Tessuti d'Arte

Kashmir, Cachemire, Paisley

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Foto in evidenza: Blocchi della Zucchi collection
Le immagini dell’articolo sono tratte da internet


Il Kashmir è una regione a nord del subcontinente indiano tra India e Pakistan, di cui entrambi rivendicano la sovranità, mentre la parte orientale è oggi sotto controllo cinese.

Abitato sin dalla preistoria da popolazioni indoeuropee, subì per molti secoli le scorrerie dei popoli vicini, poi dal XIII secolo fu dominato da varie dinastie mussulmane per cinque secoli.

Nel 1819 Ranjit Singh, capo dei Sikh e maharaja del Punjab, conquistò il Kashmir, che divenne uno stato principesco secondo l’uso dell’impero angloindiano.

Da quel momento i dominatori tradussero il nome della regione in Cachemire per adattarlo alla pronuncia inglese.

Negli altipiani della vasta zona, comprendente oltre a Kashmir, Mongolia, Cina del Nord, Afghanistan e Iran, vive una particolare razza di capre, dal cui sottopelo della lana si ricava il filato per produrre tessuti e maglieria di alto pregio.

Altra icona di quei luoghi sono le decorazioni a forma di goccia allungata con la punta ricurva e arricciata, derivanti dallo stile dei tappeti buthe (o buta), ma usati anche nella tessitura di scialli per ripararsi dal freddo intenso di quei paesi.

Blocco da stampa

A determinare la diffusione di quella materia prima e quello stile di decoro tessile, fu proprio la presenza degli inglesi, abili nello sfruttamento commerciale delle colonie.

Attraverso i traffici della Compagnia delle Indie, gli scialli con disegni cachemire arrivarono nella cittadina di Paisley dove furono realizzati industrialmente i primi esemplari stampati di scialli imitando gli originali indiani, per questo oggi quel tipo di disegnatura è comunemente chiamato paisley.

Lo stile della foglia a goccia è quindi giunto in Europa dopo un lungo percorso iniziato in Mesopotamia in tempi antichissimi, passando per l’India e approdando in Scozia.

Josephine Tasher de la Pagerie, ritratto di Antoine-Jean Gros, 1808, Musee d'Art et d'Histoire, Nizza

Ma a determinarne il definitivo successo nel 1809 fu la donna più elegante d’Europa: Josephine de Beauharnais, moglie di Napoleone Bonaparte.

Raffinata cultrice di arte, moda e costume, sempre alla ricerca di stimoli nuovi ed esotici, quando era ancora trentenne, scoprì quei motivi naturalistici di foglie stilizzate, innamorandosene.

Decise allora di farsi confezionare degli abiti morbidi e leggeri nello stile impero che da lei prese il nome, tutti decorati con disegni paisley.

Fu quella sua decisione a far entrare nel guardaroba delle nobildonne abiti stampati a disegni simili.

Divenuto trend di moda, il paisley, o cachemire che dir si voglia, si diffuse oltre l’abito, arrivando a decorare stole, nastri e persino borse e scarpe.

Poi cadde in disuso, surclassato dal modernismo del primo Novecento.

Ma negli anni Trenta, un altro grande esteta, Gabriele D’Annunzio, fu attratto da quello stile, divenendone un divulgatore, subito imitato.

Credo che presso la Fondazione Ratti si conservi un suo kimono di seta indossato come vestaglia.

Si deve alle grandi capacità creative e tecniche dei setaioli comaschi, l’esser passati dalla stampa mediante blocchi* di legno a quella meccanica, consentendo la transizione dall’artigianato all’industria, con la possibilità di stampare rapidamente grandi quantità.

Tale rivoluzione ha agevolato la diffusione dei disegni cachemire in ogni genere di prodotto: non solo abbigliamento, ma anche arredamento, biancheria intima e per la casa, accessori.

Sono famosi universalmente i foulard di seta, realizzati per le maggiori griffe, ma anche i cotoni stampati per Liberty da una grande azienda italiana, purtroppo scomparsa, nel suo stabilimento di Saronno.

Oggi una stamperia di Gorla Minore ha preso il testimone da quell’industria e tiene alto il prestigio del tessile italiano.

L’ultima evoluzione è stato l’uso del paisley nell’abbigliamento maschile, gilet, pochette, persino bretelle, ma soprattutto nelle fantasie delle cravatte, divenendo un classico che si è aggiunto ai pois, alle rigature regimental e ai motivi definiti cravatteria.


*Una personale civetteria riguardo ai blocchi per la stampa dei tessuti.

Cravatta stampa Kashmir

In fine anche la moda si è impadronita della foglia ricurva, su tutti, Etro ne ha fatto il suo marchio di stile, ma già nei lontani anni Settanta Valentino, nella sua boutique di oggetti per la casa in Via Condotti, proponeva lenzuola di seta e trapunte con disegni cachemire.

Una bella storia partita dagli albori della civiltà, che tuttora perdura e dimostra che il genere umano è sempre stato connesso: idee, cultura, stili, panta rei, al di là delle divisioni, degli odi e delle guerre.

Infatti, le prime testimonianze della foglia ricurva compaiono in persia nelle decorazioni murali e in bassorilievi di monumenti, come il giglio di Firenze che risale all’XI secolo e lo ritroviamo nella carta di Varese.

Decoro Paisley di origine persiana

Diversi anni fa, venni in possesso della documentazione inerente a una sterminata collezione di 56.000 blocchi da stampa prodotti da artigiani inglesi, francesi e austriaci e 1.000 a cera (batik) provenienti da Giava, giacenti in un deposito a Parigi.

Chi ne deteneva il possesso era alla ricerca di un compratore in veste di mecenate, a tale scopo aveva consegnato un campione e un videotape ad un mio conoscente che aveva inutilmente sottoposto il materiale a varie industrie tessili.

Il mio amico mi mostrò il tutto, chiedendomi di fare qualche tentativo presso industriali con cui ero in contatto.

Il primo a cui mi rivolsi fu Giordano Zucchi, presidente dell’omonima azienda, tra i leader europei del tessile per la casa.

Persona colta e di rara intelligenza oltre che grande imprenditore, si mostrò subito interessato, prendendo nota del recapito parigino, decisi quindi di lasciargli il materiale illustrativo.

Passato qualche mese, ricevo una chiamata sul cellulare nella quale mi informa di essere nel capannone a Parigi con il fango fino alle ginocchia, ma allo stesso tempo di essere entusiasta e di aver deciso di acquistare la collezione.

Tessuto fantasia Kashmir
Tessuto fantasia Kashmir

Da tutto questo sono nati il museo sito ad Ossona e la Zucchi Collection, che utilizza i disegni originali, riproposti nel decoro di prodotti attualmente in vendita.

I blocchi del museo ricapitolano l’intera storia del design tessile, sono grato a Giordano Zucchi, scomparso da pochi anni, e fiero di aver contribuito alla conservazione di un patrimonio dell’umanità che rischiava di sparire nell’abbandono.

Stefano Piperno

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Stefano Piperno è nato a Roma il 5 aprile del 1944 da una famiglia coinvolta nel tessile da molte generazioni.

Dopo gli studi classici ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia, trasferendosi poi a Milano dove si è  occupato di sviluppo del prodotto con particolare attenzione agli aspetti creativi, presso importanti società del settore arredo casa.

Si è ritirato dopo cinquant’anni trascorsi nel mondo delle stoffe ed ora mette a disposizione l’esperienza e le relazioni personali per raccontare la stretta relazione tra produzione e arte, un connubio alla base delle culture di tutto il mondo fin dagli albori della civiltà.