Interviste

KAREN TRASK

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*Featured photo: The Rising Tide, opera installata al Vieux Presbytère di Deschambault.  Filo di carta di lino filato intorno a un sottile filo d’acciaio, pigmento, paglia di lino grezza. 170 x 86 x 100 cm. 2023, Foto: Paul Litherland, copyright Karen Trask

Artista multidisciplinare nata in Ontario, Canada, Karen Trask si è laureata presso la University of Waterloo (Ontario) e ha conseguito il Master in arti visive alla Concordia University di Montreal.

La pratica di Trask spazia dalla performance alla videoarte, dalla scultura all’arte installativa. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre internazionali, personali e collettive, hanno ricevuto importanti riconoscimenti e sono presenti in collezioni pubbliche e private in Canada, Europa e Stati Uniti.

Attualmente il suo lavoro è in mostra alla Biennale Internationale du Lin de Portneuf con l’opera The Rising Tide, un abito vuoto che allude alle forme di una figura umana ormai assente attraverso la quale l’artista riflette, in modo suggestivo, intimo e con un approccio poetico, sui temi dell’assenza e del nulla.

La media partnership tra la Biennale e ArteMorbida è stata l’occasione per porre a Karen Trask alcune domande sui contenuti della sua ricerca e sui tratti salienti della sua carriera artistica.

http://karentrask.com/

The Rising Tide, opera installata al Vieux Presbytère di Deschambault. Filo di carta di lino filato intorno a un sottile filo d'acciaio, pigmento, paglia di lino grezza. 170 x 86 x 100 cm. 2023, Foto: Paul Litherland, copyright Karen Trask

La tua produzione artistica tocca diversi media, come le video-installazioni, le performance, le sculture, il tessile. Quale è il filo rosso che collega questo intero corpus di lavoro?

Se devo pensare ad un unico ‘fil rouge’ che collega i diversi modi in cui creo, direi che è il mio desiderio di indagare le esperienze personali. Il fare è un modo per conoscere. Il mio lavoro potrebbe essere visto come un processo di realizzazione di un autoritratto in costante cambiamento.

La curiosità, il procedimento e il gioco guidano il mio lavoro. Mi viene un’idea e mi trovo a pensare come un materiale o una tecnica potrebbe rappresentare quell’idea e la curiosità prende il sopravvento. Il procedimento con cui opero è spesso rivelato integralmente nei miei video e nelle mie performance. La giocosità è presente in molti dei miei video.

Attraverso la ripetizione dei processi e dei cicli di creazione e disfacimento, tento di creare un senso di atemporalità. Mi piace trovare quell’esatto momento in cui non capisco se l’opera sta prendendo forma o se sta andando alla deriva.

De l’envers, carta a calco, pigmento, 71 x 61 cm. 1989, photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask
45Ëš37'58.20" N, 74Ëš19'02.27"W or The Elm Tree, stampa digitale su carta giapponese, tessuto, lato anteriore, 308 x 154 cm. 2014, photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask
45Ëš37'58.20" N, 74Ëš19'02.27"W or The Elm Tree, stampa digitale su carta giapponese, tessuto, retro, 308 x 154 cm. 2014, photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask

Il linguaggio, la parola scritta, il testo letterario, sono fonti di ispirazione privilegiate nella tua ricerca artistica per la loro forte valenza concettuale e simbolica. Puoi parlarci di questo aspetto della tua ricerca? C’è un’opera letteraria che è stata per te importante fonte di ispirazione?

Ho un rapporto di odio-amore con la parola scritta, che ha origine dalla perdita. Quando avevo 6 anni, ho perso mia madre in un incidente automobilistico; imparare a leggere e scrivere è coinciso quindi con la morte. Ogni parola che ho fatto mia, è stato un passo verso la creazione di una nuova me senza di lei e le parole trovavano spazio fra il mio corpo e il suo. Questo ha segnato l’inizio di un dialogo con l’assenza, che ho esplorato, respirato, in cui sono caduta e che ho cercato di descrivere con le parole.

