ULLA-STINA WIKANDER
*Foto in evidenza: Sewingcorner Cruiser. Copyright Ulla-Stina Wikander
Ulla-Stina Wikander è nata a Gothenburg, Svezia, nel 1957 e ha conseguito una laurea in pittura e scultura presso la Högskolan för design och konsthantverk di Göteborg e successivamente alla Hovedskous Målarskola della stessa città.
Con oggetti desueti e vecchi ricami Wikander crea opere destabilizzanti, sorprendendo l’osservatore che oscilla tra l’incertezza su ciò che sta guardando e la familiarità delle forme e dei ricami che le rivestono, una dicotomia tra la realtà che crediamo di riconoscere e quella che l’intervento dell’artista ci svela. Attraverso un certosino lavoro di taglio e ricucitura, in un gioco dell’assurdo che assembla elementi discordanti, l’artista genera un’anomalia che solleva interrogativi tanto quanto suscita riflessioni.
Wikander ha lavorato come designer di scena presso il Teatro dell’Opera di Göteborg ed è stato allora che, frequentando i mercatini delle pulci alla ricerca di oggetti per i diversi spettacoli dell’Opera, ha scoperto i ricami e ha cominciato a collezionarli, fino a ritrovarsi circa 15 anni fa con una corposa collezione di vecchi ricami a punto croce senza avere un’idea chiara su cosa farne. Dapprima ha foderato alcuni specchi e le sedute di qualche sedia non trovando però questo utilizzo particolarmente interessante. Poi – finalmente – il suo vecchio aspirapolvere si è rotto e non volendo buttarlo via le è venuta l’idea di provare a ‘vestire’ con il punto croce qualcosa di assolutamente inusuale ed inaspettato…come il suo aspirapolvere, appunto.
Da quel primo esperimento non ha più smesso di re-interpretare oggetti vintage attraverso questa pratica, scegliendoli tra quelli ordinari e quotidiani degli anni Settanta, acquistando vecchi articoli per la casa, piccoli elettrodomestici, ma anche attrezzi e utensili e persino attrezzature sportive. Seleziona i ricami con cura, partendo da quelli che preferisce e che ritiene più belli o che meglio corrispondono alla forma dell’oggetto. È fondamentale che i motivi coincidano in modo meticoloso restituendo un’armonica coerenza estetica all’opera. Le grandi installazioni le consentono di posizionare in punti meno visibili anche i ricami o parti di essi che non ritiene eccellenti.
Le chiedo quali siano i lavori a cui è maggiormente legata e mi confida che sicuramente tra i suoi preferiti c’è “The Pastry”, un’installazione che ho realizzato alcuni anni fa e parla del lavoro non retribuito delle donne in casa e in cucina. Si compone di bellissimi ricami floreali e simpatici oggetti degli anni ’70. Anche “The Swan chair” e “I am Sorry” sono tra quelli che amo di più.
Riguardo alle maggiori difficoltà tecniche del suo lavoro, “è sempre difficile per me scegliere il ricamo giusto e poi tagliarlo.- dice – Mi coglie talvolta il dubbio di aver scelto l’oggetto sbagliato per il ricamo che sto sezionando e dunque la sgradevole sensazione di distruggere irrimediabilmente qualcosa di bello mentre vacilla la certezza di una sua adeguata collocazione”
Le sue opere sono state esposte in mostre personali nazionali ed internazionali – tra le più recenti a Göteborgs Konstförening, a Karlskoga Konsthall, a Kaleido di Uppsala, alla Paradigm Gallery + Studio di Philadelphia e alla Mobilia Gallery di Cambridge MA negli Stati Uniti. Ha partecipato a mostre collettive in gallerie e spazi museali a Sydney, New York, Portland, Philadelphia, Basilea, Helmond e Göteborg, solo per citarne alcune.