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F’ART: SPAZIO ALLA PROMOZIONE DELLE ARTI VISIVE CONTEMPORANEE

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Siamo andati alla scoperta di F’Art, uno spazio per la promozione delle arti visive contemporanee che ha aperto i battenti poco più di un anno fa a L’Aquila con un programma espositivo che abbraccia linguaggi e generazioni differenti con particolare attenzione al medium tessile ed agli artisti e artiste attivi nell’ambito della fiber art internazionale.

segno trame e sogni, Donatella Giagnacovo, Angela Ciano

Uno spazio in pieno centro storico a L’Aquila – una città in rapido sviluppo ed in pieno fermento dopo il sisma che l’ha colpita nel 2009 – dedicato all’arte contemporanea: come e perché è nata questa avventura?

Nasce sulla scia di una motivazione inizialmente emotiva ma anche radicata nella volontà di offrire una risposta ad un’esigenza comune in un territorio dove la sopravvivenza prima, la ricostruzione dopo, ha evidenziato la necessità di rincontrarsi durante un cambiamento forzato e radicale che ha causato vuoti profondi. Riempire i vuoti attraverso la ri-costruzione di una rete di contatti e relazioni messe in campo su un interesse comune: l’arte visiva contemporanea perché praticata, coltivata, ricercata e considerata da sempre come spazio dell’agire dalle immense opportunità culturali e sociali. Uno spazio individuato in un vicolo del centro storico dove ancora sono presenti i cantieri, le gru, le maestranze a lavoro che sottraggono quotidianamente dall’oblio, restituendoli a nuova vita, pezzi di ferite urbane. Visibile è la cura e l’energia diffusa che restituisce una parte importante di ciò che è stato, tangibile il fermento per ciò che potrebbe essere.  In questo presente, a volte confuso, caotico e disarmonico non mancano segnali propositivi. La città, terreno fertile dove ogni seme potrebbe germogliare, ha recuperato la sua attitudine storica all’attenzione culturale. Non solo per le Istituzioni preesistenti o per quelle più note inseritesi con grande disponibilità logistica ed economica, ma soprattutto per una nuova e diffusa e variegata proposta di micro realtà diversamente operative nei più svariati ambiti culturali e ricettivi. F’ART è una sfida già nel nome. F sta per fare. “Fare” include, tra i suoi sinonimi, l’agire, il creare, il produrre, il dare vita, il formare, il praticare… L’apostrofo dopo la F è un segno d’interpunzione che sottolinea l’importanza della parola Arte. Ma, per gli anglofoni, la pronuncia ovviamente senza apostrofo, restituisce il significato del sostantivo “scoreggia” l’emissione rumorosa di gas intestinali, consueta pratica umana, utilissima, per altro, per farsi spazio intorno. L’assonanza non era inizialmente contemplata ma è stata accolta con ironia e compiacimento da chi ha come obiettivo prioritario quello di fare spazio, tra un affollato, indigesto e sgradevole mondo di praticanti, a chi ha veramente qualcosa da comunicare. F’ Art è uno “spazio minimo”, definizione appropriata di un amico curatore, dove si pratica la cura. La cura per chi fa arte con coerenza, ricerca, serietà, innovazione.

di bianche spine, Donatella Giagnacovo, Angela Ciano

A circa un anno e mezzo dall’apertura, qual è il bilancio dell’attività espositiva?