Da bambina ero affascinata dalle fiabe (ci sono molte madri assenti o decedute nelle fiabe) e da giovane artista, la fiaba di Grimm La fanciulla senza mani è stata fondamentale nel capire come il mio tempo e il mio corpo fossero a servizio degli uomini e di una società patriarcale. Molti dei miei primi lavori riguardavano il rinnovamento del mio corpo, collegando le mani alla testa e al cuore. In seguito, il mito greco di Penelope, il suo tessere e disfare come modo per allungare e possedere il tempo, ha ispirato molti dei miei lavori.  Queste due narrazioni mi hanno dato il coraggio e la disciplina, come artista donna, per portare avanti il mio lavoro. Mi affascina la natura effimera del linguaggio. Il mio intento è quello di svuotare un termine dei suoi contenuti, rivelarne l’etimologia ed esplorarne la materialità. Ho trasformato molti testi noti in tessuti: Le petit Larousse illustré, Alla ricerca del tempo perduto, di Marcel Proust, Le onde, di Virginia Woolf e L’Ulisse, di James Joyce.  Mi piace ricercare un modo visivo e scultoreo per rappresentare i testi. Vivere a Montreal, dove l’inglese e il francese convivono in modo vivace e interessante, continua a essere fonte di ispirazione per il mio lavoro.

Petit Larousse Illustré 1973, Le pagine del dizionario si sono intrecciate in fili di carta. 28 x 28 cm. 2006, photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask
Lit de Proust, en attendant un baiser, installazione, carta, legno, 2006, Per circa un anno ho letto "Alla ricerca del tempo perduto" seduta su un divano letto che ho realizzato appositamente per questo progetto. Estratti del libro sono stati stampati a getto d'inchiostro su pezzi di carta di lino fatta a mano e ricuciti insieme per creare un rivestimento per il letto. Anche un'impronta del corpo dell'artista è stata fusa in carta e inserita nella trapunta. photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask
Cette nuit, Défaire-dettaglio, photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask
Dettaglio dell'intreccio dei nastri delle fiabe e dei nastri di Ulisse per scrivere l'ultima parola del libro Ulisse. Photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask
Cette nuit, Défaire, performance sonora e installazione, registrazione di una lettura dell'Ulisse di James Joyce su nastro a bobina da ¼ di pollice, testina di riproduzione modificata, mixer, telaio di fortuna, cassetta con lampadina, 2008. Durante il periodo della mostra ho ripetuto una serie di gesti: far avanzare il nastro con le mani sulla testina di riproduzione, far girare le cassette di registrazioni di fiabe in fili d'ordito che sono stati infilati su un telaio di fortuna installato nella vetrina della galleria, tessere insieme i due tipi di nastro. Photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask
Dettaglio dell'intreccio dei nastri delle fiabe e dei nastri di Ulisse per scrivere l'ultima parola del libro Ulisse. Photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask

Le tue opere nascono da un atto trasformativo, dalla manipolazione della struttura del libro. La carta è il tuo materiale di elezione e la tessitura rappresenta la tecnica del tuo operare creativo. Come e perché ti sei avvicinata alla tessitura? Raccontaci di più.

Ho sempre amato la metafora della tessitura, l’incontro fra trama e ordito, metafora perfetta di società – e fonte di alcune espressioni presenti nella nostra lingua ancora oggi: il tessuto sociale per esempio. Sono anche affascinata dalla metafora della filature, far della paglia oro filato, tessere storie, magiche trasformazioni nel tempo e nello spazio. Ho fatto molti lavori di tessitura di stampe digitali su carta che ho realizzato io stessa e l’ho fatto perché sentivo il desiderio di portare l’attenzione sulla carta. Lo considero come un modo per valorizzare il silenzio e il vuoto della carta come qualcosa di più di un semplice materiale di supporto. Ho scoperto la parola “tessuto” nascosta nell’etimologia di “testo”. Ho sentito il peso dei secoli di contributi delle donne alla società e alla storia sepolti in questo processo. La tessitura era un modo per sentire fra le mani il forte richiamo del loro contributo attraverso le mie dita. Mi piace il modo in cui la tessitura lega tutto.

Made & Remade Continually, filo di carta, 180 x 240 cm. 2019. Photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask

Nel corso degli anni hai partecipato a numerose e prestigiose residenze d’artista. Ci puoi parlare di questa esperienza e di come ha influenzato il tuo percorso personale e professionale?

