Focus On

CONTEXTILE 2022 RE-MAKE

English (Inglese)

Dal 3 al 5 settembre, le giornate di apertura di Contextile 2022 Re-make hanno riempito la città di Guimarães di eventi culturali. La Biennale e il suo entusiasmante programma collaterale proseguiranno fino al 30 ottobre 2022. Nel suo 10° anno e alla 6° edizione, la Biennale d’Arte Contemporanea Contextile torna a Guimarães per celebrare il suo duraturo rapporto con la città portoghese.

Contextile è l’evento di maggior successo generato dalle dinamiche legate ai programmi della Capitale Europea della Cultura 2012. Ogni due anni, i progetti e le visioni dell’evento, attraverso l’arte tessile contemporanea, aprono nuovi scenari per mettere in discussione e reinterpretare Guimarães, invadendone la vita quotidiana. “L’arte deve e può svolgere il suo ruolo politico ed essere capace di mettere in discussione la realtà e, con essa, noi stessi”.

“Contextile è una città le cui strade e i cui viali sono pieni di ciò che potrebbe turbarci. Un Barrio C o un quartiere Contextile che utilizza la simbologia della vita quotidiana, reinterpretandola e promuovendo un percorso di innovazione e costante fermento”.[1]

La Biennale di quest’anno ci spinge a confrontarci con i recenti eventi storici mondiali attraverso un’attitudine critica; RE-MAKE propone una riflessione che nasce dall’ambito della cultura tessile.

“Il titolo è un termine polisemico e costruito che deriva dall’idea di “uno spazio intermedio”, di azione e di reazione”.[2]

Il suggerito processo evolutivo verso nuove visioni del mondo presuppone un’attitudine critica e trova la sua sostanza nelle proprietà intrinseche della materia tessile di attraversare i confini del tempo, del pensiero e del luogo.

Ci spinge ad “operare nel prefisso, all’origine, nella causa, nella creazione, nella costruzione, nella connessione, nella trasformazione”.[3]

Il tessile e l’arte si presentano come “azione e reazione al tempo e allo spazio, in risposta alle condizioni politiche e sociali, come corpo alchemico, che reagisce a stimoli, come finzione o realtà fantasticata, come nuovi immaginari, come mezzo sperimentale attento alle nuove ecologie di produzione, come interrogativo sui confini e sui limiti o sulla loro inesistenza”.[4]


[1] Paulo Lopes Silva, Catalogo Contextile
[2] Catalogo Contextile
[3] Catalogo Contextile
[4] Catalogo Contextile

Immagini della cerimonia di apertura. Crediti Fotografici: Contextile

La complessità della visione proposta in questa edizione si sviluppa attraverso un programma molto esteso. Accanto alla Mostra Internazionale alla quale si accede mediante la selezione di un’apposita giuria; troviamo la mostra degli Artisti in Residenza, il padiglione del paese invitato: la Norvegia, le mostre che presentano i risultati della collaborazione con le accademie e le scuole d’arte e gli entusiasmanti progetti site-specific di Ibrahim Mahama, l’artista invitato. Inoltre, quest’anno il calendario culturale dell’evento si arricchisce di una mostra antologica che riunisce dieci artisti di spicco nella storia dell’Arte tessile portoghese degli ultimi 60 anni. Gli eventi collaterali sono la mostra IMAGINE! e Peninsulares, curata da Lala de Dios. Inoltre, fino alla fine di ottobre, workshops e conferenze completeranno l’agenda.

ArteMorbida, in qualità di media partner di Contextile 2022, ha pubblicato un’intervista imperdibile con la direttrice artistica dell’evento Cláudia Melo e con l’artista Tina Marais Struthers. Prossimamente sul nostro sito web sarà pubblicato un articolo approfondito sulla mostra del Paese invitato, la Norvegia. Infine, nel nostro numero trimestrale di gennaio, leggerete un focus basato sull’intervista che Ibrahim Mahama ci ha rilasciato.

Crediti Fotografici: Contextile

In questo articolo, vi proponiamo le testimonianze dirette di alcuni degli artisti selezionati che abbiamo personalmente intervistato durante i giorni dell’inaugurazione.

Dalla sua prima edizione, la mostra internazionale a concorso, ospitata al PALÁCIO VILA FLOR – CCVF, è un punto cardine della Biennale. In questa edizione si è registrato un significativo aumento delle candidature provenienti da tutto il mondo, a riprova della portata dell’evento. I candidati sono stati 1250, con 1505 opere d’arte (site-specific indoor e outdoor), tra le quali la giuria ha avuto il difficile compito di scegliere le 56 in mostra prodotte da 52 artisti provenienti da 34 Paesi.