Il tempo trascorso è veramente poco per tracciare qualsiasi bilancio, tuttavia ci sono segnali evidenti che confermano che l’intuizione iniziale, quella di aprire uno spazio alla condivisione e al confronto dialettico, era giusta, opportuna e necessaria. F’ART ha proposto già diversi percorsi, promuovendo incontri tra curatrici, curatori, artiste ed artisti, innovando la tipologia di presenze con linguaggi visivi attuali, nel rispetto di una comunicazione circolare che accogliesse sempre il fruitore competente od occasionale come elemento alla pari nel processo comunicativo. F’ART pone attenzione alla fruibilità del messaggio artistico visivo offrendo all’osservatore il ruolo di recettore attivo, ascolta e recepisce le istanze dialettiche ponendosi da medium tra l’emittente e il ricevente al fine di promuovere uno scambio critico che sia garante di una fruizione artistica in pienezza. Se è vero, com’è vero, che un’opera d’arte, se è tale, non necessita di spiegazione, è altrettanto vero che innalzare muri, attuare distanziamenti, porsi al di sopra o al di là delle comuni vicissitudini ha allontanato per decenni la fruizione dell’arte visiva ai più. Ma percorsi di arte partecipativa, arte performativa e relazionale hanno cercato di colmare questo vuoto ottenendo un interesse sempre maggiore a testimonianza di come l’Arte tutta sia salvifica ed utile. In uno spazio minimo, in una città non grandissima che ha vissuto un’enorme tragedia e che sta rinascendo, l’Arte è collante e generatrice di emozioni, suggestioni, sentimenti, senso.

Una mattina mi son svegliato, installazione per l'Ucraina, Classe VA sezionearti figurative Liceo Artistico L'Aquila

La proposta di F’Art è stata fin qui plurale: giovani artisti emergenti che si sono alternati ad altri affermati sulla scena nazionale ed internazionale di generazioni, background e ricerche anche molto diverse. Quali sono i criteri con cui selezionate le mostre in programma?

F’Art non è una galleria che ha necessità di fare promozione. È uno spazio indipendente che promuove la diversità espressiva, luogo quotidiano di ricerca dell’artista che lo vive. F’Art è interessata alla diffusione, la differenza è che “diffondere” è “trasmettere” con piacere. Il piacere che proviamo grazie alle esperienze visive si nutre anche di un gesto agonistico, insieme ambizioso e umile, lanciato verso il sapere… a cosa serve l’arte e la conoscenza della sua storia?…   A molto, se essa arriva a posare il non sapere al centro della propria problematica e a fare di questa problematica l’anticipazione, l’apertura di un sapere nuovo, di una nuova forma di sapere e forse di azione. (G. Didi-Huberman, Devant le Temps, cit.,pp.155,222) . Lo spazio è luogo e tempo di uno scambio in trasformazione per colmare i vuoti narrandoli, restituendo un frammento di contemporaneità che ci rende partecipi di un divenire.  F’Art accoglie progetti che hanno una esplicita valenza comunicativa in cui la ricerca artistica, coerente ad una linguistica espressiva corposa ed innovativa è il frutto tangibile di un percorso di scambio tra l’artista, il curatore e il fruitore.  Figure che dialogano concretamente offrendo stimoli coinvolgenti. Per questo la programmazione non è scandita da calendarizzazioni rigide ma viene organizzata in base alle opportunità messe in rete da un sempre maggior numero di operatori.

Luco, panoramica prima sala

Tra i progetti che avete presentato non è mancata una certa attenzione ai linguaggi tessili e della fiber art. Qual è stato il riscontro del pubblico e degli addetti ai lavori?

Tra le proposte contemporanee la fiber art ha in se la valenza di una prospettiva ampia, note le origini e la sua evoluzione nel tempo, ha acquisito una molteplicità espressiva indiscutibilmente sovrapponibile alla fragilità e alla concreta difficoltà di sostenere una solidità relazionale ed emotiva travolta da un processo evolutivo accelerato e fibrillante. La ricchezza linguistica la pone al centro di una dialettica critica ma vitale perché restituisce un dinamismo aritmico, anticipatore delle infinite mutazioni che ci sovrastano e questo, tutto questo, arriva semplicemente. Inoltre, l’attenzione verso una variegata proposta di linguaggi tessili, ha permesso ai più di avvicinarsi ed aprirsi verso ulteriori riflessioni sul cambiamento in atto relativo alla stessa fruibilità dell’opera d’arte contemporanea.

Ri-velato, Armando Gioia - Mariano Cipollini

A partire dall’estate 2023 F’Art ha promosso – anche in collaborazione con le istituzioni – una serie di appuntamenti diffusi in città. Com’è stata questa esperienza? Ed è l’inizio di un ulteriore impegno di F’Art sul territorio?

