SAAD QURESHI
*Foto in evidenza: Borrowed from the Shadows, steel wool and cotton wool, packed into an irregular 250-metre ‘rope’ of keffiyeh fabric, Dimensions variable
Saad Qureshi, classe 1986, è un artista britannico che vive e lavora tra Oxford e Londra. Si è formato alla Oxford Brookes University e successivamente alla The Slade School of Fine Art di Londra.
Nella sua pratica artistica sperimenta una molteplicità di materiali tra cui anche fili, tessuti e carta che lavora applicando tecniche tessili come la tessitura.
Tra le mostre personali recenti sono da segnalare i progetti espositivi allo Yorkshire Sculpture Park di Wakefield, alla Galleria Natura Morte di Nuova Delhi, alla Galleria Aicon di New York e alla Gazelli Art House, Londra.
Sue opere sono state acquisite in collezioni private e pubbliche in permanenza tra cui la Dipti Mathur Collection in California, la Collezione della Fondazione Farjam di Dubai, la Collezione delle Città Creative dell’UNESCO a Pechino e la Galleria Almarkhiya in Qatar. Qureshi è stato selezionato per una commissione per arte pubblica di SkyArts LANDMARKS 2021.
La memoria, nella sua accezione più ampia – ancestrale e personale – un patrimonio di esperienze vissute che si combinano per definire la nostra identità in un processo che dura tutta la vita, è uno dei temi chiave della tua ricerca artistica. Le dinamiche attraverso le quali modelliamo continuamente i suoi contenuti e i meccanismi con cui gli elementi depositati cambiano forma nel tempo e poi influenzano chi siamo, si riflettono nelle opere recentemente esposte nella mostra TANABANA. Può parlarmi di questa serie di opere? Perché hai scelto la tessitura per realizzarle? Secondo te, la tessitura ha anche un significato concettuale?
Direi che, concettualmente, ho iniziato a tessere da quando, nel 2012, iniziai a realizzare mindscapes. I miei paesaggi mentali scultorei intrecciano diverse storie, ricordi e frammenti di paesaggi. Tutti noi “tessiamo” quando raccontiamo storie.
La mia famiglia ha una lunga tradizione professionale e personale nel settore tessile. È stata la professione di mio nonno, sarto per l’esercito britannico, a portare per la prima volta la mia famiglia dal Pakistan al Regno Unito, mentre mia madre è un’abile e appassionata ricamatrice. Questa è una parte importante del mio patrimonio creativo, ed è con gli arazzi Tanabana che, per la prima volta, vi rendo omaggio in modo così chiaro e diretto.
L’opportunità mi è stata data dal Lockdown, perché ho dovuto trasferire il mio studio nella nostra casa di famiglia, dove ero circondato da tutti i tessuti e i libri importanti con cui sono cresciuto. Ho dovuto lavorare su scala ridotta, senza il disordine di un ambiente appositamente adibito a studio. Ho iniziato fotografando questi materiali, tagliandoli a strisce e ritessendoli in arazzi di carta e unendo diversi pattern per formare disegni completamente nuovi. Così facendo, ho trovato un modo per far dialogare le mie capacità di creatore con quelle delle generazioni che mi hanno preceduto.
Cosa significa essere un artista per te e quanto la vita e l’arte si intrecciano nella tua esperienza personale?
Per me essere un artista non è mai stata un’opzione o un lavoro. Sento che è uno stile di vita in cui sono nato.
Tutto scaturisce dalla mia esperienza vissuta, sia essa una conversazione, un viaggio, qualcosa che cattura la mia immaginazione e che voglio approfondire.
Qual è il processo che porta dall’idea alla realizzazione delle tue opere? Come si sviluppano a partire dal momento dell’ispirazione?
La mia pratica è molto varia, e questo per soddisfare due modi di lavorare piuttosto distinti.
Da un lato, posso iniziare in modo abbastanza convenzionale, con un’idea per un’opera che voglio realizzare. La lascio covare nella mia mente finché non sento che è arrivato il momento di dedicarmici completamente, mi pongo domande sulla forma e sui materiali e comincio a sperimentare per trovare la migliore articolazione dell’idea originale.
Altre volte, l’opera si presenta completamente risolta: idea, metodo e materiali… E allora il mio compito è quello di buttarmi e realizzarla. Ti svegli con un’idea in testa e non ti resta che metterti all’opera.
Quali sono I temi che indaghi con la tua ricerca artistica? Quali sono le tue fonti principali d’ispirazione?
Il tema a cui continuo a tornare è quello del tempo e della memoria, e di come questi creino i paesaggi in cui viviamo, siano essi interni o esterni. Da qui i mindscapes.
Un altro filone importante è quello della religione, in particolare nel contesto contemporaneo: cosa significa e come è rilevante oggi.
Sono fortunato, perché ho quella che definisco una “banca” di idee che viene sempre alimentata dagli incontri con le persone, dalle conversazioni, dai film e dai luoghi che visito. L’ispirazione è intorno a me in ogni momento.

Quali sono state le tappe fondamentali del tuo percorso artistico (per esempio, chi ha influenzato la tua poetica, che ruolo ha avuto l’eredità culturale che ognuno di noi porta con sé dall’infanzia, dal proprio background d’origine, l’educazione, le opportunità che hanno dato un’accelerazione o portato un cambio di carriera decisivo, ecc.)?
Ho già parlato del mio bagaglio culturale e del suo enorme ruolo nell’influenzare e ispirare il mio lavoro. La mia famiglia, da generazioni, produce, è guidata dall’artigianato e dalla passione per il perfezionamento delle proprie abilità . La mia sensibilità di artista deriva da lì, così come la mia poetica.
Mi ritengo inoltre molto fortunato perché ho potuto integrare tutto questo con una formazione presso le istituzioni artistiche britanniche, che mi hanno aiutato a concettualizzare le mie idee e a perfezionare il mio approccio professionale.
Sono molto grato alla signora Robinson, la mia insegnante d’arte al liceo, che ha visto il mio potenziale e mi ha incoraggiato a continuare.
Cosa ti immagini per il tuo futuro?
Il futuro è una bestia interessante e ambigua. Sono costantemente sorpreso da cosa può portare quindi non tento di immaginarmelo. Lascio che sia lui a mostrarmi cosa verrà in seguito.