Ho la fortuna di abitare in Quebec, un posto che dà grande valore agli artisti e che consente loro l’opportunità di esplorare culture diverse grazie alle residenze. È il modo migliore per avere la completa libertà di tempo e spazio per aprirsi a nuove possibilità. Ho conosciuto il mio partner durante una residenza in Quebec. Durante una residenza in Finlandia, mi sono recata a Inari, a nord del Circolo Polare Artico, dove ho esplorato idee sull’inverno, la neve e l’isolamento, tutte cose che ho vissuto da bambina, quando sono cresciuta nella fattoria di famiglia in Canada. Il video Winter Fruit è il risultato del tempo trascorso lì.  A Parigi, è stata la luce ad affascinarmi, in particolare quella delle barche sulla Senna che di notte illuminavano il mio studio. Ho realizzato il video Histoires de lumière, un gioco di ombre e luci che si muovono nello spazio. Durante una residenza a Tokyo, ho avuto modo di lavorare con gli artisti del luogo, imparando le tecniche di produzione e di filatura della carta. Ho trascorso due anni come artista in residenza condivisa tra due università, una francofona e l’altra anglofona, nella provincia canadese del New Brunswick. È stato un periodo straordinario per me in cui ho lavorato con gli studenti e sono stata vicina all’Oceano Atlantico. In questo periodo ho realizzato un intero lavoro ispirato a Le onde di Virginia Woolf. Qui ho anche imparato a fare i nodi delle reti da pesca, una tecnica che ho utilizzato in lavori recenti e per il lavoro che presenterò alla Biennale du lin de Portneuf.

Listening Knots, performance, 2018, una grande rete di fili di carta filati da quattro dizionari locali (Mi'kmaq, francese, inglese e acadiano) è stata posta nella baia di Fundy durante l'alta marea per assorbire il colore rossastro dell'argilla nell'acqua. Photo and copyright Karen Trask
Hanging by a Thread-detail, photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask
Hanging by a Thread, performance 2022. Durante la performance, ho rivolto la mia attenzione alla scultura e ho danzato con essa fino a quando non è andata in pezzi. Link al video: http://karentrask.com/artworks/performance/ Photo: Lisa Graves. Copyright Karen Trask
Hanging by a Thread, filo di carta dell'enciclopedia filato e annodato, soluzione di acqua e zucchero per solidificare i fili. Scultura realizzata per essere distrutta durante una performance. 2021, photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask

l tuo lavoro, The Rising Tide, farà parte della Biennale du lin de Portneuf, SANS DOMICILE FIXE 2023. Come nasce quest’opera, quali temi esplora? Quanto è importante per un artista avere accesso a un evento prestigioso come la BILP?

Ho esposto un lavoro alla BILP nel 2005 e sono stata invitata a partecipare all’edizione del 2023. Come materiale, il lino ha una storia importante, evidente nell’etimologia della parola “linea” termine latino per lino, da cui deriva anche “linceul” in francese o “shroud” in inglese. La paglia di lino era un materiale comune per isolare le case e per imbottire i materassi. Ho visto il tema “Sans domicile fixe” come una situazione di scelta: avere o non avere la possibilità di scegliere di essere “senza domicilio fisso”. Ho deciso di lavorare con l’idea degli cambiamenti climatici e della minaccia di migrazioni forzate dalle inondazioni. Sapevo di voler lavorare con la paglia di lino e di volerla trasformare attraverso la filatura e la fabbricazione della carta. Mi sono ricordata dei campi di fiori blu di lino della mia infanzia e ho pigmentato parte della pasta di lino con pigmento blu oltremare. Ho realizzato un abito vuoto, simile a un cappuccio, fatto con filo di carta di lino e paglia di lino, filato intorno a un filo d’acciaio sottile. L’indumento è realizzato con lo stesso nodo usato per fare la rete e prende la forma di una persona seduta non più presente.  La parte inferiore del corpo è blu e il motivo a rete si evolve in un motivo a onde. Il corpo sta affondando o sta emergendo dall’oceano? Un futuro da decidere…

The Rising Tide, opera installata al Vieux Presbytère di Deschambault. Filo di carta di lino filato intorno a un sottile filo d'acciaio, pigmento, paglia di lino grezza. 170 x 86 x 100 cm. 2023, Foto: Paul Litherland, copyright Karen Trask
The Rising Tide, filo di carta di lino filato intorno a un sottile filo d'acciaio, pigmento, paglia di lino grezza. 170 x 86 x 100 cm. 2023, Photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask
The Rising Tide, filo di carta di lino filato intorno a un sottile filo d'acciaio, pigmento, paglia di lino grezza. 170 x 86 x 100 cm. 2023, Photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask

C’è un progetto, un lavoro che ti sta a cuore e che non hai ancora avuto modo di realizzare?