I membri della giuria: Lala de Dios (docente di storia dell’arte e curatrice tessile), Janis Jefferies (scrittrice, curatrice e artista, professore emerito di arte visiva), Monika Grašienė (artista, curatrice e docente di arte tessile), Orenzio Santi (artista tessile e docente), e Cláudia Melo (direttrice artistica di Contextile) hanno assegnato quattro menzioni speciali: Iper-Collettivo (Italia), Estefania Tarud (Chile), Arja Kärkkäinen (Finlandia), Vania Sommermeyer (Brasile)) e il premio di acquisizione è andato a Leïla Pile (Belgio).

Gli italiani di Iper-Collettivo (Prato) hanno presentato un’installazione realizzata con i coni di plastica scartati dall’uso industriale delle bobine tessili dal titolo: Plastic Textiles. Il lavoro del collettivo multidisciplinare, basato su progetti site-specific, è influenzato dal loro background di design sperimentale e mira a coinvolgere le comunità locali e gli spettatori in un’interazione attiva e di scoperta. Legandosi a una ricerca già in atto, relativa ai pattern di superficie di materiali differenti; a Guimarães, il gruppo si è ispirato agli azulejos, combinando in un unico design la decorazione tradizionale, l’estetica tessile e la pixel art. I rocchetti di plastica riutilizzati vengono assemblati per formare un dispositivo progettato per intervenire temporaneamente all’interno dello spazio urbano attraverso elementi ludici e facili da reperire per stimolare l’immaginazione delle persone, consentendo l’emergere di nuove funzioni spaziali.

Iper-Collettivo, Cláudia Melo e Lala de Dios alla consegna della menzione speciale. Crediti Fotografici: Contextile
Crediti Fotografici: ArteMorbida

La cilena Estefania Tarud ha vinto la menzione speciale con tre opere della serie Flashlight. I suoi ricami si insinuano nella vita dell’artista come il flash di una luce improvvisa in uno spazio buio a svelare scene di vita privata che emergono dal fondo nero. L’artista si basa su eventi quotidiani, talmente comuni da poter essere considerati universali dove la luce assume un ruolo centrale nell’esprimere un senso di serenità e protezione. La velocità del lampo luminoso viene posta in contrasto alla gestualità lenta necessaria per il ricamo. Le opere, sospese nello spazio, sono fruibili da entrambi i lati riproducendo un’immagine chiara e dettagliata sul fronte mentre, sul retro, si compongono di linee e punti.

Turn it off, Crediti Fotografici Estefanía Tarud
Flashlight, Front and back Crediti fotografici Estefania Tarud
Flashlight, Front and back Crediti fotografici Estefania Tarud

Il premio di acquisizione è stato vinto dalla belga Leïla Pile con l’opera Graduated ribbon. L’installazione combina sei nastri tessuti (uno di 13300 x 4,5 cm e cinque di 1400 x 4,5 cm) e disegni articolandosi sui temi dello spazio e del camminare.

In passato, l’unità di misura di base erano i passi umani. L’atto di camminare permette all’artista di esplorare uno spazio specifico (Les Anciens Abattoirs de Mons, un centro d’arte contemporanea a Mons, in Belgio) e di riconoscerlo, appropriandosene. I nastri, prodotti in collaborazione con il Musée de la rubanerie cominoise, sono realizzati con fili di lino belga e lana su un telaio meccanico, con un ritmo di 10 metri al giorno. Il design si basa su un protocollo definito su tre colori  per il quale ogni passo dell’artista è contrassegnato da un segno rosso, tessuto in sovrapposizione all’ecru dello sfondo. La lunghezza totale del nastro corrisponde a quella dello spazio così che, arrotolandolo, un intero edificio diventa trasportabile.

La mostra 10 ARTISTS – TEXTILE IN PORTUGUESE ART, curata dalla direttrice artistica di Contextile Cláudia Melo, è in corso presso il CIAJG – Centro Internacional das Artes José de Guimarães. Il tema portante del percorso espositivo è il concetto di “tempo – tempo di reazione”. Nello spazio museale sono raccolte opere di 10 artisti portoghesi, attivi principalmente negli anni Sessanta e Settanta (quando in Portogallo è emerso un maggiore interesse per l’arte tessile) che, pur non essendo definibili come artisti tessili, hanno incluso nei loro lavori le tecniche, i materiali o i processi di pensiero legati a queste pratiche.

