantemente immersi e in relazione, è praticata nello sciamanesimo, una modalità spirituale antica e universale.

Per Joseph Campbell – studioso di mitologia e grande fonte per la mia ricerca – gli artisti possono agire come figure sciamaniche nella misura in cui il loro impegno, le loro capacità e la loro ispirazione sono vissuti come una porta verso una comprensione più profonda della vita e della sua intrinseca sacralità.

Perché gli artisti, come gli sciamani – come dice Campbell – possono sintonizzarsi con il suono dell’universo.

Sospiri – Sighs. 2009. Cotton thread

Lo storico delle religioni Elémire Zolla definisce così il compito dell’arte:

“Un tempo la funzione terapeutica dello sciamano era concepita come un tutt’uno con il processo poetico, musicale e teatrale in generale: una volta non si facevano distinzioni, l’arte doveva guarire. Un’arte che non era in grado di guarire era considerata inutile e considerata come uno spreco di immagini che non serviva a nulla. Quindi la domanda non è perché lo sciamano mira a curare, ma come si può produrre arte senza avere come obiettivo la guarigione? “.

Grazie alla professoressa Antonella Riem, che ha creato il Master in Partnership Studies e Sciamanesimo dell’Università di Udine (Italia), uno straordinario contenitore di esperienze, ho avuto modo di conoscere il potente lavoro di sciamani provenienti da tutto il mondo che hanno condiviso con noi (gli studenti del Master) la loro conoscenza e saggezza. Gli sciamani hanno una visione empatica del pianeta perché operano in una cultura di cura, credendo in una rete di interdipendenza.

Respirando – Breathing. 2007. Cotton thread

Tra la pluralità di materiali che utilizzi c’è il filo di cotone per opere come SOSPIRI e RESPIRANDO, il ferro per STONES e la pesca per progetti come COCOON, CLOUDS e FOG. Il filo come materiale ha anche un valore concettuale intrinseco nella sua arte, o è una scelta esclusivamente tecnica?

Scelgo il materiale in base alle sue caratteristiche e a ciò che voglio trasmettere con la mia scultura. La mia scelta del filo è sia tecnica che concettuale.

La scultura Respirando, la mia rappresentazione del movimento del respiro all’interno del corpo, con il suo colore esprime la vita, la passione e il calore di Sospiri. Oltre al simbolismo del colore, ho scelto un materiale organico, come il cotone, per la sua morbidezza.

Con Nuvole e nebbia, cercavo un materiale che potesse darmi la presenza visiva della consistenza intoccabile di questi elementi naturali, anch’essi mutevoli alla luce. In Cocoon, il monofilamento rappresenta qualcosa di idealmente fragile ma, allo stesso tempo, un robusto scudo protettivo, data la resilienza di questo materiale. Visivamente delicato ma molto forte.

Una volta ho letto una frase della scrittrice e studiosa Erika Maderna che mi ha colpito: la scrittrice dice che tessere (nel mio caso, filare i fili e lavorarli a maglia) significa raccontare la vita. Con il gesto, la cerimonia della ripetizione e la vibrazione costante del movimento.

Barbara Pavan

English version Sono nata a Monza nel 1969 ma cresciuta in provincia di Biella, terra di filati e tessuti. Mi sono occupata lungamente di arte contemporanea, dopo aver trasformato una passione in una professione. Ho curato mostre, progetti espositivi, manifestazioni culturali, cataloghi e blog tematici, collaborando con associazioni, gallerie, istituzioni pubbliche e private. Da qualche anno la mia attenzione è rivolta prevalentemente verso l’arte tessile e la fiber art, linguaggi contemporanei che assecondano un antico e mai sopito interesse per i tappeti ed i tessuti antichi. Su ARTEMORBIDA voglio raccontare la fiber art italiana, con interviste alle artiste ed agli artisti e recensioni degli eventi e delle mostre legate all’arte tessile sul territorio nazionale.