Dalla progettazione alla messa in opera del percorso ampio, concreto ed emotivamente interlocutorio, gli obiettivi e le motivazioni che hanno fatto da volano per la realizzazione di un evento che ha attraversato il centro storico della città per circa un mese, sono sempre stati molto presenti. Diffondere e quindi trasmettere, attraverso l’arte, la priorità di ri- trovare un tempo interiore e soggettivo in uno spazio agito e fruito collettivamente. Un tempo per ascoltare ed ascoltarsi, per vedere e vedersi. Un tempo che ha visto in un crescendo di emozioni, il consolidamento di una rete di scambi partecipativi tra operatori del settore, privati ed Istituzioni ed una fruizione spontanea, continuativa e recettiva di persone che hanno restituito valenza all’ evento. LUCO, mostra di arte contemporanea internazionale a cura di Barbara Pavan, dal latino lucus… presso i Romani si identificava per estensione con il Bosco Sacro. Alla ricerca e all’approdo ad un ipotetico luco contemporaneo, un non-luogo che allude a uno spazio, a un tempo – reale o metaforico – o a una condizione dell’essere e dell’esperire ( cit.Barbara Pavan)  si è ispirato questo percorso espositivo articolato in tre sedi suggestive all’interno di edifici storici – il cortile di Palazzo Lucentini Bonanni in piazza Regina Margherita 7, la Galleria Italia in corso Vittorio Emanuele 79 e lo spazio espositivo F’ART in via San Francesco Di Paola 13, che hanno ospitato le opere e le grandi installazioni prevalentemente di fiber art di  Jacobo Alonso, Elizabeth Aro, Pietrina Atzori, Michela Cavagna, Cenzo Cocca, Carla Crosio, Barbara D’Antuono, Magdalena Fermina, Donatella Giagnacovo, Monica Giovinazzi, Anneke Klein, Clara Luiselli, Florencia Martinez, Miriam Medrez, Saba Najafi, Lucia Bubilda Nanni, Giulia Nelli, Federica Patera e Andrea Sbra Perego, Elena Redaelli, Beatrice Speranza, Giulia Spernazza, Elisabeth Tronhjem, Yukoh Tsukamoto.

Riaprire luoghi ricostruiti, cari alla memoria di una collettività e restituirli attraverso un’esperienza di senso, ha concretamente mostrato come sia necessario perseguire visioni alte attraverso una pratica che, pur nutrendosi di ambiziose prospettive, sia attuata con rigore, altissima professionalità e rispetto nei confronti dell’Arte, di chi la pratica, di chi la diffonde e di chi la fruisce. Per F’Art il cammino è appena iniziato.

Ri-velato, Romano Leli - Mariano Cipollini

Quali sono i progetti per il futuro e quanti tra questi riguarderanno ancora la fiber art?

In questi ultimi mesi l’attenzione verso F’ Art è aumentata esponenzialmente e sono nate nuove collaborazioni che non solo ci permettono di crescere, soprattutto professionalmente, ma ci invitano a mantenere un’ottica aperta e dialogante. La fiber art resta un punto di riferimento importante proprio per la sua capacità di mutevole dinamismo, ma non mancheranno, come per altro già presenti, testimonianze di altri linguaggi (…pittorici, scultorei, performativi, digitali…) La costante che accomuna le scelte per future condivisioni è l’attenzione verso quelle proposte provenienti da anime narranti, punti luminosi, che aprono brecce verso nuovi orizzonti. Punti, punti di orientamento per future costellazioni in una realtà contemporanea artistica che a molti addetti ai lavori risulta essere spenta, senza sapere che in crisi non è l’arte ma quello che si è voluto fare dell’arte negli ultimi decenni e che invece brilla come una notte stellata in un cielo bambino (cit. Livio Sossi)

a due passi dal cielo, Giulia Napoleone, Valeria Tassinari Mubaq seminiamo arte 2023
Fluere,Susanna Cati, Barbara Pavan