Gli artisti Ana Vieira, António Barros, Eduardo Nery, Gisella Santi, Joana Vasconcelos, João Pedro Vale & Nuno Alexandre Ferreira, José de Guimarães, Leonor Antunes, Lourdes Castro e Margarida Reis; appartengono a generazioni diverse e la mostra presenta un dialogo intergenerazionale trasversale per una “costruzione del nuovo, in relazione”.

Cerimonia di apertura Crediti Fotografici: Contextile

Il percorso espositivo inizia con le opere dell’Italo-Portoghese Gisella Santi che, negli anni ‘60, tradusse le tecniche di tessitura dell’arazzeria tradizionale dall’esperto punto di vista di una restauratrice (qual’era) ai volumi della scultura per arrivare alle espressioni moderne di João Pedro Vale & Nuno Alexandre Ferreira. Del duo sono in mostra le opere P-Town (The Sign) del 2011, e Homophobia is not cute, del 2015.

Sculture tessili di Gisella Santi Crediti Fotografici: Contextile

P-Town di João Pedro Vale & Nuno Alexandre Ferreira presenta degli slogan stampati in nero su asciugamani bianche. Il progetto si è sviluppato in Massachusetts, negli Stati Uniti, durante una residenza artistica nel 2011. Reagendo ai numerosi negozi di souvenir presenti nelle strade del centro città, dove si vendono asciugamani e magliette, gli artisti rievocano un episodio avvenuto nel 1989, in piena pandemia di AIDS, quando uno dei membri di ACT UP sfilò con un cartello che recitava “legalise butt fucking”. Questo gesto, volto a sensibilizzare l’opinione pubblica, divenne noto come “The sign”.

João Pedro Vale & Nuno Alexandre Ferreira. P-Town (The Sign) 2011, Dettaglio. Crediti Fotografici: ArteMorbida

Il rinomato artista del Ghana Ibrahim Mahama è l’artista invitato di questa edizione di Contextile 2022. Visibili nello spazio pubblico e realizzate con il supporto del team tecnico della manifestazione e della comunità locale sono due delle imponenti opere site-specific dell’artista. L’una è realizzata nel cortile interno del locale Istituto di Design – Idegui  e l’altra, installata all’esterno è visibile sulla grande muraglia che circonda il centro storico della cittadina portoghese.

Attraverso la trasformazione dei materiali, Ibrahim Mahama esplora temi contemporanei come quelli legati alle materie prime e i beni di sussistenza, il commercio, la migrazione, la globalizzazione e gli scambi economici.

L’installazione site-specific di Ibrahim Mahama a Muralha. Crediti Fotografici: Contextile
Il progetto site -specific di Ibrahim Mahama a IDEGUI. Crediti fotografici: Contextile
Il progetto site -specific di Ibrahim Mahama a IDEGUI. Crediti fotografici: Contextile

Al Museo de Alberto Sampaio, al Palacete de Santiago e al Museu Martins Sarmento il paese invitato di quest’anno, la Norvegia, presenta le opere di 13 artisti.

Ingunn Bakke, Siri Berqvam, Linn Rebekka Åmo, Sidsel Palmstrøm, Cato Løland, Åse Ljones, Tore Magne Gundersen, Anne Knutsen og Karen Kviltu Lidal, Karin Aurora Lindell, Malin Bülow, Åsne Kummeneje Mellem og Liilian Saksi sono stati selezionati dall’Associazione degli Artisti Tessili Norvegesi per esporre in Portogallo. A breve, sarà pubblicato su ArteMorbida online un focus relativo all’emozionante mostra con le voci della curatrice Malfridur Adalsteinsdottir e degli artisti: Sidsel Palmstrøm, Siri Berqvam, Ingunn Bakke e Linn Rebekka Åmo.

“Red Fungs”, 2021 di Siri Berqvam Crediti Fotografici: Contextile
“Waiting room - mounting”, 2014 di Sidsel Palmstrøm - In primo piano “Landskap her vest”, 2020 di Åse Ljones sullo sfondo Crediti Fotografici: Contextile
“Konstellasjon”, 2022 di Ingunn Bakke sulla sinistra “Red Water”, 2021 di Tore Magne Gundersen sulla destra Crediti Fotografici: Contextile

Presso il Convento Santo Antonio dos Capuchos, durante gli ultimi due mesi, nove artisti hanno vissuto in residenza per sperimentare la cultura tessile e la vita di Guimarães. Gli artisti Jiaxi Li, Johanna Stella Rogalla, Lars Preisser e Paloma de la Cruz sono stati selezionati attraverso un bando pubblico. Due delle istituzioni partner di Contextile la Biennale Internationale du Lin de Portneuf, in Canada e la piattaforma internazionale MAGIC CARPETS  hanno invece selezionato rispettivamente Julie Bénédicte Lambert e Tina Struthers e Adelina Ivan, Indrė Spitrytė e Pedro Bastos.