Curiosamente, ho sempre pensato che sarei stata una scrittrice. Ho realizzato diversi libri d’artista che combinano immagini e testi. C’è un libro che vorrei ancora scrivere. Ho annotato i miei sogni per tutta la vita. Mi piacerebbe scrivere di come quei sogni hanno influenzato il mio modo di fare arte.

Maison de rêves-dettaglio, circa 8.000 fogli di carta scritti a mano (flusso di coscienza scritto per 30 anni come esercizio di scrittura dall'autrice Réjane Bougé) filo rosso, struttura in legno, 350 x 260 cm. 2021 photo: Paul Litherland. Copyright Karen Trask

A cosa stai lavorando in questo periodo?

Sto iniziando un nuovo progetto in argilla, realizzando piccole figure che nuotano e dormono. Attualmente le immagino raggruppate e montate a parete in un vortice non dissimile da Il girone dei lussuriosi: Paolo e Francesca, di William Blake. La sua immagine era basata sull’Inferno di Dante, che senza dubbio dovrò leggere come parte della mia ricerca. Forse le figure saranno inserite in una tessitura di carta dell’Inferno. Mi piace essere sorpresa da ciò che arriva. La vita è un tale mistero!

Maison de rêves, circa 8.000 fogli di carta scritti a mano (flusso di coscienza scritto per 30 anni come esercizio di scrittura dall'autrice Réjane Bougé) filo rosso, struttura in legno, 350 x 260 cm. 2021 photo: Paul Litherland. Copyright Karen Trask
Où vont les mots, 80 x 80 cm. Pagine di dizionario filate in fili di carta, 2008, photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask
Listening with my Fingers, performance, carta per filatura 2019 Link al video: http://karentrask.com/noeuds-decoute-listening-knots/ copyright Karen Trask
Rewriting Ulysses or Penelope’s Trees, l'ultimo capitolo - lettera i pour iodhadh in Ogham e yew tree in inglese. Photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask
Rewriting Ulysses or Penelope’s Trees, una serie di 18 disegni tessili realizzati a partire dalle pagine di un'edizione della Everyman's Library del 1997 dell'Ulisse di James Joyce. L'ispirazione concettuale del progetto è l'Ogham / Irish Tree Alphabet. La prima lettera dei nomi degli alberi in Irlanda corrisponde a ciascuna delle 18 lettere dell'alfabeto, a partire dalla B. Tutte le pagine di ogni capitolo del libro hanno la forma di una delle lettere. Ho basato il disegno di ogni capitolo/disegno su una lettera miniata del Libro di Kells e sulle forme delle foglie di ciascuna lettera-albero. Ogni lettera è approssimativamente 70 x 60 cm. 2023, photo: Paul Litherland, copyright Karen Trask

Maria Rosaria Roseo

English version Dopo una laurea in giurisprudenza e un’esperienza come coautrice di testi giuridici, ho scelto di dedicarmi all’attività di famiglia, che mi ha permesso di conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari di mamma. Nel 2013, per caso, ho conosciuto il quilting frequentando un corso. La passione per l’arte, soprattutto l’arte contemporanea, mi ha avvicinato sempre di più al settore dell’arte tessile che negli anni è diventata una vera e propria passione. Oggi dedico con entusiasmo parte del mio tempo al progetto di Emanuela D’Amico: ArteMorbida, grazie al quale, posso unire il piacere della scrittura al desiderio di contribuire, insieme a preziose collaborazioni, alla diffusione della conoscenza delle arti tessili e di raccontarne passato e presente attraverso gli occhi di alcuni dei più noti artisti tessili del panorama italiano e internazionale.