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ROWLAND RICKETTS

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*Foto in evidenza: Vista dell’installazione, IKAT: A WORLD OF COMPELLING CLOTH at Seattle Art Museum, 2023. Immagine per gentile concessione dell’artista.


14 settembre 2023 – 28 gennaio 2024
MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI JACKSONVILLE
Istituto culturale dell’UNF
333 North Laura Street
Jacksonville, Florida 32202
904-366-6911 | hellomoca@unf.edu


Rowland Ricketts è un fiber artist contemporaneo che crea installazioni immersive site-specific utilizzando stoffe tessute e tinte a mano. Il suo approccio segue la lunga storia dell’impegno dell’arte con il mondo naturale attraverso una prospettiva non convenzionale e altamente personale, enfatizzando il rapporto tra natura, cultura, passaggio del tempo e vita quotidiana. Negli ultimi vent’anni, l’indaco è stato il mezzo e il soggetto principale di Ricketts. Le tecniche apprese durante il suo apprendistato in Giappone guidano i suoi oggetti e le sue installazioni. Ricketts utilizza tinture naturali e processi storici giapponesi per creare opere d’arte contemporanea che coinvolgono i visitatori in esperienze multisensoriali e abbracciano la profondità di significato dell’indaco.

Project Atrium è una straordinaria serie di installazioni d’arte site-specific e site-sensitive create da artisti emergenti e a metà carriera e commissionate dal MOCA di Jacksonville.

COMUNICATO DELL’ARTISTA
L’odore di un tino di indaco appena inizia a fermentare e a prendere vita è un odore di maturità; un momento di ricca potenzialità in cui, come creatore, mi trovo momentaneamente tra la storia dei materiali e dei processi che mi hanno aiutato a ottenere l’indaco fino a quel punto e la promessa di tutte le opere che il tino non ha ancora realizzato.

Coltivo e lavoro il mio indaco (Polygonum tinctorium) utilizzando metodi giapponesi vecchi di secoli. Le foglie vengono raccolte, essiccate e compostate a mano per ottenere il tradizionale colorante indaco giapponese chiamato sukumo. Il sukumo viene a sua volta fatto fermentare nella liscivia di cenere di legno per creare un tino di indaco naturale.

La mia decisione di lavorare in questo modo privilegia consapevolmente processi e materiali più lenti e naturali rispetto a opzioni più immediate e sintetiche. Oggi, con l’indaco derivato dal petrolio facilmente e a buon mercato disponibile, la mia scelta di piantare, trapiantare, diserbare, raccogliere, vagliare, essiccare e compostare l’indaco a mano non è una scelta di necessità. È invece un atto consapevole di riconoscimento del fatto che tutta l’energia impiegata nella coltivazione e nella lavorazione delle piante di indaco fa parte del colorante finale tanto quanto le molecole di indaco stesse.

Inoltre, le mie esperienze personali con l’indaco – prima come apprendista in Giappone, poi dopo anni di lavoro con questa tintura e di apprendimento – mi hanno reso consapevole di una connessione che non porta solo dai miei insegnanti a me, ma che arriva fino agli insegnanti dei miei insegnanti e alle persone da cui hanno imparato, in un passato in cui i processi che uso sono stati sviluppati attraverso le esperienze accumulate da tutti coloro che hanno lavorato con questa tintura unica.

Trovo di grande valore il collegamento che l’indaco offre a una più grande tradizione umana. Altrettanto importante per me è il tempo e l’energia che investo nella coltivazione, nella lavorazione e nella fermentazione di questa tintura. Come tintore mi sforzo di trasfigurare tutta l’energia dell’impegno umano speso per questa tintura, in modo che la sua vitalità dia vita e viva nel tessuto tinto.