“Revestimento”, 2022 di Palome de la Cruz Crediti Fotografici: Contextile

Selezionato dall’ open call è, ad esempio, il progetto di Lars Preisser. Cresciuto in una famiglia produttrice di telai industriali, l’artista indaga la costruzione di un nuovo strumento di tessitura per aiutare a ripensare la produzione tessile contemporanea.

La sua opera: Unweaving the machine, 2022, presenta un telaio interattivo progettato in modo da disfare un tessuto invece di tesserlo. Il tempo necessario al disfacimento, in contrapposizione alla velocità del processo industriale, si pone come azione critica rispetto alle dinamiche e agli errori della produzione tessile su larga scala. Accanto al telaio sperimentale troviamo stampe su tessuto, studi e dettagliati disegni tecnici dei dispositivi.

“Unweaving the machine”, 2022 di Lars Preisser. Crediti Fotografici: Contextile
“Unweaving the machine”, 2022 di Lars Preisser. Crediti Fotografici: ArteMorbida

La collaborazione avviata nel 2016 con la Biennale Internationale du Lin de Portneuf si consolida con la presenza di due artisti in residenza: Julie Bénédicte Lambert e Tina Struthers.

L’antica tradizione artigianale locale ispira l’elegante scultura intrecciata di Julie Bénédicte Lambert, realizzata con paglia di segale intrecciata. Le sue opere parlano del lungo processo che sta alla base dell’artigianato: il lavoro manuale, la pianta, la raccolta, le stagioni, la storia e l’orgoglio nel riconoscersi in un oggetto che racchiude tutto questo significato. “Gli steli intrecciati sono per me una metafora del corpo, così resistente e così effimero. Imparare a rifare un gesto accanto a un altro, staccare l’oggetto dalla sua funzione, investendo così nella conversazione tra il corpo e le trecce di paglia assemblate”.[1]


[1] Catalogo Contextile

Sculture di paglia di Julie Bénédicte Lambert Crediti Fotografici: ArteMorbida
Opera di by Tina Struthers in mostra Crediti fotografici: ArteMorbida

La piattaforma europea Magic Carpets ha invece selezionato Adelina Ivan, Indrė Spitrytė, e Pedro Bastos.

Lavorando con la comunità locale di Santa Casa de Misericordia, Indrė Spitrytė dà nuova vita a vecchi materiali abbracciandone “la storia, l’aspetto artigianale e le imperfezioni”. Vecchi tessuti raccolti sul luogo sono stati tinti con colori naturali e modellati utilizzando la bioplastica ottenuta con ingredienti naturali come l’agar agar e la glicerina. Attraverso una serie di workshop partecipativi, l’artista sperimenta diverse tecniche di intreccio con la comunità locale, creando un’installazione collaborativa.

“New Perspective” 2022 di Indrė Spitrytė Crediti Fotografici: ArteMorbida

EMERGÊNCIAS Artistic Education and Textile Creation è un progetto che invita le scuole d’arte che hanno il tessile nei loro programmi di studio a intervenire negli spazi pubblici e presenta opere delle scuole FBAUP, FBAUL, EAAD-UM, Soares dos Reis e António Arroio. Le mostre sono allestite presso CIÊNCIA VIVA, CENTRO ONU, GARAGEM AVENIDA e EAAD-UM.

Per due giorni, dal 4 al 5 settembre, i Textile Talks all’AUDITÓRIO CCVF hanno favorito il dialogo tra artisti e professionisti promuovendo una rete capillare tra i diversi protagonisti e il mondo delle istituzioni.

Accanto al programma principale, due progetti satellite ampliano la portata della Biennale al di fuori del Portogallo, verso altri Paesi europei.

Peninsulares, curato da Lala de Dios, riunisce il lavoro di Rosa Godinho per la parte portoghese e di Aurèlia Muñoz per la parte spagnola. Due artiste dalla lunga carriera e ampiamente riconosciute nel contesto dell’arte tessile contemporanea iberica e internazionale. Utilizzando tecniche tessili ancestrali, nodi e arazzi intrecciati, le opere in mostra espandono i concetti tradizionali di tessitura e scultura.

