"In principio era un filo..."

Fuselli come pennelli

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Sembra impossibile poter dipingere con il filo o meglio, poterlo fare con il merletto, perché in realtà nel ricamo esiste il “punto pittura” che ricrea, attraverso il sapiente uso di punti particolari e varietà di fili colorati, l’effetto delle pennellate sulla stoffa. Con il merletto il discorso è più complesso dato che non si lavora su una base preesistente e si sviluppa tutto attraverso l’intreccio e l’incrocio di fili fermati da spilli e il cambio di colore può essere impegnativo. Non meno importante il fatto che l’esecuzione del merletto è legata a regole e tecniche precise e ordinate, richiede un progetto e un disegno che non lascia spazio all’improvvisazione.

Quello che non consente la tecnica fortunatamente lo permette la fantasia, l’estro artistico e la passione.      Sono queste le condizioni che hanno permesso a Bistra Pisancheva di creare dei veri e propri paesaggi capolavoro con filo e fuselli.

Bistra è una maestra merlettaia che è nata e vive tuttora a Sofia, in Bulgaria. Laureata in antropologia culturale presentando una tesi su “Pizzo: tecnologie culturali e pratiche sociali” nella quale è presentato il lavoro della merlettaia attraverso gli occhi dell’antropologia interpretativa rendendolo anche argomento di dottorato.

Una solida base culturale affiancata ad un solido percorso tradizionale, un pizzico di necessità dovuta alla contingenza ma soprattutto il bisogno di sperimentare hanno portato allo sviluppo della tecnica che la sta portando a viaggiare in mezza Europa per condividerla.

Ho voluto incontrarla, conoscerla e frequentare il suo seminario di introduzione alla lavorazione delle opere che crea, con grande apprezzamento da parte di merlettaie esperte e aperte a nuovi orizzonti di lavorazione del merletto.

Ho volutamente parlato di “introduzione” non perché la Pisancheva sia avara di indicazioni riguardo l’esecuzione del lavoro ma perché riuscire ad esprimersi con questa tecnica non è facile ne scontato ed è estremamente soggettivo.

C’è la necessità di staccarsi completamente dalle regole alle quali ci atteniamo strettamente, all’ordine, alla precisione, ad una certa regolarità di lavorazione che, soprattutto nel torchon, siamo abituate a seguire; Lasciare ampio spazio all’estro e alla fantasia non disgiunte dalle “nuove” regole e istruzioni che Bistra, generosamente, fornisce durante le sue lezioni.

La mia personale sensazione è stata quella di affiancare una grande artista nel momento della creazione della sua opera che a voce alta descrive e commenta le fasi del suo lavoro. Un esempio macroscopico che mi è venuto in mente, essendo io un’amante degli Impressionisti, è stato come essere a fianco di Monet mentre dipinge le sue celeberrime ninfee e commenta la scelta di un certo colore e descrive la pennellata per rendere un certo effetto.

Il risultato di questa esperienza è stata la realizzazione di un piccolo “quadro di filo” da me orgogliosamente realizzato dietro le sue indicazioni, il desiderio di farla conoscere il più possibile in Italia, anche attraverso questo articolo, l’invito a venire a Roma all’inizio del nuovo anno per una serie di lezioni e, perché no, una sua personale.