“Cascada de Micas”, 1974 sulla sinistra, “Capa com cuello”, 1980 sullo sfondo, e “Ente natural”, 1976 sulla destra, di Aurèlia Muñoz. Crediti Fotografici Contextile
“Gesto Azul”, 1999 di Rosa Godinho Crediti Fotografici: Contextile

Il progetto IMAGINE! – Crossed Season – Guimarães / Clermont-Ferrand 2022 è il risultato di una collaborazione tra Contextile e FITE – Festival International des Textiles Extraordinaires.

IMAGINE! raccoglie le opere di 10 artisti francesi: Arnaud Cohen, Cecile Ndiaye, Garance Alves, Joël Andrianomearisoa, Lucile Drouet, Majida Khattari, Pascal Monteil, Rieko Koga, Romeo Mivekannin, Sabine Cibert; in dialogo con gli splendidi arredi storici, arazzi e opere d’arte del Palazzo dei Duchi.

“Winter over Europe” di Arnaud Cohen Crediti Fotografici Contextile

Arnaud Cohen presenta due opere della serie “Winter over Europe”. Questi arazzi del XVIII secolo rappresentano scene bucoliche sulle quali l’artista è intervenuto mediante ricami contemporanei o inserendo immagini moderne. Le fiamme ricamate simboleggiano la distruzione del nostro ecosistema e il crescente desiderio di separazione tra individui e gruppi umani.

Attraverso questa serie, Cohen ci parla di un mondo che sta andando in fiamme mentre le élite occidentali si rifiutano di prendere atto del pericolo, fingendo che tutto vada bene e rifiutando di mettersi in discussione.

“Winter over Europe”, ©Arnaud Cohen

Joël Andrianomearisoa, nato nel 1977 ad Antananarivo, Madagascar, è un artista che vive e lavora tra Parigi, Magnat-l’Étrange e Antananarivo.

In mostra, nell’imponente sala da pranzo, è l’opera “Fauna Flora Tormenta Perfecta”, Parigi, Guimarães, 2022. Una tovaglia tessuta in lino e cotone jacquard, frutto di un programma di residenza in collaborazione con l’azienda Sampedro, specializzata in tessuti per la casa, copre il lunghissimo tavolo al centro della stanza. Questa tovaglia infinita è pensata per riunire e far dialogare gli spiriti del castello intorno a un pasto immaginario. Una lunga linea continua disegnata attraversa morbidamente la superficie della tovaglia rappresentando i gesti e i movimenti degli invisibili commensali.

“Fauna Flora Tormenta Perfecta” 2022 di Joël Andrianomearisoa Crediti Fotografici Contextile

Il programma procede parallelamente e presenta una mostra di artisti portoghesi al Musée d’Art Roger Quilliot di Clermont-Ferrand in Francia.

Durante il mese di settembre e fino al 30 ottobre, Contextile continuerà il suo ricco programma di eventi da non perdere. Sul sito e sulle piattaforme social della manifestazione potrete seguire tutti gli aggiornamenti https://contextile.pt/2022/en/

FB https://www.facebook.com/contextile

IG @Contextile2022

Nelle prossime settimane, tenete d’occhio il sito web di ArteMorbida per scoprire gli approfondimenti proposti dalla nostra redazione.

Elena Redaelli

English version Dal 2010 mi occupo di arte contemporanea realizzando progetti fra scultura tessile, arte ambientale e social practices. Negli ultimi anni il mio lavoro mi ha portato a vivere viaggiando con progetti e residenze artistiche nel mondo. Esploro processi di generazione e trasformazione della materia, applicando diversi livelli di controllo e indagando i limiti tra autorialità e partecipazione.Talvolta il materiale prende il sopravvento, altre volte sono i partecipanti di un progetto o l’ambiente stesso a farlo, risultando in un dinamico e continuo scambio. Il fare manuale è per me un processo d’interrogazione dell’ambiente e uno strumento per entrare in contatto con nuove persone e culture. Nei miei progetti applico una commistione di tecniche differenti prese dalla scultura, dall’artigianato, dal disegno e dall’ estetica relazionale. Ricerco e utilizzo tecniche antiche: tessitura a telaio, arazzo, crochet, feltro, ricamo, annodature e carta fatta a mano. Nelle mie installazioni, che si sviluppano su larga scala, unisco metodi di lavorazione lenta a nuove tecnologie. Tutto ciò che riguarda il tessile è sempre stato estremamente affascinante per me. Mi piace imparare e condividere idee e conoscenze sul vasto mondo delle fibre ed e’ quello che ho fatto durante i miei viaggi di ricerca tra Europa, Asia, USA e Africa.